CALCIO

'Normalità ritrovata, motivazione decuplicata'

Il Losanna di Giorgio Contini romperà il ghiaccio della ripresa domani in Coppa Svizzera contro il Basilea: 'La lunga pausa potrebbe favorirci'

13 giugno 2020
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Un gustoso stuzzichino prima del piatto forte di settimana prossima. Dopo Germania, Spagna e Italia, il pallone torna a rotolare anche in Svizzera. E lo fa con un anticipo di Coppa Svizzera, il quarto di finale tra Losanna e Basilea (ad agosto i renani potrebbero essere impegnati n Europa League), domani sull'erba della Pontaise, che precede di una settimana la ripresa del campionato. Sarà l'occasione per capire che calcio ci aspetta da qui alla fine della stagione: un calcio senza pubblico e con mille regole sanitarie, aspetti destinati a condizionare in maniera sensibile quel rito che fino a qualche mese fa sembrava dover essere eterno e immutabile. Molti addetti ai lavori – in primis i responsabili della Swiss Football League – guarderanno alla partita di Losanna con un occhio rivolto soprattutto a tutto ciò che farà da corollario ai 22 giocatori in campo. Non però, i diretti interessati, per i quali il ritorno alle competizioni coincide con una sfida da dentro o fuori che, alla luce delle particolari condizioni nelle quali si svolgerà, concede al Losanna qualche possibilità supplementare di creare la sorpresa. Ne è convinto Giorgio Contini, tecnico della capolista di Challenge League... «Il Basilea sarà senza dubbio meno competitivo rispetto a quando lo sarebbe stato in agosto, ma il discorso vale anche per noi. La qualità individuale dei giocatori renani è senza dubbio superiore alla nostra, questo è fuori discussione. Ma entrambe le squadre arrivano da una lunga pausa, per cui né noi, né loro potremo essere al top della condizione. Questo potrebbe far sì che il gap tecnico esistente tra le due compagini si restringa a nostro favore. Ad ogni modo, questo quarto di finale rimane un salto nel buio: prima dei due turni precedenti, quando avevamo estromesso due compagini di Super League (6-0 allo Xamax, 3-0 al Lugano, ndr)» sapevo che la mia squadra era al top della condizione, mentre adesso scopriremo tutto direttamente sul campo».

Il fatto di dover giocare a porte chiuse impedirà ai tifosi renani di invadere la Pontaise... «L'arrivo del Basilea in Coppa ci avrebbe permesso di avere allo stadio qualcosa come 10-12'000 spettatori, numero inusuale per i nostri standard. D'altra parte, i tifosi renani sarebbero stati molti, per cui un piccolo vantaggio l'avrebbe avuto pure il Basilea. Per quanto riguarda il campionato, in Challenge League non credo che il pubblico rappresenti un fattore determinante. Se la media si aggira attorno alle 2'000 persone, la differenza rispetto alle porte chiuse non è poi così grande. Per contro, se penso a squadre come Basilea, Young Boys, San Gallo o Lucerna, il discorso cambia: in determinati momenti della partita, la spinta di un pubblico numeroso e rumoroso può essere decisiva».

Il calcio europeo sta pian piano cercando di tornare alla normalità, nonostante da più parti si percepisca una sorta di timore nei confronti di una ripresa densa di incognite... «La normalità la si ritrova subito, una volta in campo non ci si pensa più e ci si dimentica di ciò che sta attorno. Discorso diverso quando si esce dal rettangolo verde: negli spogliatoi e nei contatti con i giornalisti occorre seguire delle norme igieniche alle quali ci siamo però tutti quanti abituati. A noi preme in primo luogo la normalità sul campo e quella l'abbiamo ritrovata».

'Ritroveremo in fretta anche il ritmo partita'

Nelle prime settimane gli allenamenti hanno dovuto essere adattati alle nuove esigenze... «Ho avuto la fortuna di avere accanto a me persone che hanno pensato a tutto. Quando la preparazione è ripresa in gruppo, al nostro arrivo eravamo già istruiti su quali spogliatoi utilizzare, dove si trovavano i campi d'allenamento e come ci si sarebbe dovuti comportare. Dopo la prima settimana, le distanze si sono vieppiù accorciate e da sette giorni stiamo praticamente lavorando in maniera normale. Per quanto riguarda la programmazione degli allenamenti, non ho dovuto apportare adattamenti particolari. Va da sè che se i giocatori non li puoi vedere tutti assieme in un solo spogliatoio, certe direttive sei costretto a farle passare direttamente sul campo, ma questo è l'unico aspetto mutato rispetto alla normalità».

Alla vigilia della ripresa, uno dei temi maggiormente discussi riguarda la possibilità di un sensibile incremento degli infortuni. Un aspetto del quale si è dovuto tenere conto anche nella fase di preparazione... «L'avvicinamento al campionato non è certamente stato lo stesso di quando si riprende la preparazione tra una stagione e l'altra. I due mesi e più di lockdown sono stati inusuali e pesanti. Tuttavia, ho la fortuna di guidare un gruppo sanissimo: gli allenamenti che i ragazzi hanno svolto singolarmente a casa e che lo staff ha monitorato sono stati svolti con impegno e disciplina, per cui alla ripresa si sono presentati tutti in buone condizioni. È poi toccato a me trovare la formula giusta per far sì che non vi fossero infortuni particolari. All'inizio non ho potuto caricare come avrei fatto in una situazione normale, per cui il lavoro fisico è stato più leggero. Nel corso degli ultimi 15 giorni siamo tornati ad un ritmo normale, anche grazie alle amichevoli disputate. A questo punto le nostre sensazioni fisiche e mentali sono quelle che sempre precedono un esordio. Rimane il dubbio per quanto concerne il ritmo di gioco, perché tre amichevoli non possono bastare per colmare il gap scavato dalla lunga pausa: ma la serrata frequenza delle partite ci consentirà di ritrovare il passo giusto molto in fretta. A questo punto siamo tutti sereni, sappiamo che la condizione non è ancora al top, ma nessuno scenderà in campo con la paura di farsi male. Sotto questo aspetto siamo tornati alla normalità».

In Svizzera la Coppa rappresenta sempre una competizione molto ambita, ma l'obiettivo del Losanna è focalizzato sulla Challenge League e su una promozione che, alla luce dei 15 punti di vantaggio nei confronti di Grasshoppre e Vaduz, sembra di fatto acquisita. Giorgio Contini non teme il pericolo di un rilassamento del gruppo... «La motivazione non è certo venuta meno. Anzi. Nel corso dei mesi di stop, più volte era stata ventilata l'ipotesi di un annullamento del campionato, ciò che avrebbe vanificato gli sforzi fin qui profusi. Con la decisione di far ripartire il campionato e con la possibilità di centrare quello che è sempre stato il nostro obiettivo – vale a dire la promozione in Super League – la nostra motivazione si è decuplicata. Vogliamo assolutamente chiudere il discorso il più in fretta possibile. Escludo categoricamente che i ragazzi scendano in campo snobbando gli impegni perché già convinti di essere in Super League. È vero, abbiamo 15 punti di vantaggio, ma il campionato riparte da zero e non sarà così facile, giocando ogni tre giorni, vincere tutte le partite. Un motivo in più per prendere niente e nessuno sotto gamba».