Dopo quasi due anni d'assenza e quel rigore a Roma che poteva costare la qualificazione ai Mondiali, il laterale dell'Yb ritrova la fiducia di Yakin
Una seconda opportunità non la si nega a nessuno. È quanto deve aver pensato Murat Yakin al momento di stilare la lista dei convocati per il doppio confronto valido per le eliminatorie a Euro 24, contro Israele (nel frattempo rinviato) e Bielorussia (domenica al Kybunpark di San Gallo). Il cittì basilese si è probabilmente convinto che quasi due anni di ostracismo possano considerarsi una “punizione” sufficiente per quanto era successo il 12 novembre 2021 a Roma. Quell'inutile fallo commesso da Ulisses Garcia ai danni di Domenico Berardi al 90’ della sfida dell'Olimpico, avrebbe potuto costare la qualificazione (almeno quella diretta) ai Mondiali in Qatar. Buon per Garcia, per Yakin e per tutta la Svizzera calcistica, Roberto Mancini aveva deciso di rimandare sul dischetto quello stesso Jorginho già ipnotizzato pochi mesi prima da Yann Sommer nella sfida d'andata a Basilea. E l'italo-brasiliano, memore di quell'episodio, non aveva saputo gestire la tensione, sparando alle stelle il pallone che, se fosse finito in fondo al sacco, avrebbe spedito l'Italia ai Mondiali.
«Ho dovuto lavorare tanto per meritarmi una seconda chance – afferma il ginevrino dello Young Boys, probabilmente il miglior laterale difensivo della Super League –. Voglio però credere di possedere il livello necessario per far parte della Nazionale. In gol nell'ultimo weekend nella vittoria dei gialloneri contro il Basilea, Garcia si esprime attualmente su un livello che spiega bene come mai un club come il Lens, vicecampione di Francia, abbia espresso interesse per un suo eventuale trasferimento. Solamente un infortunio occorsogli durante la preparazione estiva gli ha fatto decidere di rimanere a Berna: non sarebbe stato saggio né per il Lens, né per lo stesso giocatore, iniziare da menomato un'avventura tanto importante. Per la gioia dello Young Boys, club che gli ha appena rinnovato il contratto fino al 2026... «Dal 2018, Ulisses è uno degli artefici principali dei nostri successi», sottolinea un altro romando, il direttore sportivo Steve von Bergen. A 27 anni, colui che è cresciuto calcisticamente al Grasshopper, prima di partire alla volta di Brema, è diventato uno dei leader del principale club elvetico.
Adesso, non gli resta che imporsi anche in Nazionale. In un primo tempo il suo ruolo sarà quello di “backup” di Ricardo Rodriguez. Ma nel caso in cui Murat Yakin dovesse pensare a una difesa a tre, spostando il capitano del Torino a fare il braccetto di sinistra, Garcia potrebbe venir promosso per andare a occupare la fascia sinistra... «Posso giocare in entrambi i moduli», afferma lui con sicurezza. In effetti, ci si ricorderà della prestazione di primo livello messa in mostra nel 3-5-2 con il quale Raphaël Wicky aveva provato a fermare il Lipsia nella prima sfida di Champions League. Senza dimenticare che, al di là dell'impegno di domenica contro la Bielorussia, in novembre la Svizzera sarà chiamata a disputare tre partite in sei giorni, con il recupero contro Israele (15) prima delle sfide con Kosovo (18) e in Romania (21). Considerando lo scarso tempo di recupero a disposizione, è probabile che Murat Yakin possa procedere a un ampio turnover, soprattutto nel caso in cui la Svizzera dovesse già aver staccato il biglietto per Germania 2024. Se così fosse, sarebbe più che ipotizzabile la prima titolarizzazione di un giocatore che nelle sue quattro apparizioni in rossocrociato era sempre entrato dalla panchina. L'ultima, rischiando una clamorosa frittata...