EURO 2020

Poche vittorie ma di peso. E nel 1954...

Sarà un derby soltanto per i ticinesi, ma Svizzera - Italia è comunque un classico. Nel 1991 la prima vittoria rossocrociata, l'ultima 28 anni fa

16 giugno 2021
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A considerare la sfida tra Svizzera e Italia una sorta di derby, con ogni probabilità sono soltanto i ticinesi, gli italiani che abitano al di qua della frontiera e i residenti delle zone di confine italiane. Per la stragrande maggioranza dei 60 milioni di italiani, affrontare la Nazionale elvetica non rappresenta un’emozione particolare, al di là di una vittoria garantita nel 48% dei casi. Ma se proprio non lo si vuole considerare come un derby, almeno occorre ammettere che si tratta di un “classico”. In 110 anni di storia calcistica, rossocrociati e azzurri si sono affrontati la bellezza di 58 volte: un record sia per la Svizzera (contro la Germania il pallottoliere ha raggiunto quota 53), sia per l’Italia (c’è un vero abisso con Francia, a quota 39, e Germania, 35 sfide).

Ovviamente, da quel 7 maggio 1911, quando all’Aerna Civica di Milano le due squadre si affrontarono per la prima volta (per la cronaca il risultato finale fu di 2-2), l’Italia ha vinto la maggior parte dei confronti (28) e ne ha pareggiati quasi altrettanti (22), concedendo agli elvetici la miseria di otto successi, il 13% del totale. Nonostante la scarsità di risultati positivi, la Nazionale rossocrociata è comunque riuscita a togliersi qualche soddisfazione importante. Ad esempio, due settimane dopo quel primo confronto finito in parità, la rivincita disputata alla Charrière di La Chaux-de-Fonds vide la netta affermazione dei padroni di casa (3-0). Il primo vero acuto, però, giunse soltanto nel primo dopoguerra, precisamente nel 1924 alle Olimpiadi di Parigi, quando la Svizzera si impose 2-1 nei quarti di finale, con gol di Sturzenegger e di quel Max Abegglen che avrebbe poi dato il nome al Fc Xamax (Abegglen era soprannominato Xam), dal quale nel 1970 sarebbe nato, grazie alla fusione con il Cantonal Neuchâtel, l’attuale Neuchâtel Xamax.

Ma torniamo alle sfide tra Svizzera e Italia. Prima di Euro 2020, due sole volte le due Nazionali si erano affrontate in una fase finale. Ai Mondiali 1962 in Cile finì con un secco 3-0 per l’Italia con rete di Mora e doppietta di Bulgarelli. Una vittoria che non permise agli Azzurri di proseguire il cammino, sconfitti in quella che passò agli annali come “la Battaglia di Santiago” contro i padroni di casa.

Otto anni prima, ai Mondiali del 1954, la Svizzera aveva invece confezionato quella che rimane la sua impresa più importante. Inserita nel gruppo 4 unitamente a Belgio, Inghilterra e Italia, la Nazionale diretta da Karl Rappan aveva esordito alla Pontaise di Losanna con un successo per 2-1 contro gli Azzurri di Lajos Czeizler. Dopo il gol d’apertura di Robert Ballmann al 18’, era giunto il pareggio di Giampiero Boniperti al 44’, prima del definitivo 2-1 di Sepp Hügi al 78’. In quel Mondiale gli elvetici dovevano affrontare, oltre all’Italia, anche l’Inghilterra (vittoriosa 2-0), mentre gli Azzurri avevano quali avversari la Svizzera e il Belgio (successo 4-1). Sulla base di questi risultati, Svizzera e Italia si erano ritrovati a pari punti e in quel caso il regolamento prevedeva la disputa di uno spareggio. Così, il 23 giugno al St. Jakob di Basilea le due formazioni scesero nuovamente in campo e davanti a 30’000 spettatori, la Svizzera si superò con un chiaro 4-1: in rete Sepp Hügi (14’ e 85’), Robert Ballmann (48’) e Jacques Fatton (90’) per i padroni di casa, Fulvio Nesti (67’) per gli ospiti. Nei quarti di finale quella Nazionale, della quale facevano parte anche i ticinesi Ivo Frosio e Ferdinando “Puci” Riva, sarebbe poi stata sconfitta 7-5 dall’Austria.

Una doppia vittoria che rimane una delle pietre miliari della storia calcistica svizzera, anche perché fu quella l’ultima volta che la Nazionale approdò a un quarto di finale e, di conseguenza, rappresenta l’inizio di un tabù che da troppo tempo si cerca, invano, di esorcizzare.

Per tornare a battere l’Italia fu necessario attendere addirittura 28 anni (e 11 partite). Era il 1982 e la Nazionale di Enzo Bearzot festeggiava il trionfo al Mundial spagnolo. Per farlo, il 27 ottobre aveva invitato all’Olimpico la rappresentativa rossocrociata per quella che doveva essere la celebrazione del titolo mondiale. La festa venne però rovinata dal gol firmato da Rudi Elsener al 54’. 

Undici anni, tre pareggi e due sconfitte più tardi, in un pomeriggio del 1. maggio 1993, l’ultimo successo rossocrociato, firmato al 55’ dal piede sinistro (quello meno nobile) di Marc Hottiger. Tre punti che avevano spalancato le porte di Usa 94 alla selezione di Roy Hodgson. Un trionfo che, sempre nel gruppo 1 delle qualificazioni, era stato preceduto il 14 ottobre 1992 dal pareggio ottenuto a Cagliari grazie alla doppia firma di Ohrel e Chapuisat (su grave errore del portiere Marchegiani) e alla rimonta in extremis di Roberto Baggio (83’) e Stefano Eranio (90’).

Alla vigilia della sfida di Roma, per la Svizzera sono otto le partite senza successo, equamente suddivise tra sconfitte e pareggi. Un’astinenza che dura, guarda caso, da 28 anni, proprio quanti ne erano intercorsi tra la vittoria di Basilea del 1954 e quella del 1982 sulla stessa erba dell’Olimpico che i rossocrociati di Vladimir Petkovic calpesteranno domani sera.

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