La Federazione non si appella alla decisione del Taf sulla vertenza sollevata dall’Istituto della proprietà intellettuale, con cui ha trovato un'intesa
Malgrado la recente sentenza del Tribunale amministrativo federale, la Nazionale potrà verosimilmente continuare anche in futuro a utilizzare lo stemma rossocrociato sulle maglie. La Federhockey rossocrociata ha infatti raggiunto un accordo valido fino al 2027 con l’Istituto federale della proprietà intellettuale, ma sul più lungo termine per venir regolarizzata la questione servirà una specifica revisione legislativa.
Lo scorso 15 ottobre il Tribunale aveva ricordato come in linea di principio, solo la Confederazione sia autorizzata a utilizzare lo scudo da quando, nel 2017, è entrata in vigore la revisione della legge sulla protezione degli stemmi. Le aziende e i club che lo utilizzavano da almeno 30 anni avevano la possibilità di richiedere l’autorizzazione per continuare a usarlo entro fine 2018. Il problema è che la SIHF aveva lasciato passare questa scadenza.
Dopo aver accettato tale sentenza, la Federhockey ha raggiunto un accordo definito «ragionevole» con l’Istituto federale della proprietà intellettuale, che permetterà alla Nazionale di impiegare lo stemma ufficiale della Confederazione (e dell’amministrazione) fino al 1° gennaio del 2027. Dopodiché, servirà una revisione della Legge sulla protezione degli stemmi: in altre parole, il Parlamento sarà verosimilmente presto chiamato a discutere una modifica di tale legge allo scopo di permettere alle nazionali dei vari sport di indossare capi con lo stemma della Svizzera. Del resto, il Consiglio degli Stati aveva già adottato (per 28 voti a 10) una mozione in tal senso del senatore lucernese del Plr Damian Müller. La palla (o il disco, in questo caso) passa ora nelle mani del Consiglio nazionale, la cui commissione competente aveva già dato preavviso favorevole, con 19 voti contro 4 (e 2 astensioni).