La nazionale U21 punta a sgambettare la Spagna nei quarti di finale degli Europei e a fare un passo fondamentale verso la qualificazione alle Olimpiadi
Qualificata per i quarti di finale degli Europei grazie soprattutto ai demeriti dell'Italia e alla generosità della Norvegia, la Svizzera U21 vuole ora dimostrare di aver meritato appieno questo posto nell'incontro con la Spagna. Un incontro che mette in palio non solo la semifinale, ma anche un'importante fetta (se non intera) di pass olimpico. L'Europa dispone infatti di tre posti, più quello assegnato d'ufficio alla Francia, Paese ospitante, mentre l'Inghilterra non può qualificarsi in quanto è presente nel Cio come Regno Unito. Ciò significa che le tre migliori nazioni di questa rassegna (Francia e Inghilterra escluse) staccheranno il biglietto per Parigi. Tuttavia la Svizzera è la peggiore tra le squadre qualificate per i quarti di finale, ragion per cui un'eliminazione cancellerebbe qualsiasi sogno a cinque cerchi. E proprio i transalpini o l'Ucraina incroceranno al penultimo turno la vincente di Spagna-Svizzera.
Gli iberici, guidati da Santi Senia, partono nel ruolo di favoriti, visto anche l'ottimo girone disputato. Le furie rosse hanno strappato la qualificazione con due convincenti successi contro Romania (3-0) e Croazia (1-0), mentre nel pareggio per 2-2 con l'Ucraina si sono concessi un ampio ricambio, per far riposare i titolari. La compagine spagnola – che ha vinto il titolo in tre delle ultime sei edizioni del torneo – ha finora impressionato, più che per le individualità, per l'eccellente gioco corale esibito.
Sul fronte svizzero, a maggior ragione dopo il crollo nell'ultima mezz'ora contro i francesi, è lecito chiedersi quanta benzina sia rimasta nel motore. Ciò che invece è evidente è l'importanza del contributo del trio d'attacco Ndoye-Imeri-Amdouni, non a caso all'origine anche del momentaneo 1-1 contro i galletti e autore di tutte e cinque le reti elvetiche nel girone preliminare. Se i tre romandi saranno nella giornata giusta nessun risultato è precluso ai ragazzi di Rahmen. Chi invece deve fare un passo in avanti è sicuramente il mediano Ardon Jashari, che con il suo errore in impostazione ha segnato l'ultimo incontro di girone, permettendo alla Francia di riportarsi in vantaggio al 65’. Ma è anche vero che tutto il reparto difensivo (in parte debilitato dall'assenza di un vero e proprio terzino sinistro) deve salire almeno un gradino, visto che con otto reti subite, quella svizzera è stata semplicemente la retroguardia più battuta di tutto il torneo.
«Dovremo essere pronti a soffrire, a difendere compatti e a essere attivi per 90 minuti – prevede il direttore sportivo della selezione Adrian Knup –, la squadra è capace di salire di tono, soprattutto in zona difensiva e a centrocampo». Riguardo alla qualificazione ottenuta nonostante qualche situazione arbitrale sfavorevole l'ex nazionale commenta: «Questa è una conferma del fatto che il nostro percorso formativo e l'integrazione dei giovani nel calcio degli adulti funzionino bene. Meglio vengono formati i giovani, più è facile che i club puntino sui prodotti delle loro sezioni giovanili. È anche segno che una certa forma di giustizia calcistica esista». Da questo stadio della competizione i direttori di gara potranno perlomeno usufruire dell'assistenza del Var.
Nel suo ruolo Knup funge anche da “consigliere individuale” per lo sviluppo psicologico e personale dei giovani membri della selezione: «Pur partendo da delle regole comuni, non tutti i ragazzi possono essere gettati nello stesso calderone, è necessaria una certa flessibilità».
La squadra ha comunque già dimostrato di possedere una buona dose di maturità, assimilando dopo le qualificazioni il cambio di allenatore, da Mauro Lustrinelli a Patrick Rahmen: «È stata una grossa sfida, visto che Rahmen ha avuto poco tempo per implementare la sua filosofia di gioco, sarebbe stato più facile se avessimo avuto una o due partite in più. Ma ciò mi rende ancora più fiero di far parte delle migliori otto squadre del continente».
Il compito di sabato sera (fischio d'inizio alle 21) sarà sicuramente complesso ma per nulla impossibile. A dare fiducia ai rossocrociati c'è anche l'amichevole di marzo, sì persa per 3-2, ma giocata alla pari e passando due volte in vantaggio, con Ndoye e Imeri. E quella volta Amdouni, chiamato da Murat Yakin con la nazionale maggiore, non c'era. Inoltre per prepararsi al meglio, giovedì, prima di spostarsi da Cluj a Bucarest, i ragazzi hanno goduto di una serata libera. «È importante a volte uscire dalla routine quotidiana», conclude Knup.