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Gianinazzi: ‘La calma è frutto della buona gestione del disco’

A Rapperswil il Lugano completa l'opera nel weekend da cinque punti, in una serata che si tinge di giallo con il caso Fazzini. ‘È stata una scelta mia’

Morini indica la via, e i suoi compagni la seguono
(Keystone)
14 gennaio 2024
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Rapperswil – Eccoli i primi punti dell’anno. Dopo tre partite generose, a tratti generosissime ma altrettanto infruttuose, il Lugano ritrova il sorriso in un weekend da cinque punti, pur se si potrebbe anche parlare di ‘mondo al contrario’ per descrivere il fine settimana bianconero, dato che le due partite, soprattutto quella di venerdì, sono state meno brillanti delle precedenti. Tuttavia, se i punti arrivano nelle serate un po’ meno ispirate va bene così, vuol dire che c’è margine di miglioramento.

Il fattore-chiave per discutere delle vittorie contro Bienne e Rapperswil è il carattere. Venerdì in casa, infatti, i bianconeri si sono fatti riprendere in due occasioni, riuscendo poi a mantenere il risultato in parità nonostante la pressione avversaria e ad affondare il colpo ai rigori. Sabato il copione è stato simile, con il Lugano subito avanti di due reti e poi riagganciato dal Rapperswil durante il secondo periodo. Poi, però, è uscito il carattere, e dopo quasi un tempo sottotono a fare la differenza hanno pensato i soliti Thürkauf e Joly, con la decisiva (e pregevole per la chimica fra i due) rete del 3-2.

Carattere, appunto, che tutti gli interpreti hanno saputo dimostrare, compreso Mario Kempe. «Credo che in generale abbiamo disputato una buona partita, specialmente nel terzo tempo, dove abbiamo dimostrato anche una bella solidità – spiega l’attaccante svedese numero 18 –. Un passo avanti rispetto a venerdì contro il Bienne, dove avevamo concesso un po’ di più, ma in quel caso due punti sono meglio di zero. È un weekend che ci soddisfa».

La doppietta di Morini ha incanalato il match sui binari giusti, ma non si può certo dire che la contesa fosse già chiusa dopo appena tre minuti di gioco. «Abbiamo avuto un inizio favorevole, e li abbiamo costretti a chiamare il timeout. Sapevamo, quindi, che avrebbero cambiato registro, e infatti sono ritornati in partita. Loro hanno spinto e noi siamo rimasti difensivamente ordinati. Malgrado i Lakers abbiano pareggiato ci siamo comunque riportati avanti e abbiamo vinto».

Il centro svedese, che ha esordito venerdì dopo aver giocato la prima parte di stagione con la maglia del Luleå, ha subito destato buone impressioni, confermate anche da lui stesso. «In questa seconda partita è andata decisamente meglio. Il primo incontro che ho disputato è stato particolare, ho incontrato uno stile di hockey differente. In ogni caso mi sono trovato molto bene. Ho cercato di giocare in maniera pulita in fase difensiva, specialmente in inferiorità numerica. Tutti vogliono fare punti, io compreso, ma credo che questi arriveranno. Per me l’importante sono le vittorie, e sono contento di essere qui».

In un campionato in cui si vede in pista un hockey diverso rispetto a quello svedese: «In questa Lega il gioco è molto più improntato sull’asse nord-sud – conclude il nativo di Kramfors, cittadina di seimila abitanti situata nel Västernorrland, nella Svezia centrale –. Il disco viaggia dalla difesa all’attacco più velocemente mentre da noi il tutto è più strutturato. Qui i giocatori pensano in maniera un po’ più offensiva, e sono sicuro che mi troverò meglio di partita in partita».

‘Giocando uniti si viene ricompensati’

Quando arriva davanti ai giornalisti, Luca Gianinazzi si presenta con un gran sorriso. «Possiamo essere contenti – spiega il tecnico bianconero –. Per lunghi tratti abbiamo fornito una buona prestazione, lasciando solamente un ‘buco’ nel secondo tempo. Per il resto abbiamo mostrato una buona solidità, specialmente nel periodo conclusivo. Sono molto felice di come l’abbiamo gestito: avanti 3-2 abbiamo continuato a fare le giuste scelte con il disco e senza».

Detto del carattere e della solidità, nel periodo conclusivo si è notata anche una certa calma. «La calma è frutto della buona gestione del disco – continua il coach –. Quando riesci a gestirlo nel modo giusto ecco che il gioco si calma, in tuo favore. Quando invece non si ha il possesso, si cerca di essere aggressivi per recuperarlo. Contro il ‘Rappi’ abbiamo saputo proporre un buon mix fra calma e aggressività, ed è questo che mi è piaciuto».

L’emergenza, soprattutto in attacco, provocata dagli infortuni ha obbligato a muoversi sul mercato. Se la settimana scorsa si è visto esordire Aleksi Peltonen, l’ultimo weekend ha portato l’entrata in formazione di Mario Kempe. «Ho visto molto bene Mario. Era da qualche settimana che non giocava, per lui non è stato facile rientrare in una Lega che ha questo livello. Si tratta di un giocatore molto solido, che sa giocare entrambe le fasi e infatti si è reso utile sia in powerplay che in boxplay (sabato sera è stato schierato per 46 secondi in superiorità e 2’29’’ in inferiorità numerica, ndr). Ha una buona presenza sul ghiaccio e ha un ottimo pattinaggio, oltre a una grande visione e intelligenza, e in queste due partite ci ha già dato una mano».

Chi invece non si è più visto sul ghiaccio a partita in corso è Luca Fazzini. L’attaccante ticinese, infatti, nel terzo tempo è stato confinato in panchina, e il suo posto nell’ultima parte del match è stato preso da Jeremi Gerber. Interrogato sulla questione, il trentunenne tecnico ticinese si è limitato a confermare che non si tratta di infortunio: «Luca Fazzini sta bene – conclude il ‘Giana’ –. Non ha giocato il terzo tempo semplicemente perché l’ho deciso io». A chi gli ha chiesto se fosse possibile saperne i motivi, Gianinazzi ha sinteticamente – ma garbatamente – risposto di no.