A San Siro succede tutto in due minuti: Dzeko apre le marcature all'ottavo, Mkhitaryan raddoppia al dodicesimo. In un mercoledì con il record d'incasso
Nella sera in cui San Siro fa il record d'incasso (75'532 spettatori, per una somma di 10.461.705 euro che è il nuovo primato per il calcio italiano), l'Inter fa un passo deciso verso l'atto conclusivo di Champions, vincendo per 2 reti a 0 la sfida d'andata di una semifinale che è un derby. Al Meazza succede tutto in due minuti, quelli che vanno tra l'ottavo e il decimo del primo tempo: prima segna Dzeko al volo, su corner battuto da Calhanoglu, poi ci pensa Mkhitaryan a centro area su ripartenza e velo di Lautaro e firmare il raddoppio, a tu per tu con il portiere del Milan.
È un inizio da incubo per un Milan che ha smarrito la bussola, mentre l'Inter ha ritrovato la verve e sa essere devastante. L'unico difetto dei nerazzurri è non aver avuto la ferocia di fare il terzo gol che avrebbe ucciso ogni speranza avversaria. Infatti, anche sul 2-0 è apparsa sempre l'Inter più vicina al gol, anche quando lo rincorreva il Milan. Tanto che al 15‘ c’è solo il palo a negare a Chalanoglu la gioia del terzo gol. I rossoneri faticano a riorganizzarsi, e il primo colpo di coda del Diavolo arriva solo alla mezzora: cross di Messias, il tacco di Calabria è fuori. Due minuti dopo la caduta in area di Lautaro vale il rigore, che però il Var toglie all'Inter per fortuna del Milan. Con Dumfries sottoporta (34‘) l'Inter resta pericolosa. Salemakers prova a scuotere sulla fascia la manovra rossonera, disordinata nel palleggio e priva di cambi di passo.
Alla ripresa, perciò, la squadra di Pioli prova a caricare a testa bassa alla ricerca del gol che riapra i giochi in vista del ritorno, e si fa notare nei primi minuti: un tiro di Diaz, una discesa di Messias che spreca a lato mentre Giroud è libero. L'Inter, trascinata dal dinamismo di Barella e dalla classe di Dezko, appare piu’ efficace. Parte del merito va anche agli inconsueti buchi centrali della difesa rossonera: lì all'8‘ si infila Dzeko per il tiro a botta sicura, ma Maignan di piede tiene in vita la sua squadra. Allo scadere della prima ora, Inzaghi ha già cambiato Mkhitaryba con Brozovic per una miglior gestione, mentre Pioli inserisce Origi per Salemakers. Lo scopo è aumentare il potenziale offensivo, e l'occasione buona ce l'ha Tonali al termine di una bella combinazione rossonera, ma il palo e una lieve deviazione di Bastoni spengono le speranze rossonere. Poi scocca anche l'ora di Lukaku, dentro per Dzeko, ma le squadre sembrano stanche e in effetti la partita va in sonno. Tra sei giorni si ripete, sempre a San Siro, ma a oggi la finale di Istanbul sembra più tinta di nerazzurro.