Dopo il successo ai rigori sul Berna, il Lugano pensa alla prossima sfida. Schlegel: ‘Ogni passo avanti, anche piccolo, è preziosissimo‘
Dieci giorni dopo, per il Lugano (e Niklas Schlegel) è tempo di riprovarci. Quella del 15 gennaio alla Bossard Arena era stata una serataccia. Finita per i bianconeri con una sconfitta ‘a zero’ (5-0), e per il 27enne portiere zurighrese già dopo un tempo e spiccioli, visto che al 22’13", con i campioni svizzeri già in triplice vantaggio, gli era subentrato Thibault Fatton. Quella è anche stata l’unica delle ventidue partite sinora iniziate da titolare non portate a termine da Schlegel, peraltro incolpevole, anche questo va precisato, sulle tre reti incassate dalla formazione di McSorley.
È dunque con l’intento di cercare il riscatto, di squadra e personale, che Schlegel e compagni domani si presenteranno sul ghiaccio della Bossard Arena. «Inutile girarci in giro: a Zugo non è mai facile andare a giocare – dice schiettamente il portiere bianconero –. L’ultima volta, i giocatori dello Zugo erano partiti davvero forte, facendo parecchia pressione e scagliando molti dischi verso la mia porta. Ed erano pure stati sfortunati, colpendo un paio di pali, altrimenti poteva andare anche peggio... D’altro canto serate storte come quella capitano nello sport: fa parte del gioco. Thibault, che mi era subentrato dopo il terzo gol, aveva comunque svolto un egregio lavoro: più d’una volta si è ritrovato a dover mettere una pezza alle folate degli avversari, magari a due contro uno o, addirittura, tre contro uno. Questo per dire che quando si va alla Bossard Arena, per sperare di avere qualche chance di vittoria è necessario un incredibile sforzo collettivo».
Tolta quella serata indigesta, per sé stesso e per tutta la squadra, Schlegel resta fuor di dubbio uno dei punti di riferimento delle retrovie bianconere. Praticamente intoccabile a difesa della porta, partito come titolare nelle ultime dodici partite. L’ultima volta che aveva dovuto fare da ‘backup’ (di Fatton) era stato il 20 novembre a Losanna, serata in cui era comunque stato buttato nella mischia a partita in corso. L’ultima da titolare di Irving, per contro, porta la data del 6 novembre. Non pesano le tante partite da numero uno? «Troppe partite? No, non direi: mi sento in ottime condizioni e sono contento di giocare tanto. In fondo sono giovane, e dunque non vedo grandi problemi sul piano fisico. Ma non mi farei nemmeno problemi se il coach mi dovesse dire di accomodarmi in panchina per far posto a qualcun altro: è sempre e solo lui che decide chi mandare in pista».
Sabato, intanto, contro il Berna – dove a fine partita sei stato premiato come migliore in pista sul fronte bianconero – hai pure dovuto fare gli straordinari: sessanta minuti regolamentari, cinque di prolungamento e poi, per la terza volta in stagione, pure i rigori... «Quella di sabato contro il Berna è stata un’autentica battaglia, intensa, e con parecchi tiri su entrambi i fronti. Malgrado le diverse assenze, pure di peso, gli Orsi sono stati capaci di metterci in difficoltà, creandosi pure un buon numero di occasioni per risolvere in loro favore la partita. A conti fatti penso comunque che i due punti messi in carniere grazie al successo ai rigori siano meritati, anche se per la classifica sarebbe stato decisamente meglio farne tre».
Ciò non toglie che il successo, benché non ‘pieno’, di sabato sia stato estremamente importante per la squadra: «Assolutamente, è stato importantissimo, per il morale e per la classifica. Una classifica che ora come ora ci vede ancora al nono rango, posizione che dobbiamo e vogliamo migliorare. Per cui ogni passo in avanti, per piccolo che sia, è preziosissimo. Come appunto quello di sabato». Col secondo punto agguantato appunto ai rigori: cosa prova un portiere in quei frangenti? «I rigori sono una cosa a sé rispetto alla partita. Lì, in fondo, non è più una questione di squadra, ma una sorta di testa a testa tra te e i rigoristi avversari. Un duello personale». Un duello che Schlegel ha già affrontato tre volte in stagione, uscendone sempre vincitore: una volta contro l’Ambrì Piotta (il 1° ottobre), e due contro il Berna (il 4 dicembre e, appunto, sabato): «Effettivamente finora quest’anno non abbiamo mai perso quando siamo andati fino ai rigori. Sabato mi ha aiutato la consapevolezza che il Berna l’avevamo già affrontato e battuto in questo esercizio: sapevo che sarebbe stato possibile venirne a capo».