Biancorossi e Lugano domani si ritroveranno di fronte in una situazione quasi opposta rispetto a esattamente 365 giorni fa
Esattamente un anno fa Lugano-Thun (1-3) inaugurava il girone di ritorno di Super League con i bernesi nientemeno che terzi in classifica (e i bianconeri terz’ultimi a –9). 365 giorni dopo, la situazione è capovolta, con la squadra di Marc Schneider che insegue i ticinesi a dieci lunghezze ed è ultima in Super League. «A pensarci effettivamente è incredibile, tanto che è pure difficile individuarne le cause precise – afferma il centrocampista ticinese Matteo Tosetti, alla quarta stagione con la maglia del Thun e ormai uno dei giocatori più rappresentativi della squadra –. Va detto che il declino è iniziato già nella seconda parte della scorsa stagione, ma il girone d’andata di questa è stato un vero disastro. Di sicuro ha inciso il fatto che in particolare nel reparto avanzato abbiamo perso elementi importanti come Spielmann (passato allo Young Boys, ndr) e Sorgic (Auxerre, ndr), senza dimenticare la lunga assenza per infortunio di Hediger. Per rimpiazzarli in estate sono stati presi ottimi giocatori (tra cui ad esempio il ticinese Rapp e l’ex Gc Munsy, ndr) ma che arrivavano da stagioni complicate, per cui non ci si poteva aspettare da subito un rendimento massimo. A questo vanno aggiunti i diversi infortuni che ci hanno impedito di schierare la stessa squadra per più partite e di trovare quindi una certa continuità, così come ci è mancata anche un po’ di fortuna in determinate occasioni. Tutto questo ci ha portato in una situazione dalla quale è difficile uscire, anche perché essere ultimi dalla nona giornata è mentalmente pesante e non ti permette di giocare in maniera spensierata, ad esempio anche quando vai avanti nel punteggio hai sempre paura che possa succedere qualcosa, ti tiri indietro e subisci troppo l’avversario».
Come capitato anche nelle prime due partite dell’anno, il successo (il terzo stagionale) casalingo sul Sion (2-1) e il ko 2-0 in casa del Servette, partite nelle quali si è comunque visto un Thun più solido, anche grazie agli innesti di Bertone e Hasler... «Il loro arrivo rappresenta indubbiamente un valore aggiunto, hanno qualità ed esperienza ad alto livello, ma a prescindere dai giocatori è l’atteggiamento della squadra a fare la differenza. Si è visto chiaramente nelle prime due partite: con il Sion pur non incantando e non facendo una gran partita a livello tecnico, abbiamo messo in campo l’attitudine e il dinamismo giusti, riuscendo a difendere a denti stretti la vittoria, che in fondo è ciò che conta. Cosa che invece non abbiamo fatto a Ginevra, dove ci hanno dominato su tutti i fronti e il passivo avrebbe potuto essere molto più pesante. Non so, forse dopo la prima vittoria abbiamo pensato che il resto sarebbe arrivato da solo e ci siamo rilassati, ma sarebbe un errore gravissimo vista la situazione in cui ci troviamo».
Una situazione che in molte altre realtà (Ticino compreso) avrebbe portato da un pezzo a un avvicendamento in panchina, mentre Marc Schneider è ormai in carica dal luglio 2017... «A Thun è sempre stato così, anche con Jeff Saibene (il predecessore di Schneider, in carica dall’ottobre 2015 al marzo 2017, ndr), per portare la società a cacciare un allenatore la situazione deve davvero essere compromessa, con una squadra piatta, demotivata e che non reagisce più agli stimoli del tecnico e questo non è mai stato il caso nei mesi passati. Nonostante i risultati negativi, la squadra c’è sempre stata e ha disputato anche buone partite, la dirigenza lo ha notato e non ha ritenuto necessario cambiare. Trovo positivo che ci sia una politica societaria chiara in questo senso, in questo modo si evitano speculazioni e possibili alibi, anche se in realtà siamo solo noi che andiamo in campo a essere responsabili delle nostre prestazioni e ognuno deve assumersi le sue responsabilità, non è mica l’allenatore che sbaglia un passaggio o un gol. Se siamo ultimi è solo colpa nostra». A proposito di assist e reti, siglando il provvisorio 2-0 contro il Sion Tosetti ha realizzato il suo secondo gol stagionale (oltre ad aver sfornato 7 passaggi decisivi in campionato)... «È stato un bel gol che mi ha permesso di ripartire nel migliore dei modi. Poi chiaramente a Ginevra è stata una prova opaca da parte di tutti, però io mi sento bene e non sono molto lontano dal mio miglior livello che per più motivi da circa un anno non ho più raggiunto. Segnare e fornire assist fa bene alla fiducia in questo senso ed è anche il modo migliore per aiutare la squadra».
Quella di domani alla Stockhorn Arena sarà la terza sfida stagionale tra il Lugano e il Thun, con i padroni di casa che dopo il pareggio 0-0 colto a luglio a Cornaredo hanno da farsi perdonare il 3-0 subito a novembre davanti al proprio pubblico. Quella di domenica alla Stockhorn Arena sarà la terza sfida stagionale tra il Lugano e il Thun, con i padroni di casa che dopo il pareggio 0-0 colto a luglio a Cornaredo hanno da farsi perdonare il 3-0 subito a novembre davanti al proprio pubblico. «In realtà abbiamo ben altro da farci perdonare dai nostri tifosi – fa notare il quasi 28enne (tra 9 giorni) di Losone –. Indubbiamente è una partita importante, nella quale per entrambe le squadre, ma per noi in particolare, conterà di più conquistare punti piuttosto che l’estetica. Il Lugano lo soffriamo parecchio, anche perché è una squadra intelligente che riesce a leggere bene la nostra tattica e di conseguenza spesso ci sorprende. Oltre a ciò è molto valida tecnicamente, per cui non è mai facile da affrontare, dovremo trovare il modo di essere noi per una volta a sorprenderli».Uno scontro che può ancora considerarsi diretto visto che in caso di vittoria riporterebbe i bernesi a 7 lunghezze dai ticinesi... «È vero ed è abbastanza strano dopo un’andata così disastrosa, ma soprattutto siamo a 3 punti dal penultimo posto, che al momento rappresenta il nostro obiettivo. Bisogna essere realisti, se poi dovesse arrivare qualcosa in più meglio ancora, ma per ora è allo spareggio – che oltretutto non sarebbe garanzia di salvezza, anzi – che dobbiamo puntare. Poi lo sappiamo, dopo la pausa invernale inizia praticamente un altro campionato e le cose possono cambiare in fretta, ma dobbiamo essere noi a provocarlo. E per farlo ognuno di noi dovrà andare oltre i propri limiti, altrimenti l’anno prossimo non saremo più in Super League, questo è garantito».