Calcio

Denis Zakaria in rampa di lancio

Tornato a pieni giri a un anno e mezzo da un grave infortunio al ginocchio, il ginevrino è pronto a caricarsi la Nazionale sulle spalle

«Il suo infortunio al ginocchio era veramente molto grave. Ho avuto paura per lui». Parole e preoccupazione di Yann Sommer, il quale si riferisce allo scontro di gioco provocato in modo fortuito dallo stesso portiere rossocrociato lo scorso 7 marzo 2020 in occasione della sconfitta del Borussia Mönchengladbach (2-1) contro il Borussia Dortmund che costò una lunghissima assenza a Denis Zakaria, costretto a una lunga convalescenza. Chiusa qualche mese fa, per fortuna, ma la cui coda è comunque stata piuttosto lunga e laboriosa. A dimostrazione, in effetti, di quanto serio sia stato il problema al ginocchio accusato dal centrocampista del Gladbach e della Nazionale, verosimilmente titolare del centrocampo di Yakin sabato a Ginevra contro l’Irlanda del Nord, a fianco dell’atalantino Remo Freuler, nella posizione occupata solitamente dal grande assente in seno alla Nati, capitan Granit Xhaka.

Dopo gli Europei, la pausa benefica

A ben vedere, il ginevrino ha impiegato quasi un anno e mezzo per tornare a esprimersi sui suoi livelli abituali. «Mi sono trascinato quell’infortunio per mesi - ricorda infatti Zakaria. Agli Europei non sono riuscito a esprimermi in modo sereno, senza condizionamenti. Poi sono stato in vacanza e ho avuto il Covid. Quest’altra pausa forzata mi ha fatto bene. Quando ho ripreso l’attività, non avevo più alcuna preoccupazione».

Dopo un primo “approccio” contro la Grecia lo scorso 1° settembre, Zakaria si è preso la ribalta quattro giorni più tardi contro l’Italia, nella mezz’ora che Murat Yakin gli ha concesso. Con le sue incursioni ha dato impulsi notevoli alla manovra rossocrociata. «Mi ricorda Patrick Vieira (centrocampista di Arsenal e Juventus, perno della Francia campione del mondo nel 1998 e d’Europa nel 2000, ndr) - commenta ancora Sommer -. Con la potenza di cui dispone, è molto difficile fermarlo quando avanza con la palla al piede».

Quanta rabbia

«Sono sceso in campo con rabbia perché ero stato lasciato in panchina, anche se riconosco che Yakin ha fatto bene a non inserirmi tra i titolari, dopo la partita contro la Grecia», ha ammesso Zakaria ricordando quello scorcio di partita nel quale ha giocato con la “garra” che lo contraddistingue e ne fa un giocatore fuori dal comune.

Autore del gol della vittoria per il Gladbach lo scorso 25 settembre nel successo 1-0 contro il Dortmund, decisivo in veste di rifinitore sabato contro il Wolfsburg (successo 3-1 in trasferta), l’ex gioiello di Servette e Young Boys è in rampa di lancio. Contro l’Irlanda del Nord, intende ricambiare la fiducia accordatagli da Yakin, il quale ha speso parole di elogio al suo indirizzo in occasione del raduno della Nazionale a Losanna.

Al posto di Xhaka

Oneri e onori si mischiano: spetta infatti a lui il privilegio di sostituire un perno fondamentale della squadra quale è Granit Xhaka, ma deve anche assumere la responsabilità che deriva dal ruolo di uomo chiave nell’economia del gioco della Svizzera. Non solo sabato, bensì per tutto il resto della campagna di qualificazione ai Mondiali del Qatar che comprende anche la partita di martedì contro la Lituania e gli impegni del mese di novembre contro l’Italia (venerdì 12) e la Bulgaria (lunedì 15). «Disponiamo di una squadra in grado di vincere tutte le restanti partite - spiega Zakaria -. Per qualificarci direttamente, del resto, le dobbiamo vincere tutte. Abbiamo tutto quello che serve per riuscirci. Anche a Roma contro l’Italia, perché no? Non a caso resto dell’idea che avremmo dovuto vincere noi, all’andata a Basilea».

Europeo da amaro in bocca

A 24 anni Denis freme per recuperare il tempo perduto. L’Europeo condizionato dai fantasmi dell’infortunio gli ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Per quanto orgoglioso possa essere stato per il risultato collettivo, la storica qualificazione ai quarti dopo l’altrettanto storica vittoria contro la Francia, Zakaria è stato mandato in campo come titolare in una sola occasione, proprio contro la Spagna, nei quarti. «Non nascondo di averla presa male. Alla fine degli Europei ho preteso di chiarire con Petkovic le ragioni della mia esclusione».

Destinazione Premier League?

Prima del citato infortunio, l’elvetico era finito nel mirino di alcuni tra i principali club europei. Quest’estate, nonostante fosse sulla lista delle possibili operazioni di mercato in uscita del Mönchengladbach, a un anno dalla scadenza del contratto, non ha suscitato il medesimo interesse di qualche mese fa. Oggi, per contro, il suo ritorno sulla ribalta lo pone in una situazione privilegiata. Una volta scaduto il contratto, sarà libero di cercarsi una sistemazione da svincolato, ciò che potrebbe quindi indurre una società a puntare su un calciatore di qualità (e di prospettiva, vista l’età) senza versare alcun indennizzo al suo attuale club. «È così - conferma -, tuttavia so che il Borussia Mönchengladbach vuole intavolare una discussione per il prolungamento del contratto».

A riprova della considerazione della quale gode in seno ai “Fohlen”, ecco le parole del direttore sportivo Max Eberl alla tedesca “Bild”: «Denis è il nostro Haaland». Niente male per un calciatore rimasto ai margini della Bundesliga per quasi un anno. «Le sue prestazioni parlano per lui. Non segnerà 30 gol come Haaland, ma per noi è tanto importante quanto lo è il norvegese a Dortmund», ha aggiunto il dirigente del Gladbach.

La fiducia della proprietà è fondamentale, tuttavia mal si vede come il Borussia possa rivaleggiare con i club della Premier League che si faranno avanti per assicurarsi i servigi di un giocatore le cui caratteristiche ben si coniugano con il calcio inglese.

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