Hugo Lamy, difensore dell'Acb cresciuto nel prestigioso club parigino, fa un bilancio dei primi mesi in granata
«A Bellinzona mi trovo alla grande, sono stato accolto molto bene dai compagni, dai dirigenti e dallo staff: Mi sto integrando in fretta». Parole di Hugo Lamy, difensore francese classe 2004 in forza all’Acb dall’estate. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a San Gallo, dove i granata alloggiano in vista della gara contro il Wil di venerdì valida per il 14° turno.
I sangallesi sono quarti in classifica, ma vengono da una serie di risultati negativi - 4 sconfitte e 1 pareggio - e dunque potrebbe essere l’occasione giusta per il Bellinzona di riprendere il trend positivo degli ultimi tempi, interrotto domenica scorsa al Comunale dal Sion che sta dominando il torneo. «Il nostro obiettivo è mantenere il posto in Challenge League, ma se poi riusciremo a piazzarci nella parte alta della classifica, tanto meglio. Dobbiamo racimolare più punti possibili, a cominciare da questa gara col Wil», spiega Lamy.
E quali sono invece i suoi obiettivi personali? «Innanzitutto voglio fare esperienza in un campionato professionistico dopo tanti anni passati nelle giovanili, e vorrei riuscire a mantenere per tutta la stagione la forma e il rendimento che ho avuto fin qui. Alla Challenge League, ai suoi ritmi e alla sua fisicità, mi sono adattato molto in fretta, e sono felice di aver scelto il Ticino». Il francese, in effetti, in questo primo scorcio di stagione - quasi sempre titolare - ha saputo farsi apprezzare.
Ma se pensa un po’ più a lungo termine, non vorrebbe magari fare ritorno al Paris Saint-Germain, club in cui è cresciuto? «È ovvio che mi piacerebbe, ogni calciatore vorrebbe giocare nella prima squadra del Psg». Ci parli della sua esperienza parigina… «Ho passato sei anni al Psg, dai 13 fino alla scorsa estate, ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. È stata un’esperienza eccezionale, è un club prestigiosissimo, il migliore in Francia e fra i più importanti d’Europa. Ho imparato molto, sia come giocatore sia come uomo, mi ritengo davvero fortunato di aver potuto passare così tanti anni al Psg».
A Bellinzona, invece, in questi mesi cos’ha imparato? «Ho già accumulato un po’ d’esperienza, tutto serve a crescere. Ad aiutarmi maggiormente sono stati Miguel Rodrigues e Matteo Tosetti, che mi hanno preso sotto la loro ala, e li ringrazio. Matteo mi dà molti consigli, sia in campo sia fuori». E allargando lo sguardo, a chi si ispira? «Non ho idoli, ma guardo attentamente molti giocatori, e da tutti cerco di rubare qualcosa, ad esempio Kyle Walker del City o Dani Carvajal del Real: sono i miei maggiori modelli».