Domani a Basilea secondo appuntamento in Nations League per la Svizzera di Petkovic. Una sconfitta ridurrebbe di molto le speranze di raggiungere le final four
Rientrata con un volo di tre ore dall'Ucriana, dove giovedì ha esordito con la, per certi versi, sfortunata sconfitta contro l'Ucraina, la Svizzera si appresta a ospitare la Germania, domani a Basilea, in un confronto già di fondamentale importanza per le sorti del Gruppo 4 di Nations League. La sfida di Leopoli ha evidenziato tutti i pregi e tutti i difetti con i quali la Nazionale di Petkovic da anni si confronta: il buon possesso palla, la fedeltà a una filosofia di gioco che la vuole propositiva e intraprendente, ma anche la difficoltà a trovare la porta avversaria in quantità proporzionale alla mole di gioco sviluppato. Certo, se il colpo di testa di Vargas fosse passato qualche centimetro al di qua del palo, la Svizzera starebbe probabilmente analizzando la sfida con occhio ben diverso. Con i "se" e con i "ma" non si va molto lontano, per cui i rossocrociati si ritrovano alla viglia dell'arrivo della Germania con le spalle al muro. Una seconda sconfitta – a maggior ragione in un raggruppamento che comprende anche la Spagna – equivarrebbe quasi certamente a un addio ai sogni di gloria, alla possibilità di raggiungere per la seconda volta le final four della più giovane competizioni europee per selezioni nazionali.
La sconfitta di Leopoli è senza dubbio figlia, almeno in parte, delle numerose assenze con le quali Petkovic ha dovuto confrontarsi. Il calcio svizzero negli ultimi anni ha compiuto passi avanti molto significativi, ma il materiale umano di qualità a disposizione del selezionatore non può essere infinito, alla luce delle dimensioni demografiche del Paese. In parole povere, questa Nazionale non può fare a meno di Shaqiri, Freuler, Edimilson, Zakaria, Mehmedi, ma anche di Schär in difesa e in attacco sulle palle ferme. Per la sfida con la Germania, però, Petkovic non recupererà nessuno, per cui al St. Jakob scenderà in campo una formazione giovane, ma soprattutto con poca esperienza a livello internazionale. Nove dei 14 giocatori impiegati giovedì avevano al loro attivo meno di 25 partite internazionali: una differenza sensibile rispetto alla rosa dei Mondiali in Russia, quando 8 degli 11 titolari vantavano oltre 40 selezioni ciascuno. «Spero che averemo maggiore competizione interna a partire dal mese di ottobre», ha affermato Petkovic, nella chiara speranza di poter recuperare almeno parte degli infortunati.
Anche nel caso in cui la Svizzera non dovesse riuscire a ripetere il brillante cammino che l'aveva portata in Portogallo alle final four della prima edizione, queste partite rimangono estremamente utili, perché al di là della Nations League si staglia un appuntamento molto più importante: l'Euro 2021. La pandemia di Covid-19 e il rinvio della manifestazione continentale hanno regalato alla giovane Svizzera un anno in più per maturare, un anno che non va assolutamente sprecato se l'obiettivo rimane quello di superare, finalmente, lo scoglio della prima partita a eliminazione diretta.
Dopo i Mondiali 2018, anche la Germania ha proceduto a un ricambio generazionale. Joachim Löw ha tagliato i ponti con elementi del calibro di Hummels, Boateng o Müller, ma la mossa non è stata indolore, tant'è che nell'autunno 2018 i tedeschi sono stati retrocessi nella Lega B di Nations League, per poi essere "salvati" dalla decisione dell'Uefa di portare da tre a quattro le compagini per ogni gruppo. E se la Svizzera può recriminare per le numerose assenze, la Germania può fare altrettanto: a Basilea non ci saranno (per scelta di Löw) i vincitori della Champions League Neuer, Goretzka, Gnabry e Kimmich, i giocatori del Lipsia Klostermann e Halstenberg (anche loro a lungo impegnati in Champions), oltre al giovane talento Havertz, appena trasferito dal Bayer Leverkusen al Chelsea.
Quella tra Svizzera e Germania è una classica del calcio europeo. Le due selezioni si sono affrontate 51 volte, con un bilancio ovviamente favorevole ai tedeschi (39 successi contro 9 per gli elvetici). I rossocrociati hanno però vinto la prima sfida (5-3 nel 1908) e, con lo stesso punteggio, anche l'ultima, disputata il 26 maggio 2012 quale preparazione (per i tedeschi) agli Europei in Polonia e Ucraina.