Dalla rabbia di Sven Leuenberger (la cui posizione, però, è a rischio) alla delusione di Marc Crawford. ‘È stato un dramma. Ci serve gente veloce’
Un conto è essere favoriti. Un altro è dimostrare di esserlo fino in fondo. Ciò che non riesce allo Zurigo di Marc Crawford, arrivato in panchina subito dopo Natale per rilevare dallo svedese Rikard Grönborg la gestione di un gruppo che avrebbe dovuto vincere tutto e invece rimane con un pugno di mosche, eliminato in sole quattro partite da un Bienne davvero autoritario in una semifinale praticamente senza storia. «È vero, è stato un dramma» dice senza troppi giri di parole il sessantaduenne tecnico di Belleville, Ontario, uno che in Nhl ha allenato un po’ ovunque, vincendo anche la Stanley a metà degli anni Novanta sulla panchina dei Colorado Avalanche. «Abbiamo avuto anche noi dei buoni momenti in questa serie, ma nel momento in cui manifestavamo un po’ di stanchezza, il Bienne ne ha subito approfittato. Il Bienne è una squadra che gioca come nessun'altra per il suo allenatore (malato)» aggiunge Crawford alludendo al cinquantaduenne Antti Törmanen, che – è notizia della scorsa settimana – è nuovamente costretto a dover fare i conti con un tumore.
Forse tra Leoni e Seeländer le cose sarebbero potute andare diversamente se gli zurighesi avessero vinto il movimentato primo atto della semifinale alla Tissot Arena, deciso da quel probabile clamoroso tocco con la mano da parte di Fabio Hofer, a 1'56 dalla fine. Anche perché prima di quella rete lo Zsc aveva gettato alle ortiche ben cinque minuti filati con un uomo in più. «L'avevo già detto prima dell'inizio della serie, che ad andare avanti sarebbe stata la squadra che avrebbe dimostrato di avvicinarsi di più ai propri limiti – spiega Sven Leuenberger, direttore sportivo dello Zurigo –. È questo che ti sconvolge di più: quando l'avversario è semplicemente migliore. Ieri, in gara 4, dovevamo semplicemente riuscire a portare a casa una partita in cui dapprima eravamo in vantaggio 2-0 e poi 3-1! Ciò che è capitato dopo non deve più ripetersi: errori così ingenui in momenti tanto determinanti non possono semplicemente succedere. Siamo stati troppo stupidi!». E visto che Crawford è arrivato in panchina soltanto da un paio di mesi, al momento di tirare le somme chi rischierà di più sarà proprio lo stesso Leuenberger. Quando alle responsabilità, però, per capitan Patrick Geering è ancora un po‘ presto per accusare qualcuno. «Ci vorrà un po’ di tempo per arrivare a un'analisi completa. Ciò che è sicuro, però, è che in futuro dovremo riuscire a migliorarci sotto ogni punto di vista».
Anche se, per quanto riguarda gli effettivi, essendo i posti chiave già sostanzialmente attribuiti, di margini di miglioramento sembrano essercene solo sul fronte degli stranieri, pur se quattro stranieri sotto contratto a Zurigo ci sono già (Simon Hrubec, Juho Lammikko, Mikko Lehtonen e Lucas Wallmark). Pur se, lo scrive il Tages Anzeiger, i Leoni farebbero carte false pur di riportare a casa un Denis Malgin in scadenza di contratto nel Colorado. «Quello che ci serve sono dei giocatori veloci – conclude Marc Crawford –, perché l'hockey moderno è sempre più veloce, e noi dobbiamo poter seguire quel trend».