Dopo nove mesi di pausa, la Svizzera ha iniziato la preparazione in vista dell'esordio in Nations League, giovedì a Leopoli contro l'Ucraina
Sono trascorsi nove mesi e mezzo da quel 19 novembre 2019, quando all'indomani del 6-1 contro Gibilterra, sinonimo di qualificazione per Euro 2020, la Nazionale svizzera aveva rotto i ranghi. Da lì in poi, più nulla: annullate le amichevoli primaverili, rinviato di un anno il Campionato europeo, la squadra di Vladimir Petkovic si era dispersa in attesa di un miglioramento della situazione sanitaria mondiale. Adesso, però, l'attesa è finita: la Nazionale è tornata a radunarsi a Basilea per preparare la partita che segnerà il ritorno alle competizioni, giovedì a Leopoli contro l'Ucraina, primo avversario lungo il percorso della seconda edizione della Nations League.
Vladimir Petkovic e il direttore delle squadre nazionali Pier Tami sono rimasti regolarmente in contatto con i giocatori durante i lunghi mesi di inattività, una sorta di limbo nel quale si sono ritrovati tutti gli sportivi di ogni livello. Rispetto allo scorso novembre, ben sette giocatori della rosa rossocrociata hanno cambiato casacca, quattro di loro nazione e lega. Uno di loro, Ricardo Rodriguez, ha cambiato addirittura due squadre, per approdare negli scorsi giorni al Torino. «Adesso, dobbiamo tornare a quella cultura di squadra che tanto bene conoscevamo prima del lockdown», ha commentato il selezionatore elvetico.
La macchina rossocrociata sta per tornare a sfrecciare a pieni giri, nonostante nel mese di settembre dovrà continuare a fare a meno del pubblico. Dal profilo sportivo l'autunno si presenta caldo: la Nations League proporrà ai rossocrociati, dopo l'Ucraina, un'accattivante sfida contro la Germania (domenica a Basilea), alla quale farà seguito il ritorno contro questi due avversari, più il doppio confronto con la Spagna. Senza dimenticare le amichevoli (rinviate a primavera) contro la Croazia finalista dei Mondiali 2018 e il Belgio numero uno del ranking Fifa. Ucraina a parte, tutte Nazonali che occupano un posto nella top-10 mondiale... «È un bene per lo sviluppo del calcio svizzero che si possano affrontare avversari di questo calibro –, ha commentato pier Tami –. Credo che i nostri tifosi volessero che la Svizzera potesse confrontarsi con avversari di questo calibro. Siamo una squadra giovane abbiamo sempre saputo essere all'altezza».
Sei delle otto partite in programma (quelle di Nations League) mettono in palio tre punti. Tuttavia, Petkovic preferisce guardare a tutti gli impegni autunnali come alla prima fase di preparazione in vista di Euro 2021... «Dopo i Mondiali in Russia ho cercato di sviluppare una nuova tendenza. Ora abbiamo a disposizione una squadra giovane e vogliamo proseguire su questa strada. Per quanto riguarda gli Europei, non vogliamo soltanto tenere il passo con le squadre più forti, ma anche essere migliori di loro».
Petkovic non ha dimenticato che dai Mondiali 2018 il bilancio con le squadre top del ranking è paurosamente deficitario. Contro Belgio, Inghilterra, Portogallo e Danimarca, la Svizzera tra settembre 2018 e ottobre 2019 ha perso cinque partite su sette, con una sola vittoria. In ottica Euro 2021 sarebbe però sbagliato non ricordare la qualificazione giunta quale prima di gruppo e le final four della prima edizione di Nations League.
Resta il fatto che la direzione intrapresa dalla selezione dell'Asf sembra proprio essere quella giusta. La Nazionale che si recherà in Ucraina ha un'età media di 25,5 anni, vale a dire quasi tre anni di meno rispetto alla squadra che aveva affrontato il Brasile nella prima sfida dei Mondiali 2018. Rispetto a nove mesi fa, il gruppo a subito pochi mutamenti. Ad eccezione di Stphan Lichtsteiner (neo-pensionato) e Denis Zakaria (convalescente), gli assenti di ieri sono ancora gli assenti di oggi. In particolare Xherdan Shaqiri che nelle qualificazioni non ha giocato un solo minuto e ha vestito per l'ultima volta la maglia rossocrociata nel giugno 2019.
Petkovic dovrà destreggiarsi per trovare subito la migliore alchimia possibile in due partite che sono già fondamentali nell'economia della Nations League. Anche perché occorrerà tenere in considerazione lo stato di forma dei singoli, tra chi ha ripreso da poco la preparazione e chi arriva da un'estate molto intensa e dispendiosa. Al momento, la formazione tipo non c'è. Se Sommer, Akanji, Elvedi, Xhaka e Seferovic sembrano punti fermi, il resto della squadra è da costruire, tra infortuni e condizioni fisiche imperfette. Zuber, Embolo e Mbabu dovrebbero scendere in campo, ma Rodriguez rimane un'incognita dopo una stagione "bianca" tra Milan e Psv Eindhoven. Il compito del selezionatore non sarà agevole, anche perché a sua disposizione avrà soltanto tre allenamenti, due a Basilea e uno, mercoledì a Leopoli.
Intanto l'Uefa ha comunicato che nelle gare di Nations League le squadre potranno scendere in campo con formazione d'emergenza nel caso in cui venissero colpite dal coronavirus. A patto, però, che almeno tredici giocatori - tra cui un portiere - siano negativi al Covid. Nel caso in cui, al contrario, tutta la formazione dovesse essere messa in quarantena, nel migliore dei casi la partita verrebbe riprogrammata, e se invece ciò non fosse possibile la squadra in questione rischierebbe di perdere l'incontro a tavolino.