Calcio

Parola d'ordine: salvare Yakin

È quanto vanno ripetendo, da almeno un mese, i massimi dirigenti del calcio svizzero

13 novembre 2023
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Il presidente dell'Associazione svizzera di football Dominique Blanc l'ha ripetuto a gran voce dopo il deludente 3-3 casalingo contro la Bielorussia: la posizione del coach Murat Yakin non è in alcun caso in discussione. Anche perché il governo del calcio svizzero non ha certo l'abitudine di silurare un allenatore nel pieno del suo mandato, specie se la campagna di qualificazione come in questo caso - si annuncia vittoriosa. Tutto sta infatti a indicare che la Svizzera già nel corso di questa settimana staccherà il biglietto per Euro 2024. Mercoledì a Felcsut, in Ungheria, in caso di vittoria contro gli israeliani - già sconfitti domenica in Kosovo e comprensibilmente concentrati su cose più importanti del calcio - la qualificazione alla kermesse continentale in programma la prossima estate in Germania diventerebbe realtà, ancor prima di affrontare Kosovo e Romania negli ultimi due match del gruppo I.

Blanc ha ricordato - dalle colonne di ‘Le Temps’ - la nazionale è tuttora imbattuta nella campagna continentale: e se lo resterà fino alla fine delle qualificazioni, Murat Yakin stabilirà un record che i suoi tre predecessori non hanno mai raggiunto. Le statistiche, dunque, fin qui parlano chiaramente a favore di Yakin, anche se va ricordata la complessiva debolezza del gruppo in cui i rossocrociati sono stati inseriti da un sorteggio più che benevolo. I tre pareggi concessi alla Romania (2-2) a Lucerna, al Kosovo a Pristina (1-1) e alla Bielorussia a San Gallo (3-3) hanno certo macchiato il bilancio di questa campagna. Nel primo caso, il pareggio scaturì dopo che gli elvetici avevano largamente dominato il match: colpa sia un coaching discutibile negli ultimi scampoli di partita sia di un paio di errori di Yann Sommer. In Kosovo qualche colpa l'ebbe Dan Ndoye, che invece di ‘nascondere’ e addormentare il pallone vicino alla bandierina del corner al 92‘ decise di giocarlo e perderlo. A San Gallo, infine, ci fu l'autentico disastro, con un blackout generale dopo un'ora di gioco - durante la quale i bielorussi erano stati totalmente innocui - che permise agli avversari della Svizzera di andare a segno ben tre volte nel giro di pochissimi minuti. Il pareggio poi strappato dai rossocrociati nei secondi finali dell'incontro (reti di Akanji e Amdouni) non salvarono certo la faccia, ma servirono comunque a smentire l'idea circolante secondo cui i giocatori elvetici stessero giocando contro il proprio allenatore.

La posizione di Murat Yakin era stata fortemente indebolita a Prsitina dal capitano Granit Xhaka, che dopo la gara, a caldo, aveva denunciato la mancanza di intensità negli allenamenti organizzati in vista di quella partita. I vertici del calcio nostrano, in seguito, si erano limitati a commentare che Granit «non avrebbe dovuto pronunciare quelle parole». Il fatto è che la relazione fra Xhaka e il Ct si è fatta tesa e conflittuale dopo che Yakin aveva sostituito il capitano contro il Kosovo il 29 marzo del 2022 al Letzigrund, proprio nel corso della sua presenza numero 100 con la casacca rossocrociata. Quella volta, il selezionatore commise un tragico errore.

Sbaglio davvero stupefacente, specie considerando il fatto che Murat è sempre molto attento a certe dinamiche, qualità che aveva spesso dimostrato nel corso delle sue precedenti esperienze in panchina e che aveva fatto pendere l'ago della bilancia a suo favore quando Dominiqie Blanc e Pierluigi Tami - direttore delle squadre nazionali - dovevano decidere nell'estate del 2021 il nome del tecnico che avrebbe dovuto sostituire Vladimir Petkovic. E la scelta era caduta proprio su di lui, benché non potesse vantare chissà quale curriculum: allenava infatti lo Sciaffusa in Serie B, ed era dunque - in quel momento - poco più di un ’dilettante‘.

Tutti sanno che Yakin è uno che non ama far lavorare troppo i suoi giocatori, ma in fondo lo erano anche i suoi tre predecessori. Allenare una nazionale, del resto, prevede anche la concessione ai giocatori di ritagli temporali di riposo: e infatti Kuhn, Hitzfeld e Petkovic non hanno mai preteso di imporre ai calciatori rossocrociati carichi di lavoro troppo elevati, specie nel mezzo della stagione agonistica. Il Ct deve sempre tenere in considerazione le pressioni e le esigenze dei club, che certo non vogliono vedere i propri giocatori faticare troppo o addirittura infortunarsi durante le finestre dedicate alle nazionali.

A giocare a favore di Murat c’è anche il suo essere piuttosto glamour, ben più di quanto lo fosse ad esempio Vlado Petkovic. Col suo passato di buon giocatore e forte del sostegno della stampa di cui gode nella Svizzera tedesca, dove è un personaggio molto amato dalla gente, Yakin è altresì il selezionatore ideale per intrattenere proficue relazioni con gli sponsor. L'Asf è ben conscia di tutto ciò, e dunque tutto fa pensare che il suo contratto - in scadenza la prossima primavera - sarà con ogni probabilità prolungato, anche perché non confermare un tecnico alla vigilia di una fase finale che ha lui stesso conquistato può risultare assai controproducente.