Lo sloveno, protagonista col danese al Tour de France, intende riprendersi la corona abbandonata l'anno scorso
«Jonas Vingegaard ed io», ha detto Tadej Pogacar nel primo giorno di riposo del Tour 2023, «offriamo fuochi d'artificio a ogni tappa».
Crede di avere ormai fatto pendere l'ago della bilancia a suo favore, in questa Grande Boucle?
Siamo sulla buona strada. Non posso esprimermi per Vingegaard, ma io mi sento sempre meglio, ogni giorno che passa. Non vedo l'ora di riprendere la strada, domani. Inoltre, la prossima settimana, l'ultima, dovrebbe essere ancora meglio. Poi, per carità, posso anche sbagliarmi. Vingegaard ha detto che le Alpi sono più adatte a lui? Vedremo. Anch'io amo le tappe alpine, e conosco bene queste strade. Anno dopo anno, sto migliorando nelle salite lunghe, soffro meno il caldo. Insomma, mi sento pronto.
È stupito dalla condizione ritrovata così in fretta dopo l'infortunio al polso?
Non troppo. Mi ha stupito maggiormente aver perso del tempo a Marie Blanque. Sapevo che sarei arrivato in forma per il Tour. È la quarta volta che vi prendo parte, e ho ormai imparato molto, specie sul modo di correre. Lanciarsi in fughe solitarie di 50 km è bello, ma nelle corse di tre settimane bisogna sapersi gestire, devi correre con la testa. Non puoi permettersi di fare fuoco e fiamme un giorno e poi perdere tutto il giorno seguente. Probabilmente sto invecchiando! I miei giorni in maglia bianca (quella destinata al miglior giovane) stanno per terminare.
Come definirebbe la sua rivalità con Vingegaard?
È una bella rivalità. Lo scorso anno abbiamo assistito a uno dei migliori Tour de France della storia. E anche quest'anno, dopo una sola settimana, si è già visto molto spettacolo. Io e lui facciamo fuochi d'artificio a ogni tappa. Quella fra di noi è davvero una bella competizione. So bene che la Jumbo-Visma (la squadra di Jonas Vingegaard) farà di tutto per farmi scoppiare in una tappa tipo quella di Granon lo scorso anno, ma ritengo di essere pronto a rispondere a qualsiasi tattica decideranno di mettere in campo.