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‘Sento di poter ancora lasciare il segno’

Steven Zuber ha perso il posto da titolare per un infortunio nell'ultima amichevole. ‘La decennale conoscenza reciproca alla base dei buoni risultati’

4 luglio 2024
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Stoccarda – È difficile passare dal ruolo di titolare a quello di riserva a pochi giorni dall’inizio della fase finale di un grande torneo. E lo è a maggior ragione quando i risultati sono positivi, perché squadra che vince non si tocca, per quanto in queste settimane Murat Yakin si sia divertito a sorprendere tutti con decisioni inattese. Fin qui, tuttavia, Steven Zuber ha accettato il suo attuale ruolo e contro l’Italia ha finalmente trovato spazio, per quanto limitato (20’). Il 32enne zurighese, d’altra parte, può ritenersi fortunato di aver trovato un posto nella lista dei 26 giocatori per Euro 2024. Non certo per mancanza di qualità – è spesso stato decisivo per la Nazionale, come vedremo più avanti –, quanto per l’infortunio muscolare al polpaccio del quale era rimasto vittima nell’amichevole contro l’Austria, due giorni prima della partenza per il campo base di Stoccarda. Alla luce di quel problema fisico, non sarebbe stato fuori luogo se Yakin avesse deciso di lasciare a casa l’attaccante dell’Aek Atene per affidarsi a un giocatore integro, anche perché in rosa già vi erano tre elementi in condizioni precarie, gli infortunati Embolo e Zakaria, oltre a uno Shaqiri a corto di preparazione. Ancora una volta, però, il tecnico rossocrociato si è affidato alle sue intuizioni (e alle rassicurazioni da parte dello staff medico) e ora, alla vigilia del quarto di finale di sabato contro l’Inghilterra, si ritrova a disposizione un’ulteriore alternativa per un undici di partenza che, però, almeno negli uomini non dovrebbe discostarsi granché da quanto visto finora.

Ritrovare un posto in squadra, insomma, non è impresa da poco… «Ho sempre detto fin dai primi giorni del campo d’allenamento che se fossi stato in condizione avrei meritato di giocare, ma se non lo fossi stato mi sarei accomodato in panchina. Continuo ad avere fiducia nelle mie qualità, ma so che quando una squadra vince non è facile inserire nomi nuovi. Ma non fraintendetemi, sono felicissimo per i risultati che stiamo ottenendo, anche perché è molto meglio entrare in campo sul 2-0 che sullo 0-2... ».

Steven Zuber aveva preso parte alle ultime due sfide tra rossocrociati e inglesi, la finale per il terzo posto di Nations League nel 2019 e l’amichevole del 2022. Partite dalle quali la Svizzera potrebbe raccogliere qualche insegnamento in vista della sfida di Düsseldorf… «A essere sincero, quella di Nations League nemmeno me la ricordo. Al contrario dell’amichevole di Wembley del 2022, persa 2-1 per un rigore causato da un mio fallo di mano. Non so se sia possibile trarre valutazioni da quelle due partite, anche perché non sono vicino alla Nazionale inglese e non ne conosco le dinamiche interne. So soltanto che quella di Southgate è una selezione zeppa di talento. Tuttavia, il livello di gioco espresso sin qui da Kane e compagni non è un nostro problema. Noi dobbiamo concentrarci sul nostro calcio, sulle qualità che vogliamo esprimere sul campo, perché siamo più bravi a giocare che a parlare».

Un po’ come Xherdan Shaqiri, Steven Zuber è l’uomo dei grandi tornei. Nel 2018 era stato suo il gol con il quale la Svizzera aveva strappato l’1-1 contro il Brasile, mentre a Euro 2020 contro la Turchia aveva firmato addirittura tre assist in una sola partita, exploit riuscito soltanto a gente del calibro di Rui Costa e Michael Laudrup, ai quali ne aveva poi aggiunto un quarto contro la Francia per diventare il miglior assistman del torneo… «Ovviamente spero di poter lasciare il segno anche quest’anno. Sono tutt’ora convinto di avere la possibilità di ritagliarmi un ruolo da protagonista qui in Germania. Questo gruppo non ha concluso il suo cammino. Abbiamo una rosa con un'età media attorno ai 30 anni, superiore a quella dell’Inghilterra, tuttavia nel calcio moderno l’anagrafe ha ben poca importanza. È molto più importante l’esperienza accumulata nel corso del tempo e noi abbiamo in squadra diversi elementi reduci da titoli nazionali o comunque da una stagione brillante. È questo e non l’età a poter fare davvero la differenza».

Resta il fatto che la pressione pesa soprattutto sulle spalle degli inglesi, per la grande aspettativa esistente nel paese, unita alle prestazioni offerte, sin qui poco entusiasmanti… «Sono i giornalisti a creare la pressione. Ogni squadra presente alla fase finale di un grande torneo sogna di tornare a casa con la coppa, ma in fin dei conti noi cerchiamo di tenere i piedi per terra. Sappiamo chi siamo e da dove arriviamo. Non ci montiamo la testa e proseguiamo sulla strada che ci ha condotto fino ai quarti di finale. E non voglio nemmeno parlare di percentuali, 60 a 40, 50 a 50… Non sono tipo da scommesse, non mi interessano e le lascio agli altri. La sola cosa di cui si può essere certi è che sabato sera una squadra andrà in semifinale, l’altra tornerà a casa».

Il mantra ripetuto da tutta la delegazione rossocrociata per spiegare le eccellenti prestazioni della Nati recita che alla base dei successi c’è uno spirito di gruppo fuori dal comune. Steven Zuber, ovviamente, conferma… «Il fatto è che ci conosciamo praticamente tutti da 10 o 15 anni. Io, ad esempio, mi ritrovo in Nazionale fisioterapisti che avevo quando giocavo con la selezione U16. E pure con i giocatori c’è una profonda conoscenza, degli aspetti positivi come di quelli negativi. I nostri rapporti sono basati su un profondo rispetto. E questo ci ha permesso di ottenere risultati al di fuori della norma, perché non è scontato che la Svizzera debba e possa sempre vincere contro avversari come Italia o Germania. A maggior ragione in un torneo corto, dove ogni errore può costarti l’eliminazione. Sappiamo di avere le qualità per andare avanti, ma allo stesso tempo non mettiamo il carro davanti ai buoi».

Contro l’Inghilterra, Zuber potrebbe essere l’ennesima scommessa di Yakin… «Murat ha le sue idee su come la squadra deve essere messa in campo e lo si è visto in queste partite, nelle quali ha sorpreso tutti, sicuramente più voi giornalisti di noi giocatori, in quanto noi molte cose le “leggiamo” durante gli allenamenti. Per tutti l’importante è fare in modo di rendere la vita difficile a Yakin nel momento in cui si troverà a dover scegliere undici titolari».