Calcio

L'ultimo omaggio a Bobby Charlton

Diverse migliaia di persone hanno reso omaggio alla leggenda del football inglese, scomparsa lo scorso mese a 86 anni

13 novembre 2023
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La folla ha sfidato nebbia e pioggerella a Manchester per rendere un ultimo omaggio a Sir Bobby Charlton, campione del mondo con la Nazionale inglese e leggenda dello United, scomparso a 86 anni il mese scorso. Il carro funebre ha attraversato la città per trasportare il feretro del campione fino alla Cattedrale di Manchester, applaudito al passaggio da diverse migliaia di persone. L'itinerario prevedeva il passaggio in luoghi emblematici legati alla carriera di Charlton, fra cui l'Old Trafford – stadio dei suoi maggiori exploit – e la United Trinity, celebre statua raffigurante il campione deceduto insieme a Denis Law e George Best, le altre leggende del club mancuniano.

Fra i mille invitati alle esequie – celebratesi alle 14 ora locale – figuravano fra gli altri Alex Ferguson, iconico coach dei Red Devils, il selezionatore inglese Gareth Southgate e il principe William, oltre a diversi giocatori-simbolo come Ryan Giggs, Roy Keane o l'ex capitano Bryan Robson, che ha dichiarato alla Bbc che Charlton era «un calciatore fantastico, ma prima ancora una bella persona, sempre disponibile con tutti». «Non si è mai vantato», ha aggiunto Alex Stepney, suo ex compagno, «gli interessava soltanto giocare il meglio possibile per lo United e per l'Inghilterra. Era un uomo umile, e un esemplare padre di famiglia».

Bobby Charlton, ex centrocampista arretrato, è morto il 21 ottobre dopo una caduta accidentale all'interno della casa di riposo dove viveva. Nato ad Ashington, città operaia del Nord-est dell'Inghilterra l'11 ottobre 1937, aveva raggiunto a 15 anni il Manchester United, club con cui vinse fra l'altro il campionato inglese nel 1957 e la Coppa dei campioni nel 1968, prima di diventarne il direttore generale una volta smesso di giocare. Con la Nazionale dei Tre leoni, che condusse al titolo iridato in casa nel 1966, giocò 106 volte e segnò 49 reti fino al 1970, data della sua ultima presenza, collezionata al primo Mondiale messicano. Di lui si ricorda pure il fatto di essere fra i pochi superstiti della tragedia aerea in cui persero la vita molti dei suoi compagni di club, quando il 6 febbraio del 1958 l'aereo su cui viaggiavano si schiantò e prese fuoco tentando di decollare dopo uno scalo effettuato a Monaco di Baviera, in provenienza da Belgrado, dove avevano giocato una gara di Coppa contro la Stella Rossa. «Non è mai passato un giorno in cui non abbia pensato a ciò che avvenne quel giorno», amava ripetere il vecchio campione.