A Fukuoka, il ticinese ha chiuso al quarto posto la sua semifinale (51”17) e ha staccato il biglietto per l'ultimo atto per l'inezia di cinque centesimi
Noè Ponti ce l'ha fatta, ha conquistato la finale dei 100 metri delfino dopo le delusioni patite nelle semifinali dei 50 e dei 200. In quella che è la sua disciplina di predilezione il ticinese ha colto la prima vera soddisfazione dei Mondiali in corso di svolgimento a Fukuoka. Dopo essere entrato in semifinale con il quarto tempo assoluto (51”00), fatto registrare nella batteria mattutina, Ponti non si è ripetuto, ma ha comunque staccato il biglietto per un posto nella finale di sabato con l'ottavo tempo, con appena 0”05 di vantaggio sul primo dei non qualificati. Il ticinese ha nuotato in 51”17 ed ha chiuso al quarto posto di una semifinale nella quale lo statunitense Dare Rose (50”53) e il francese Maxime Groussett (50”62) hanno fatto meglio del record svizzero di Ponti (50”74) stabilito alle Olimpiadi di Tokyo. Davanti al ticinese ha chiuso anche il canadese Josh Liendo (50”75).
Domani, sabato 29 luglio, alle 13.42, Ponti scenderà in acqua e andrà alla caccia della sua prima medaglia mondiale in vasca lunga. L'assenza del recordman del mondo Caeleb Dressel e del campione del mondo 2022 Kristof Milak, tutto diventa possibile. «Ma sarà molto dura, il livello è altissimo», conclude Noè Ponti
Ai microfoni della Rsi, subito dopo la gara ha svelato un particolare curioso... «Ho fatto la gara con il costume rotto. Prima del via, al momento di allacciarlo, mi è rimasto in mano il laccio, per cui non l'ho potuto chiudere. Ho imbarcato un po' d'acqua in partenza e in virata, ma va comunque bene così. Domani partirò in corsia 8, quella laterale e potrò fare la mia gara, sfuggendo alle attenzioni di chi nuoterà nelle corsie centrali. Come l'affronterò? Non lo so ancora, devo parlarne con gli allenatori. Il mio primo pensiero sarebbe di virare con i migliori, ma poi non so se riuscirei a tenere. Vedremo, per il momento mi godo l'accesso alla finale».
Prima medaglia svizzera ai Mondiali di Fukuoka. È andata al collo di Roman Mityukov, terzo nei 200 dorso. Il 22enne, quarto agli ultimi Europei, ha nuotato nel tempo di 1’55”34, il che significa aver migliorato il record svizzero di quasi mezzo secondo. In mattinata, aveva centrato un posto in finale staccando il miglior tempo assoluto (1’55”85). La sua è stata una prova in progressione. Partito in maniera tranquilla (7° sia dopo i primi 50, sia alla virata dei 100 metri), ha accelerato a partire dalla terza vasca ed ha recuperato quattro posizioni, ma non ha potuto impensierire i primi due, l'ungherese Hubert Kos (1’54”15) e lo statunitense Ryan Murphy (1’54”83). Per la Svizzera del nuoto si tratta della settima medaglia iridata della storia nei Mondiali in vasca lunga.
«Sono molto contento. Mi sono preso la rivincita sugli Europei (quarto non solo nei 200 dorso, ma pure nei 100 e nella 4x200 stile libero, ndr) ed è ciò che volevo. Ne avevo piene le scatole di tutti quei quarti posti. Da un anno a questa parte ho lavorato molto sull'aspetto mentale, ho dovuto imparare a calmarmi. Ho trovato il modo di canalizzare la mia energia e di non pensare troppo alla gara che mi aspetta. Un lavoro che oggi ha pagato. È stata una stagione difficile, in particolare a livello mentale. Mi sono sempre sentito bene nel mio nuoto e a livello fisico, per cui sapevo di avere le carte in regola per tentare il colpaccio se fossi riuscito a rimanere tranquillo e canalizzare nel modo giusto le mie energie».
Rispetto agli Europei 2022, il ginevrino ha adottato una tattica diversa... «In quell'occasione ero partito troppo forte. Stavolta ho preferito partire senza strafare per poi uscire alla distanza nei secondi 100 metri. Una strategia sulla quale abbiamo lavorato per tutta la stagione e che oggi ha dato i suoi frutti».
Prima della semifinale dei 100 delfino, Noè Ponti è sceso in acqua con Antonio Djakovic, Roman Mityukov e Nils Liess per cercare un posto in finale nella 4x200 stile libero. I quattro elvetici, però, non hanno potuto far meglio del 14° tempo in 7’10”87 e sono rimasti a più di tre secondi dall'ultimo biglietto disponibile e a più di quattro secondi dal record svizzero grazie al quale avevano chiuso al sesto posto la prova olimpica di Tokyo. Nonostante la controprestazione, il quartetto rossocrociato rimane tra i 16 migliori al mondo ed è dunque virtualmente qualificato per i Giochi olimpici di Parigi 2024.
Per quanto riguarda le altre finali, due sono i nomi che spiccano: quelli del cinese Quin Haiyang, vincitore dei 200 rana con il tempo di 2’05”48 che equivale al nuovo record del mondo (strappato all'australiano Zac Stubblety-Cook, secondo in 2’06’40), al quarto titolo dopo quelli ottenuto nei 50 rana, nei 100 rana e nella 4x100 mista, e quello della 19.enne australiana Mollie O'Callaghan che ha firmato la prima doppietta della storia mondiale al femminile nei 100 e nei 200 stile libero. Dopo l'oro nella distanza doppia, con tanto di record del mondo, si è imposta in 51”16 nella prova regina. Ha preceduto l'esponente di Hong Kong, Sionhan Haughey (52”49) e l'olandese Marrit Steenbergen (52”71). Anche per la O'Callaghan si tratta della quarta medaglia d'oro a Fukuoka, dopo i 200 stile libero e le staffette 4x100 e 4x200 stile libero.