A Wembley dopo l'1-1 al 120' (a Shaw aveva risposto Bonucci) gli Azzurri hanno conquistato dal dischetto il loro secondo titolo continentale.
È Magica la notte di Londra. A Wembley al termine di una finale combattuta vinta 4-3 dopo i rigori (1-1 dopo 120' firmato Shaw e Bonucci) l'Italia si è laureata per la seconda volta nella sua storia (53 anni dopo il primo titolo conquistato in casa) campione d'Europa, mettendo il suo sesto grande torneo in una bacheca che contiene anche quattro mondiali e chiudendo il cerchio aperto tre anni fa da Roberto Mancini, il quale partendo dalle ceneri dell'era Ventura segnata dalla mancata qualificazione ai Mondiali del 2018 ha riportato in alto gli Azzurri. Dovranno invece ancora pazientare gli inglesi, i quali davanti al proprio pubblico – 67'500 spettatori, ufficialmente circa 58 mila i tifosi di casa, poco più di 6'600 quelli azzurri, oltre a un numero non precisato di elementi riusciti a entrare senza biglietto – sognavano di tornare ad alzare un trofeo come non accade ormai da 55 anni e dal Mondiale casalingo vinto nel 1966.
Southgate ha provato a sorprendere Mancini abbandonando la difesa a quattro e tornando al modulo a tre utilizzato nell'ottavo di finale vinto 2-0 sulla Germania, quindi con Shaw e Trippier esterni del centrocampo a cinque e la coppia Sterling-Kane in avanti supportati dal trequartista Mount (panchina per Saka, titolare contro la Danimarca). Undici iniziale per contro identico a quello schierato nel penultimo atto con la Spagna per il ct azzurro, con Chiesa a completare il tridente del 4-3-3 accanto a Immobile e Insigne, mentre ancora una volta è toccato a Emerson sostituire l'infortunato Spinazzola sulla fascia sinistra della retroguardia a quattro italiana.
Una mossa quella del tecnico britannico che si è subito rivelata vincente visto che dopo nemmeno due minuti di gioco sono proprio stati i suoi esterni a disegnare l'immediato vantaggio dei padroni di casa: azione iniziata da Kane che ha aperto sulla destra per Trippier, il quale ha avuto il tempo di prendere la mira e servire sul secondo palo l'accorrente Shaw, che con un preciso sinistro di prima ha mandato il pallone a baciare il palo senza lasciare scampo a Donnarumma – e firmando il primo svantaggio italiano di questo Europeo, il secondo nelle ultime 24 partite –. Un inizio di finale esplosivo che ha acceso ancora di più Wembley e dato fiducia ai Tre Leoni, che pur senza costruirsi altre occasioni hanno letteralmente dominato i primi 15 minuti.
Esaurita la sfuriata iniziale, Kane e compagni hanno controllato senza patemi la peraltro timida reazione avversaria e solo attorno alla mezzora questi ultimi sono riusciti ad alzare il baricentro, anche se per impensierire Pickford c'è voluta una caparbia azione personale del solito Chiesa, che al 35' ha vinto il duello personale con Rice arrivando fino al limite dell'area, da dove ha lasciato partire un perfido sinistro rasoterra finito di poco a lato, con l'estremo difensore inglese probabilmente battuto.
La ripresa si è aperta con un contatto sospetto in area italiana tra Sterling e Bonucci sul quale né l'arbitro Kuipers né il Var sono intervenuti e sul ribaltamento di fronte Insigne si è guadagnato una succulenta punizione dal limite, che lo stesso fantasista del Napoli ha però calciato a lato. Sempre il numero dieci al 57' – pochi minuti dopo l'ingresso di Cristante e Berardi per Barella e Immobile – ci ha provato incuneandosi in area, ma il suo tiro/cross al 57' ha trovato la pronta respinta del portiere. Un episodio che ha suonato la carica per gli uomini di Mancini, vicinissimi al pareggio al 62' con il loro giocatore più incisivo, Chiesa, che si è visto intercettare il suo destro rasoterra da una gran parata di Pickford. Poco male visto che cinque minuti dopo l'Italia ha punito gli inglesi – arretrati a difesa del vantaggio con troppo anticipo – trovando il pareggio con Bonucci, lesto a ribadire in rete dopo il palo colpito di testa da Verratti sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
Per tentare di girare l'inerzia di una partita ormai a favore degli avversari – come certificato anche dall'occasione di Berardi che anticipando in acrobazia Pickford sul lancio di Bonucci non è riuscito a inquadrare la porta –, Southgate si è giocato le carte Saka (per Trippier) e Henderson (al posto di Rice), senza tuttavia ottenere il risultato sperato visto che l'Italia ha continuato a gestire il pallone, anche se l'interruzione per l'infortunio a Chiesa (sostituito da Bernardeschi all'85') ha spezzato il ritmo dei quattro volte campioni del mondo.
All'inizio dei supplementari Mancini ha tentato la mossa Belotti (per Insigne) e poi Locatelli (fuori Verratti) ma il primo brivido è sceso sulla schiena degli Azzurri, con la conclusione dal limite di Phillips fuori non di molto. Southgate ha risposto inserendo Grealish per uno spento Mount, ma anche in questo caso sono stati gli avversari a rendersi pericolosi con Bernardeschi che sul traversone di Emerson per un niente non è riuscito ad anticipare l'estremo difensore dell'Everton.
Altri piccoli brividi da una parte e dall'altra anche nel secondo supplementare (Pickford in due tempi sulla punizione centrale di Bernardeschi, mischia davanti a Donnarumma) ma il risultato non è più cambiato e si è andati ai calci di rigore, dove hanno sbagliato nell'ordine Belotti, Rashford, Sancho, Jorginho e infine Saka, con la parata di Donnarumma che ha fatto partire la festa italiana.