Gli inglesi di Pep Guardiola grandi favoriti nella finale di Champions League di Istanbul, ma i nerazzurri non partono battuti e puntano alla sorpresa
Solo l'Inter Milano si frappone tra il Manchester City e il titolo di Champions League tanto agognato dagli investitori degli Emirati. Gli italiani, tuttavia, sono fiduciosi di poter rovinare la festa ai campioni inglesi, alla ricerca del triplete dopo aver vinto campionato e Coppa d’Inghilterra. Pep Guardiola, Erling Haaland, Kevin de Bruyne e una squadra valutata oltre un miliardo di euro: sulla carta, il Manchester City è una forza imbattibile. O, come dice Simone Inzaghi: «La squadra di Guardiola è come il mostro finale nell'ultimo livello di un videogioco».
Sabato sera allo Stadio Atatürk di Istanbul, il ruolo di favorito spetta a una sola squadra, quella dei Citizens. Ma è loro pure l’enorme pressione creata dall’aspettativa di tifosi e amanti del calcio in generale. Il Manchester City e Guardiola devono vincere, l'Inter può solo compiere il miracolo e tornare sul trono europeo a 13 anni di distanza dall’edizione 2010. E ha ragione il difensore nerazzurro Federico Dimarco quando afferma: «Per noi questa finale è un sogno, per loro un'ossessione».
Dall'acquisizione, 15 anni fa, da parte dello sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, membro della famiglia regnante di Abu Dhabi, e dell'Abu Dhabi United Group, il denaro non è mai stato un problema per il Manchester City. Con una stima di due miliardi di euro spesi in trasferimenti, gli "Sky Blues" sono passati dal ruolo di club di metà classifica a quello di leader indiscusso del calcio inglese. Sette titoli di Premier League, tre successi in Coppa d’Inghilterra e sei vittorie in Coppa di Lega sono il ricco bottino accumulato in questi anni. Ma gli emiratini non sono (ancora) riusciti a conquistare l'Europa e non si accontentano di niente di meno.
Guardiola e compagni, anche due anni fa erano ritenuti i grandi favoriti, ma erano stati sconfitti di misura dai rivali di Premier del Chelsea. E per il catalano, la Champions era rimasta un sogno anche sulla panchina del Bayern Monaco. Aspetta di tornare sul trono continentale da 12 anni e dal secondo trionfo alla guida del Barcellona. Per quanto la sua squadra, riccamente dotata, sia convincente in campionato, i risultati di Guardiola nelle grandi partite sono scarsi. Secondo la critica, esiste un problema di coaching eccessivamente attivo da parte dello spagnolo, il quale ha messo più volte in crisi le sue squadre con mosse tattiche poi ritorteglisi contro.
Il Manchester City è dunque in procinto di realizzare il "treble” – termine inglese per triplete – 24 anni dopo i rivali cittadini dello United. Guardiola non si stanca di elogiare la stagione come "incredibile". Ma sa bene che «alla fine dobbiamo vincere la Champions League per dimostrare il nostro vero valore». Il 52enne catalano può contare su un pezzo del puzzle che non ha mai avuto a disposizione da quando si trova in Inghilterra: Erling Haaland. La forza fisica del norvegese gli ha permesso di superare i 50 gol stagionali, al suo primo anno al City, di cui 14 in Champions League. Con una difesa che non tradisce alcuna debolezza e che ha in Manuel Akanji uno degli assoluti protagonisti, gli inglesi possono farsi male soltanto da soli. In semifinale hanno già dato una dimostrazione magistrale con una vittoria per 4-0 sui campioni in carica del Real Madrid.
Tuttavia, anche all’Inter la difesa rappresenta il fiore all’occhiello della squadra. Nelle sei partite della fase a eliminazione diretta, i nerazzurri ne hanno disputate cinque senza subire gol. Vista la potenza d'attacco dei suoi avversari, è probabile che Simone Inzaghi opti in primo luogo su una difesa accorta.
L'Inter, che dal 2016 è di proprietà cinese, conferma la ripresa del calcio italiano di club. Una squadra di Serie A ha raggiunto la finale in tutte e tre le competizioni europee (anche se la Roma e la Fiorentina le hanno perse di un niente). A differenza del City, i nerazzurri hanno vinto il trofeo tre volte, l'ultima sotto José Mourinho 13 anni fa.
Le speranze di una sorpresa potrebbero essere alimentate dalla sede di Istanbul. Nell'ultima finale nella metropoli turca, il Liverpool aveva ribaltato uno 0-3 all'intervallo contro il favorito Milan. Questa volta gli inglesi sono i favoriti e gli italiani gli outsider. E Inzaghi è un vero specialista delle finali. Se da giocatore ha sempre dovuto vivere all’ombra del fratello Pippo, da allenatore Inzaghi ha perso solo la sua prima finale. Da allora ha vinto due volte la Coppa Italia e la Supercoppa con l'Inter. Inoltre, ha vinto una Coppa Italia e due Supercoppe sulla panchina della Lazio. Ora, però, il palcoscenico è infinitamente più grande. «Sappiamo di affrontare la squadra più forte del mondo – ammette il tecnico –. Ma nelle partite importanti i miei ragazzi sono sempre riusciti a liberare energie che pensavamo di non avere».