La squadra leventinese perde 3-2 all'overtime contro il Trinec in semifinale e così domani alle 12.10 saranno i cechi a sfidare il Team Canada nell'ultimo atto
Non bastano sessanta minuti per separare l’Ambrì Piotta e l’Ocelari Trinec e designare così la squadra che domani a mezzogiorno (12.10) sfiderà il Team Canada nell’ultimo atto della Coppa Spengler. Perchè dopo tre tempi, le due squadre si ritrovano ancora in perfetta parità: 2-2. Poi Stransky mette il punto finale alla contesa, destando i biancoblù dal loro sogno.
Per la terza volta in altrettante partite alla novantatreesima edizione della Coppa Spengler, l’Ambrì Piotta segna la prima rete del confronto. Che arriva in scia alla prima superiorità numerica dei biancoblù (durante la quale gli uomini di Cereda chiamano all’opera Kvaca). Segna Dal Pian, il più lesto a fiondarsi su un disco rintuzzato sotto porta da Incir. È il 4’37”: poi, per una buona decina di minuti i leventinesi dettano il ritmo del gioco, andando pure vicino al raddoppio un più di un’occasione. Le più pericolose sono quelle che si creano Trisconi, che al 5’50” si presenta a tu per tu al cospetto del portiere avversario, Wolski con una staffilata in superiorità numerica al 9’22”, Dal Pian con un tiro in ginocchio con le squadre appena tornate a ranghi completi e Miranda con un’altra conclusione secca, ma in tutte le circostanze Kvaca abbassa la saracinesca. È solo nel finale del primo tempo che l’Ocelari Trinec si rende a sua volta minaccioso. La partita diventa allora più equilibrata, ma alla prima sirena l’Ambrì Piotta ci arriva sempre in avanti (meritatamente) di una rete.
Il secondo tempo si apre con i biancoblù costretti a 4 contro 5 per una residua penalità di Wolski. E gli uomini di Cereda devono allora stringere i denti. Anche perché gli avversari sembrano aver sensibilmente elevato il loro ritmo. Superata senza danni la delicata fase, è ancora l’Ambrì Piotta ad attraversare un buon momento, ma anche questo si chiude con un nulla di fatto. Poi, poco dopo metà partita, Flynn rischia la frittata quando deviando un disco per poco non lo manda alle spalle di Manzato. Il secondo tempo sembra scivolare via senza grossi sussulti. Douay, a poco più di 5 minuti dalla seconda sirena prova in due tempi a sorprendere Kvaca con una puntata a rete, ma ancora una volta è l’estremo difensore ceco ad avere la meglio. Poco dopo D’Agostini a stampare sulle assi di fondo un siluro da buona posizione. L’Ambrì Piotta ha poi l’opportunità di giostrare nuovamente in superiorità numerica, e prova allora a forzare i tempi alla ricerca del doppio vantaggio. Ma nel concitato powerplay Wolski con uno slap centra in pieno Douay, che viene poi accompagnato dai compagni in panchina. E quando alla seconda sirena mancano 46 secondi, Martynek libera Ondrej Kovarcik con un passaggio a ritroso, e il numero 34 non perdona: 1-1.
Il terzo tempo si apre con qualche sbilanciamento di troppo dei leventinesi. Che al 45’25” vengono castigati da un tiro di Dravecky che si ritrova sul bastone un puck deviato sulla precedente conclusione di Gernat. E per la prima volta in questo torneo gli uomini di Cereda si ritrovano così costretti a inseguire l’avversario. Subito dopo la rete dei cechi, Fohrler si fa espellere per due minuti, costringendo i ticinesi a difendersi a denti stretti per evitare che i cechi prendano il largo. La reazione biancoblù tarda un po’, ma poi, quando arriva, lungo la schiena di Kvaca tornano a correre i brividi. D’Agostini prima e Trisconi poi mancano d’un niente il pareggio. Che però arriva al 51’06”, quando un puck scagliato da Jelovac dalla blu subisce una deviazione di Flynn e va a incastrarsi tra la telecamera e l’asta della porta difesa da Kvaca, rete che gli arbitri accordano dopo aver consultato il video: 2-2. Il ritrovato pareggio mette le ali ai pattini dei ticinesi, che insistono alla ricerca anche del sorpasso. Sul finire dei tempi regolamentari è la squadra di coach Marek Zadina che cerca a suo volta il nuovo allungo, che comunque non arriva entro il sessantesimo.
La benzina dei biancoblù è sulla riserva nel prolungamento, e i cechi capiscono allora che è il momento di premere sull’acceleratore. E quando al 61’46” Stransky si trova tutto solo davanti a Manzato con il disco sul bastone, ecco calare il sipario dell’Ambrì Piotta a questa Coppa Spengler.