EURO 2020

Germania con le spalle al muro

La Mannschaft non può sbagliare contro i campioni in carica del Portogallo. Can: ‘La sconfitta con la Francia ci ha fatto male’

18 giugno 2021
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Il gruppo della morte propone questo pomeriggio il secondo scontro tra potenziali finaliste. La Germania, pluricampionessa del mondo e d’Europa, affronta il Portogallo che il titolo continentale, conquistato cinque anni fa, lo ha ancora cucito sul petto. E per la Mannschaft, uscita sconfitta dalla partita d’esordio contro la Francia, in gioco c’è già lo spettro della possibile eliminazione prematura. Contro un Portogallo reduce dal tardivo, ma ampio successo sull'Ungheria, con doppietta di Cristiano Ronaldo, deve ottenere almeno un punto che le permetterebbe di rimanere in lotta per il secondo posto (o per il ripescaggio quale terza).

Contro i campioni del mondo della Francia, i tedeschi hanno dimostrato di possedere un’ottima intelaiatura di gioco, ma di pagare l’assenza di un vero centravanti. Lloris, di fatto, non è praticamente mai stato chiamato in causa, nonostante le numerose potenziali occasioni create. Contro i lusitani sarà necessaria maggiore concretezza offensiva, al cospetto di una squadra che, a dispetto delle tre reti segnate all’esordio, ha ribadito di avere gli stessi problemi del tedeschi, con un attacco completamente CR7 dipendente.

Per i tedeschi la sconfitta con la Francia è stata dura da digerire: «Ci ha fatto male. Adesso l’ambiente è un po’ migliorato, ma permane la delusione per il risultato», ha confermato Emre Can in conferenza stampa, due giorni dopo aver sfidato i Bleus.

In queste ore, il lavoro di recupero portato avanti da Joachim Löw è stato tanto fisico, quanto mentale. Eliminata nella fase gironi dei Mondiali 2018, la Germania deve dimostrare di aver voltato pagina (anche se solo parzialmente uomini) e di essere ancora quella potenza del calcio continentale e mondiale che tutti ricordano.

Il Portogallo, dal canto suo, può scendere in campo con qualche certezza in più, legata ai tre punti già conquistati. Il gioco, come spesso accade, non c’è, ma Ronaldo riesce sempre a rispondere presente e a levare le castagne dal fuoco. A 36 anni, CR7 grazie alla doppietta messa a segno contro l’Ungheria è diventato, con 11 reti, il miglior realizzatore nelle fasi finali degli Europei, davanti a Platini a quota 9. Per i lusitani, Ronaldo rappresenta una certezza assoluta, ma il rischio che se non è lui a risolvere le situazioni nessun altro sia in grado di farlo, è concreto e rappresenta un limite preoccupante per i campioni in carica. Cinque anni fa, dal nulla era sbucato Eder, ma i miracoli non sempre si ripetono.