Euro 2020

Italia e Svizzera, ecco come la vedo io

Sensazioni, attesa ed emozioni di alcuni primattori dello sport ticinese alla vigilia della sfida di domani a Roma tra i rossocrociati e gli azzurri

Nell’attesa di passare formalmente la mano a Thyago Rodrigo de Souza e a Giammarco Valbusa («Oggi dovrebbe essere depositata in Lega la garanzia per sbloccare la concessione della mini licenza»), Angelo Renzetti si gode gli Europei che vedono partecipi anche alcuni protagonisti della sua lunga avventura alla testa dell'Fc Lugano (Ezgjan Alioski, Akos Kecskes, Filip Holender). Per il numero uno bianconero, molto legato alle sue origini abruzzesi, la sfida di domani tra Italia e Svizzera avrà un sapore particolare… «La vivrò in maniera ambigua. Da un lato vorrei che la Svizzera ottenesse un bel risultato perché mi scoccia che nella Penisola il nostro calcio non goda di considerazione. È l’occasione per dimostrare che anche noi sappiamo giocare a calcio. D’altra parte, l’Italia ha cambiato mentalità, è una squadra piacevole da seguire e mi piacerebbe se questo trend non si interrompesse. Sono convinto che sarà una bellissima partita. Con Mancini l’Italia ha cambiato il modo di proporsi, mentre la Svizzera si trova meglio proprio contro formazioni che sanno costruire. A mio modo di vedere, l’esito della sfida non è affatto scontato».

E degli Europei in generale cosa si può dire? «Ho guardato tutte le partite, a volte un po’ distrattamente. Mi sembra che il livello spettacolare sia superiore al previsto, a maggior ragione dopo un anno e mezzo di problemi legati alla pandemia».


Angelo Renzetti ha origini abruzzesi (Ti-Press)

Morandi: ‘Inutile creare una rivalità supplementare’

«Per me la rivalità scatta con qualsiasi squadra giochi contro la Svizzera – afferma Davide Morandi, tecnico del Bellinzona –. Il fatto che l’avversario di mercoledì si chiami Italia non mi porta a vivere l’appuntamento in modo particolare. Ovvio, sarebbe falso affermare che tra Italia e Galles non ci sia differenza, perché in questo momento la squadra di Mancini è una delle favorite di questo torneo, ragion per cui la sfida assume un gusto particolare. E sono anche convinto che sarà una partita aperta, perché non credo che la Svizzera giocherà per difendersi, ma in compenso sono certo che l’Italia scenderà in campo per attaccare. I rossocrociati dovranno essere bravi a trovare il punto d’equilibrio tra le due fasi e a non perdere il controllo del centrocampo, in caso contrario andrebbero in grave difficoltà. Nel complesso, devo ammettere che in questo primo scorcio di Euro non mi sarei aspettato un ritmo così elevato».


Davide Morandi (Ti-Press)

Bordoli: ‘Giovedì mattina appuntamento al bar’

Per Livio Bordoli, responsabile tecnico della Ftc, non sarà una partita come tante... «Ma scherzi? Da buon ticinese la rivalità la sento, eccome. Con i miei amici italiani sono già fioccate le scommesse. Giovedì mattina, appuntamento al bar: chi vince, paga. Nel complesso, però, questi Europei non li sto seguendo con l’assiduità di un tempo, quando non perdevo nemmeno un minuto. Adesso guardo le partite che mi interessano, in particolare quelle che vedono impegnate le squadre per le quali tifo: oltre alla Svizzera, Germania e Portogallo. Comunque, sono convinto che a partire dagli ottavi di finale il mio interesse crescerà e di molto. Tornando alla sfida con l’Italia, ritengo che rivedremo la Svizzera di sempre, quella che con le grandi sa offrire le cose migliori. Alla fine, la differenza starà tutta in qualche dettaglio, magari a nostro favore. Perché sono convinto che il risultato non sia così scontato come tutti vorrebbero far credere».

Rossini: ‘Non guardare l’Euro sarebbe un sacrilegio’

Cinque anni fa era volato in Francia in qualità di osservatore per la Nazionale Vlado Petkovic, quest’anno, Arno Rossini l’Euro se lo guarderà alla televisione. «E cercherò di non perderne nemmeno un minuto, anche per capire qual è la direzione, dove sta andando il mondo del pallone. Per il momento, ho assistito a partite bellissime, rese ancora più attraenti e spettacolari dalla presenza del pubblico sugli spalti. A maggior ragione, guarderò quella di mercoledì sera. Con l’Italia c’è una rivalità storica, la stessa che passa tra i basilesi e la Germania. E, paradossalmente, sono convinto che la sfida contro gli azzurri possa essere semplice da impostare. L’Italia è una delle favorite per la vittoria finale e con sei punti in due partite potrebbe far rifiatare i titolari contro il Galles. Di fronte a una compagine che sembra possedere caratteristiche sudamericane, la Svizzera dovrà fare di più rispetto all’esordio con il Galles. La prestazione dovrà essere perfetta, ma sono convinto che il risultato positivo possa essere portato a casa. Occorrerà però cambiare attitudine, evitando quei passaggi a vuoto costati carissimo contro il Galles. È inutile negarlo, in ottica qualificazione contro l’Italia ci giochiamo moltissimo».

Sannitz: ‘Pronto per gli sfottò’

«Gli Europei? Sì, li seguo. Forse non assiduamente – dice Raffaele Sannitz, ex giocatore dell’Hc Lugano – ma cerco comunque di guardare le partite più interessanti. Il fatto che, come la fase finale della Coppa del mondo, la loro cadenza non sia annuale, ma addirittura quadriennale (o più, se ci si mette di mezzo la pandemia), li rendono un evento ancora più particolare, che val la pena seguire. Le partite rappresentano lo sfondo ideale delle calde serate di inizio estate, spesso guardate in compagnia di amici». Il cuore dell’ex numero 38 dei bianconeri è tutto a tinte rossocrociate o c’è posto per altre simpatie? «Bene o male cerco di vedere anche altre partite, ma è innegabile che il cuore batta più forte quando in campo c’è la Svizzera». E Svizzera-Italia di domani, come la vivrai? Come un derby tra Lugano e Ambrì Piotta? «Sicuramente sarà una partita un po’ più sentita delle altre, ma al di là di questo la seguirò come tutte altre, se possibile in compagnia degli amici. Anche quelli di fede azzurra, sperando di essere noi quelli che al termine della partita potranno fare gli sfottò agli altri. Sfottò che del resto c’erano anche all’interno del nostro spogliatoio quando si sfidavano Svizzera e Italia». Niente carosello per le strade suonando il clacson qualora dovesse vincere la Svizzera? «No, assolutamente. Mi reputo un tifoso molto calmo. I caroselli era bello farli quando eravamo noi a festeggiare sul ghiaccio un titolo nazionale, ma quella è tutta un’altra storia».

«A essere sincero questi Europei li sto seguendo con un certo distacco – spiega Mirko Bertoli, team manager dell’Hc Lugano –, anche perché alle prese con parecchie faccende professionali. Diciamo che finora ho seguito le partite di Svizzera e Italia, ma poco altro». Imperdibile dunque l’appuntamento di domani con la sfida tra elvetici e Azzurri… «Quella senz’altro. Perché in campo ci saranno le due squadre che seguo con piacere. Da svizzero, il mio cuore non può che battere per i colori rossocrociati, ma nel mio cuore c’è anche spazio per l’Italia. Proprio così: sarò forse uno dei pochi in Ticino, ma tifo sia per la Svizzera, sia per l’Italia». Ma domani ci dovrà per forza essere una squadra preferita… «Beh, al di là di tutto la prima scelta è la Svizzera. Ma qualora i rossocrociati dovessero chiudere anzitempo il loro percorso europeo, la mia prima scelta diventerebbe l’Italia». Chi vincerà il ‘derby’ di domani? «Oggettivamente sarà dura per gli uomini di Petkovic: l’Italia ammirata contro la Turchia ha dimostrato di essere veramente una squadra tosta».

Cereda: ‘Mi piace il calcio in generale’

Luca Cereda (allenatore dell’Ambrì Piotta): «Quando gli impegni con la preparazione a secco della squadra e quelli in famiglia me lo permettono, cerco di seguire le partite. Non solo quelle della Svizzera: mi piace il calcio in generale, e dunque nel limite del possibile cerco di vedere ogni sfida. Anche se, chiaramente, quando è la nostra nazionale a giocare, allora è quasi imprescindibile fermarsi a guardarla». Come sabato: e che Svizzera hai visto contro il Galles? «È stata una Svizzera dai due volti. Partita abbastanza bene, dominando a tratti l'incontro. È poi calata un po’ nella seconda parte della ripresa, e il Galles ne ha approfittato per pareggiare: forse si è un po’ ‘seduta’ dopo aver trovato il gol del vantaggio, chi lo sa… È difficile giudicare dall’esterno, ma è innegabile che vi sia stata una sensibile differenza tra la qualità di gioco espressa nei primi minuti e quella della fase centrale del secondo tempo». Come le segui le partite di questo Europeo? «In tutta franchezza quando c’è una partita importante, mi piace guardarla privatamente, a casa mia. E così farò appunto domani per la sfida tra Svizzera e Italia». Che vivi come un derby tra Ambrì e Lugano? «È sicuramente una partita speciale, più sentita rispetto a qualsiasi altra. Anche se il suo ‘peso emotivo’ in questi anni è andato un po’ scemando. In passato, quando magari le due selezioni si sfidavano nelle qualificazioni a un Mondiale o un Europeo, la tensione che precedeva un simile incontro era sicuramente maggiore».

Duca: ‘Un derby con in palio anche il prestigio’

«Cerco di seguire le partite serali della rassegna e quelle della Svizzera – dice Paolo Duca, direttore sportivo biancoblù –. Domenica ad esempio, in seconda serata di sono guardato la ripresa di Olanda-Ucraina, e in appena 45’ mi sono visto 5 reti; quasi come una partita di hockey! Non sono un grande tifoso di calcio, ma quando ci sono Mondiali o Europei, la passione per il pallone, e segnatamente per quello a tinte rossocrociate, si risveglia». Un tifo tutto svizzero dunque… «Sì, ovviamente, non possono esserci alternative». Deluso dall’1-1 con il Galles? «Più che deluso, spero che quel pareggio non finiremo col pagarlo a caro prezzo nel prosieguo di questa prima fase. Con un atteggiamento un po’ più grintoso e aggressivo, magari avremmo potuto anche portare a casa qualcosa di più. Ma nello sport i ‘se’ e i ‘ma’ nello servono a molto…». Domani c’è la sfida con l’Italia: una partita che vale come un derby? «Assolutamente sì. Quando sfidi i tuoi ‘vicini di casa’, in palio, oltre che i tre punti, c’è anche il prestigio».

Righetti: ‘Non sono uno da tifo contro’

«Sono contento che ci siano questi Europei, mi stanno facendo tornare la voglia di vedere partite di calcio – spiega Paolo Righetti, presidente Acb –. Nell’ultimo anno, nonostante l’Acb, era venuta meno. È una festa alla quale contribuisce anche il pubblico tornato sugli spalti, rendendo tutto molto più piacevole». Italia-Svizzera? Ogni partita ha la sua storia, anche se considero l’Italia leggermente favorita. Al debutto li ho visti bene. Questa Italia è un bel gruppo, coeso. È una partita che sento molto, la vivo come un derby, ma non sono uno di quelli scatenati del “tifo contro”. Voglio che vinca la Svizzera, ma non auguro nulla di male all’Italia».

Nicola Bignotti, direttore generale dei rossoblù, un’occhiata interessata agli Europei la dà, benché senza un particolare coinvolgimento emotivo. «Guardo Italia e Svizzera con interesse, ma non da addetto ai lavori, bensì da appassionato di calcio, da tifoso. Devo riconoscere che lo sto seguendo poco. Mi coinvolge meno di altri eventi passati, non ho la passione con la quale avevo seguito altri grandi tornei del genere». Fari puntati su Italia e Svizzera. «Una partita importante per entrambe, perché ritengo che siano le due squadre favorite per il passaggio del turno. L’una è la Nazionale del Paese in cui sono nato e cresciuto. L’altra, è la Nazionale allenata da Petkovic e Manicone, due persone che conosco molto bene e che stimo tanto. Spero che il risultato possa essere d’aiuto a entrambe affinché superino le insidie del girone. Mi aspetto una bella sfida, divertente. Gli Azzurri all’esordio hanno disputato un’ottima partita, proponendo un bel gioco. La Svizzera meritava di più, contro il Galles».


Paolo Righetti, presidente dell'Acb (Ti-Press