laR+ CALCIO

‘Non ci accontentiamo, possediamo ampi margini di miglioramento’

Domenica riparte la Super League. Carlos Da Silva, diesse del Lugano, analizza i primi sei mesi di campionato con un occhio rivolto al 2024

(Nei prossimi mesi non mancheranno le occasioni per esaltarsi)
14 gennaio 2024
|

Tra sei giorni Cornaredo riaprirà i cancelli per ospitare lo Stade Losanna e la ripresa della stagione di Super League dopo una pausa invernale più breve rispetto alle abitudini. Il Lugano è rientrato il 10 gennaio dallo stage di Benidorm e mercoledì disputerà a Biasca contro il Paradiso la sua ultima amichevole di preparazione (14.00). È dunque il momento giusto per analizzare, in compagnia del direttore sportivo Carlos Da Silva, quelle che sono le aspettative per i prossimi cinque mesi di campionato e quelle che sono state le riflessioni a livello dirigenziale dopo la prima parte della stagione. Una prima parte, suddivisa tra Super League, Coppa Svizzera e Conference League, in linea con gli standard fissati nella stanza dei bottoni…

«Se guardo a quelli che erano gli obiettivi e al percorso compiuto per arrivare dove siamo adesso, posso ritenermi soddisfatto. In Super League siamo tra le prime sei, quelle che disputeranno la fase finale per il titolo e tra le quali, ovviamente vogliamo ad ogni costo esserci, mentre in Coppa siamo andati avanti e ci aspetta un affascinante quarto di finale a Basilea. Per quanto riguarda l’Europa, volevamo andare il più lontano possibile e se quanto raggiunto rappresenta il “più lontano possibile”, per noi va bene. Ci siamo resi protagonisti di prestazioni importanti e forse avremmo meritato di raccogliere qualche punto in più. Soprattutto considerando le condizioni con le quali spesso ci siamo trovati confrontati, vale a dire una lunga serie di infortuni nel momento sbagliato, coinciso con la partita di Losanna, quando abbiamo perso in un colpo solo quattro giocatori, la cui mancanza ha poi condizionato il prosieguo da lì a dicembre. Tuttavia, rimaniamo in corsa in due delle tre competizioni nelle quali eravamo impegnati, per cui posso ritenermi soddisfatto».

Quello degli infortuni è stato uno dei temi caldi dello scorso autunno. La percezione del tifoso è che in infermeria siano finiti troppi giocatori, alcuni dei quali per ricadute che, forse, sarebbe stato possibile evitare. Di sicuro, questo è stato un tema di discussione a livello dirigenziale… «La percezione comune è stata senza dubbio accentuata proprio da quella partita di Losanna. Tuttavia, analizzando le statistiche dell’Uefa, posso affermare che eravamo in media con altre squadre di Super League. Ciò non significa che non occorra capire cosa è successo e trovare delle contromisure affinché in futuro sia possibile limitare gli infortuni. A oggi, tuttavia, questo tipo di analisi è precoce. Sono molti i fattori da tenere in considerazione: l’intensità delle partite, le condizioni dei terreni da gioco, la tipologia di giocatori che vogliamo a Lugano, il lavoro di recupero e di prevenzione sono tutte componenti suscettibili di portare a uno infortunio. Al momento, però, non siamo in grado di esprimere un giudizio definitivo, è un lavoro che verrà effettuato a fine stagione, con tutti i dati a disposizione. Ovviamente, sul tema ci siamo chinati e abbiamo apportato qualche aggiustamento, ma in questo preciso momento la nostra preoccupazione principale era di svuotare l'infermeria prima della ripresa del campionato e garantire a Croci-Torti una rosa al completo. Purtroppo, nell’amichevole di venerdì Aliseda ha subito un nuovo guaio muscolare, tuttavia non legato all’infortunio che lo ha tormentato per tutto l’autunno. Va pure detto che il rischio di problemi muscolari è dato pure dalla tipologia di giocatori con i quali si lavora. E noi a Lugano prediligiamo ragazzi esplosivi, capaci di garantire velocità, ma che per la loro struttura fisica e muscolare possono essere più “fragili”. A giugno raccoglieremo tutti i dati in nostro possesso, li confronteremo con quelli delle due ultime stagioni e trarremo le dovute considerazioni e i dovuti insegnamenti».

Il Lugano riparte da Mattia Croci-Torti, nonostante in autunno fosse giunto qualche segnale di una fiducia che iniziava a vacillare… «Non ci sono mai stati dubbi o discussioni interne in merito alla figura dell’allenatore. Anche perché le nostre analisi vanno al di là del risultato della domenica. Il nostro metro di giudizio non è “se vinciamo va tutto bene, se perdiamo va tutto male”. Certo, a conti fatti la vetrina della società è rappresentata dalla prima squadra e dai risultati nelle competizioni nelle quali è impegnata. Ciò nonostante, le nostre valutazioni sono più profonde. A noi interessa osservare uno sviluppo generale del gruppo e in questo senso, nonostante tutte le difficoltà con le quali la squadra è stata confrontata, abbiamo potuto notare una crescita, collettiva come individuale. Inoltre, a prescindere dagli infortuni con i quali è stata confrontata, la squadra non ha mai mollato e ha sempre creduto nel lavoro proposto dallo staff tecnico. Anche per questi motivi, la nostra fiducia rimane intatta».

Rimangono sensibili i margini di miglioramento… «Questo gruppo ne ha, eccome. E vorremmo che fossero espressi già a partire da domenica. Per esempio, in alcune occasioni siamo entrati in partita troppo “molli”, svegliandoci soltanto dopo essere andati sotto. Dobbiamo riuscire ad approcciare meglio le partite, perché nel calcio moderno non puoi più permetterti di avere delle pause, devi rimanere sul pezzo dal primo all’ultimo minuto. Un altro aspetto da migliorare nei prossimi cinque mesi? Quel killer instinct che abbiamo dimostrato di non possedere, con il risultato di perdere punti importanti nonostante prestazioni di ottimo livello e occasioni a iosa: in Super League (Servette in casa, Grasshopper a Zurigo, ndr), così come in Europa (le due partite con il Bodö/Glimt, ndr). La capacità di trasformare in gol la mole di lavoro svolta è una caratteristica che dobbiamo acquisire il più in fretta possibile, non possiamo più considerarci una squadretta alle prime armi».

Alle spalle di Young Boys e San Gallo, con 32 reti il Lugano è il terzo attacco della Super League. Tuttavia, la statistica è “dopata” dagli 11 gol messi a segno in due partite contro l’Yverdon: alla luce del numero di occasioni create, il piatto piange. Il mercato invernale potrebbe permettere di correre ai ripari… «Con gli ex infortunati di nuovo a disposizione di Croci-Torti, non è nostra intenzione muoverci. A meno che qualche elemento importante ci lasci. Non dimentichiamo che in squadra abbiamo il miglior assistman della lega, Renato Steffen (10, praticamente ha messo il piede in un gol su tre, ndr), che Zan Celar è a quota 6 reti (comanda il ginevrino Bedia con 10, ndr), che Vladi ha mostrato costanti segnali di progresso, che Mahou e Bottani sono tornati in rosa… Non vedo dunque la necessità di apportare modifiche, la società ha fiducia al 100% nei giocatori a disposizione».

Allan Arigoni potrebbe però volare negli Stati Uniti… «Se le trattative dovessero concretizzarsi, dovremmo ovviamente tornare sul mercato, perché non possiamo certo pensare di affrontare i prossimi mesi con il solo Espinoza sulla fascia destra. E, ovviamente, non abbiamo fatto rientrare Ousmane Doumbia da Chicago per affidargli il ruolo di terzino, come ha fatto, in parte, nell’amichevole con lo Sciaffusa. Certo, Ousmane è un giocatore che dove lo metti rende, ma ci sono altri ruoli nei quali la sua visione di gioco può rivelarsi molto più utile alla causa della squadra».

Il Lugano è rientrato da Benidorm con volumi e intensità di lavoro molto buoni, ma con un’amichevole in meno, quella annullata con il St. Pauli… «Nelle partite con Genk e Sciaffusa abbiamo potuto garantire a tutti il minutaggio necessario, domenica i 90’ contro i tedeschi non ci mancheranno: la squadra sarà pronta alla ripresa di un campionato nel quale i risultati da ottenere sono ancora molti e importanti, in campionato – un posto sul podio –, così come in Coppa».