Il gol di Cabral al 93' condanna i bianconeri ad aspettare ancora prima di festeggiare
Il Lugano è andato a 30" dalla salvezza matematica, in una trasferta, quella di Basilea, che si è tramutata in una vera doccia scozzese, con continui mutamenti di stati d'animo. Fino alla mazzata finale, il gol del 4-4 firmato da Cabral al 93', quella una doccia, più che fredda, gelata. Un gol che ha tolto ai bianconeri la soddisfazione di cogliere, con due giornate d'anticipo, la quinta salvezza consecutiva. A questo punto, la matematica ancora non premia la compagine di Jacobacci, che dovrà sudarsi il punto necessario venerdì contro il Servette. Ma a questo punto, la salvezza è davvero lì da cogliere. E il Lugano potrebbe festeggiare anche senza scendere in campo, nel caso in cui il Sion non dovesse vincere il recupero di martedì contro lo Zurigo. Ma anche se i vallesani dovessero riportarsi a meno quattro dai bianconeri, venerdì un mancato successo contro lo Young Boys (e lo stesso vale per il Thun contro il Basilea) permetterebbe addirittura al Lugano di salvarsi pur cedendo i tre punti al Servette.
Ma non è questo lo spirito della squadra del presidente Renzetti. Di certo non è lo spirito messo in campo al St. Jakob, dove il Lugano una sola volta nella storia aveva segnato quattro reti (il 25 marzo 1945, stesso risultato odierno). In una sfida nella quale le difese non hanno brillato per prontezza (ma si potrebbe girare la frittata e parlare di attacchi incontenibili...), i bianconeri sono stati capaci di portarsi avanti per primi (Lovric su grande azione di Guidotti), di ribaltare una prima volta il risultato alla pausa (2-3 con Jefferson e Kecskes) e di trovare il gol del 3-4 con Lungoyi a 11' dalla fine. Purtroppo, il colpo di testa di Cabral nei minuti di recupero ha strozzato in gola l'urlo liberatorio pronto a esplodere al fischio finale... «Di norma quando a Basilea si pareggia 4-4 si esce dal campo soddisfatti – commenta a fine partita Maurizio Jacobacci –. Questa volta, però, non riesco a togliermi una sensazione di delusione, perché la partita la si sarebbe potuta chiudere con l'occasione capitata nel finale sui piedi di Janga. Il portiere renano ci ha messo del suo, salvando in un paio di circostanze il 5-3, ma un pizzico di rammarico non può non rimanere. A conti fatti, però, l'aver segnato quattro volte a Basilea significa che la prestazione è stata di livello elevato. Sono orgoglioso di quanto i ragazzi hanno saputo fare. Adesso ci manca soltanto l'ultimo passo, quel punto che ancora non ci permette di soddisfare la matematica».
Il Lugano ha ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, di attraversare un ottimo momento di forma. È in serie attiva da sei giornate (cinque pareggi e una vittoria) e dalla ripresa post-Covid-19 ha totalizzato nove risultati positivi su undici (per quanto le vittorie siano state solo tre). E fa piacere che in queste ultime settimane siano saliti sugli scudi due giovani calciatori svizzeri, protagonisti anche al St. Jakob: Stefano Guidotti ha servito un assist al bacio per Lovric in occasione dello 0-1, mentre Christopher Lungoyi si è bevuto sullo stretto Van der Werff per insaccare il 3-4 (per il ginevrino si tratta della prima rete in Super League). La crescita di entrambi parla a favore del lavoro svolto da Jacobacci, tecnico che al momento dell'ingaggio aveva fatto storcere più di un naso, ma che sta ampiamente vincendo la sua scommessa.
Al St. Jakob si è senza dubbio sentita la mancanza di Maric a dirigere la difesa. Al suo posto, tra Kecskes e Daprelà si è schierato Covilo, la cui prestazione non è però stata impeccabile, all'immagine del primo gol renano, quando il serbo si è fatto aggirare in maniera piuttosto imbarazzante da Ademi. Per una volta, però, i i bianconeri hanno saputo approfittare anche delle debolezze altrui, nella fattispecie di una difesa rossoblù di manica piuttosto larga. E peccato, come ha sottolineato Jacobacci, che nel finale non ci sia stata la freddezza per insaccare un quinto gol che avrebbe chiuso definitivamente la contesa. A questo punto staremmo facendo tutto un altro discorso...
«Credo che occasioni come quella di Janga non si possano sbagliare – commenta il presidente Angelo Renzetti –. Quella odierna è la conferma delle ottime prestazioni offerte negli ultimi tempi, quando non sempre abbiamo raccolto quanto avremmo meritato. A dirla tutta, anche oggi la vittoria l'abbiamo un po' buttata via, in particolare proprio con l'occasione di Janga. Ad ogni modo, non sono particolarmente rammaricato, anche perché da questa trasferta non mi aspettavo chissà che. Alla fine sono contento della solidità mostrata, delle risposte che abbiamo avuto, dei giovani che crescono e sono capaci, all'immagine di Guidotti e Lungoyi, di giocare con personalità su un campo come quello di Basilea. Sono molti gli aspetti per i quali mi considero soddisfatto. Anche perché, lo ripeto, non avevo aspettative per questa trasferta, per cui ritrovarmi con un Lugano di questa dimensione mi fa solo piacere».
Per una volta, un presidente molto più tranquillo dei suoi giocatori, ai quali il gol di Cabral non è andato giù, anche perché scaturito da un calcio di punizione dubbio...«Sarebbe stata una prestazione ancor più importante, sia per Jacobacci, sia per i ragazzi. E invece, per un fallo che non si sa se c'era, tutto è sfumato. Tutti devono però essere consci di aver disputato una prestazione con i fiocchi».
Resta il fatto che presidente, staff e giocatori, dovranno aspettare forse fino a venerdì prima di festeggiare la salvezza... «Sono sempre preoccupato. È un po' come nel tennis, fin tanto che il giudice di sedia non decreta "Game, set and match", tutto può ancora succedere, tutto può cambiare nel breve volgere di uno scambio. Insomma, per quanto alla matematica serva un solo punto, non dobbiamo deconcentrarci, ma rimanere sul pezzo fino alla fine».