Ha faticato a prender sonno dopo gara 6, ma il numero uno bianconero è prontissimo per gara 7. ‘Non so chi sia più stanco, ma noi siamo più giovani’
Ci sono due modi di arrivare a una gara 7: lo si può fare con le gambe che tremano, oppure con la gioia nel cuore. E a giudicare da com’era finita martedì sera alla Cornèr Arena, non è difficile intuire chi tra Friborgo e Lugano in queste ore stia vivendo la vigilia in serenità.
Eppure, appena una settimana prima la situazione era completamente rovesciata, con il Friborgo che sprizzava euforia da tutti i pori mentre i bianconeri avevano il morale sotto le scarpe dopo due partite deprimenti, oltretutto con un portiere tra i pali che non infondeva certo sicurezza, e probabilmente il primo a soffrirne era proprio lui. Così, fuori Koskinen e dentro uno Schlegel fresco di guarigione dalla lesione muscolare del bicipite femorale – cosa mica da ridere, tra l’altro, per un portiere –, e da gara 3 lo scenario è completamente cambiato. E pur se non si può attribuirne i meriti unicamente allo zurighese, con il suo 94,9% di parate da quando ha rimesso piede in pista, il ventinovenne portiere che da bambino mosse i suoi primissimi passi sul ghiaccio di Bülach di certo non è estraneo alla rinascita bianconera. Tuttavia, nonostante il capitale successo in gara 6, martedì notte ammette di non aver dormito benissimo. «No, va sempre a finire a quel modo – ammette Niklas Schlegel –. Dopo ogni partita l’adrenalina è così forte che non ti lascia chiudere gli occhi facilmente: è un sensazione strana, la mente non riesce a liberarsi di quello che è successo e nello stesso tempo è già proiettata sulla prossima. Poi, nei playoff le cose evolvono ed è importante voltare subito pagina dopo l’ultima sirena. La prossima partita è in agguato, non c’è tempo per soffermarsi su quello che è successo. Pur se è evidente che ci si prende comunque del tempo per analizzare quanto è successo, e per un portiere ciò riguarda in particolare cos’hanno fatto gli avversari durante i powerplay».
Non dev’essere stato facile calarsi subito nel ritmo, dopo due mesi di inattività.
Senz’altro posso dirmi soddisfatto di ciò che sono riuscito a portare sul ghiaccio durante le partite. Non nascondo di essere contento della forma attuale, ma il maggior complimento credo vada fatto ai miei compagni di squadra. Per quanto mi riguarda, ammetto sinceramente di essere felice che la gamba abbia reagito molto bene alle sollecitazioni di queste settimane: per noi portieri alcuni muscoli, come ad esempio gli adduttori, sono davvero determinanti, e nella fattispecie hanno retto alla perfezione. Tuttavia è evidente che è necessaria tanta pazienza prima di rientrare, non si può forzare per avere tutto e subito.
Per domani sera che partita prevedi?
Mi dico che la pressione è tutta sulle spalle del Friborgo, che è reduce da un’ottima regular season, una delle migliori degli ultimi dieci anni, siccome è arrivato a conquistare oltre 100 punti, in più sarà chiamato a vincere siccome gioca davanti al suo pubblico. Dovremo uscire dallo spogliatoio con la grinta giusta, con la mentalità vincente di chi è determinato a continuare sulla falsa riga dell’incontro vinto martedì alla Cornèr Arena. Tuttavia, bisognerà commettere meno errori. L’altra sera, nei primi quaranta minuti di gara 6 abbiamo fatto ancora troppe sbavature, e i dischi persi non sono stati pochi: non possiamo permetterci quei ‘mini blackout’, perché il Friborgo potrebbe castigarci. Invece nel terzo tempo tutto era andato per il meglio, del resto Sprunger e compagni hanno tirato poco verso la nostra porta, per il grande lavoro fatto a livello difensivo dai miei compagni. Difficile dire chi tra di noi e il Friborgo sia più stanco, quel che è sicuro è che noi abbiamo la squadra più giovane (ride ndr.).
E tra i giovani di questo Lugano c’è il ticinese Lorenzo Canonica, ai suoi primi playoff a simili livelli. «Sono sincero – ammette il ventenne centro della quarta linea –, c’è molta differenza rispetto ai playoff che ho giocato in Canada nelle leghe giovanili: qui tutto va più veloce, ci sono molti scontri fisici e meno spazi per lavorare. C’è voluto un po’ per adattarmi, ma adesso mi sono perfettamente calato in questa nuova realtà».
Sembrate rinati, dopo gara 1 e gara 2…
Forse in molti ci vedevano già spacciati, ma siamo rientrati nel momento giusto, capendo quali erano i punti deboli dei nostri avversari: è importante toglier loro la velocità e lavorare duro difensivamente, tenendoli lontano dallo slot. Poi, se del caso ci pensa un super Schlegel...
Un cambiamento radicale...
Dopo quelle due sconfitte ci siamo detti che dovevamo assolutamente cambiare rotta, e visto che siamo arrivati fino alla ‘bella’ penso che ci siamo riusciti. Abbiamo in testa un solo obiettivo, e questi playoff stiamo dimostrando di che pasta siamo fatti: adesso cerchiamo di portare a casa la qualificazione alle semifinali.
Quello di martedì è stato il miglior Lugano visto all’opera in questa postseason.
Ma direi che dobbiamo dimenticare ciò che avevamo fatto nei primi dieci, dodici minuti. Di sicuro possiamo essere soddisfatti del nostro bilancio nelle situazioni speciali: due reti segnate in powerplay e nessuna subita in boxplay credo sia la miglior chiave di lettura della nostra vittoria. Penso che il lavoro fatto in questi giorni abbia dato i suoi frutti.
«Quella di domani sera è senz’altro una delle partite più importanti della mia pur giovane carriera». Parola di Luca Gianinazzi, che più che godersi il momento ha già corpo e mente nel canton Friborgo, dove la squadra è arrivata già nel pomeriggio di ieri (pur se non ha pernottato in città) per preparare adeguatamente l’importantissima sfida. «Per più motivi –sottolinea il tecnico bianconero –, non da ultima la vicinanza alla Pasqua: sapendo cosa succede sulle nostre strade durante le festività abbiamo deciso di anticipare la partenza».
Qual è la sensazione prima di gara 7?
Torniamo a Friborgo consci di esserci migliorati sempre più nel gioco, e quell’evoluzione costante è l’aspetto più positivo. Tuttavia domani sera si riparte nuovamente da zero, e in una partita secca può succedere di tutto, come sappiamo succede spesso nell’hockey. Dobbiamo essere bravi a rispondere presente nei momenti topici, e durante certi incontri ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione, oltre agli eventi non programmabili. La differenza la farà una certa apertura e flessibilità mentale nel reagire bene qualsiasi sia la situazione della partita. Di sicuro, se ripeteremo il bel terzo tempo di gara 6 abbiamo le carte in regola per fare il colpaccio. Powerplay e boxplay hanno funzionato bene: tuttavia non basta saper bene cosa faranno i tuoi avversari, bisogna anche trovare le contromisure. Poi, è vero, domani sera giochiamo in casa del Friborgo, quindi è la squadra di Dubé quella favorita, anche perché potrà effettuare i cambi dopo di noi, ma se siamo riusciti a espugnare una volta la Bcf Arena, perché non potremmo riuscirci una seconda?