Il presidente dell'Acb: 'Jacobacci mi ha messo al corrente solo dopo aver fatto valere la clausola rescissoria. Ci leggo scarso attacamento...'
Ricapitoliamo: il Lugano si è liberato di un allenatore che in termini di punti e di vittorie ha raccolto pochissimo, trovando – tempo zero – un sostituto nella persona di Maurizio Jacobacci. Dal canto suo l’Acb si è liberato del peso di un tecnico al quale la squadra granata ha faticato ad abituarsi, in quanto considerato ‘fin troppo’ per un ambiente abituato a lavorare con allenatori dal profilo... meno pronunciato, diciamo così. Un mister che, oltretutto, in quanto a risultati, ha lasciato anch’egli alquanto a desiderare.
Il campionato dei granata può già dirsi compromesso, e anche questo rende meno dolorosa la separazione da Jacobacci. Il torneo del Lugano riparte sotto la spinta di un tecnico che già era stato ‘individuato’ tempo addietro quale alternativa a Celestini, ieri candidato alla defenestrazione, oggi effettivamente sollevato dall’incarico.
Letta così, parrebbe anche una mossa positiva, quella orchestrata da Angelo Renzetti. Non fosse che per la modalità usata, dal club che tenta l’allenatore parlando direttamente con lui, e dall’allenatore che cede alle lusinghe e si libera del vecchio contratto – tempo zero – in virtù di una clausola rescissoria concordata. Tutto regolare, quindi, se non fosse che Jacobacci ha deciso di fare valere la clausola e di abbracciare la causa bianconera prima di avvertire il presidente dell’Acb Paolo Righetti (v. dichiarazioni a fianco), venuto a conoscenza dell’accordo a buoi ormai fuori dal recinto. Non che si sarebbe opposto, alla luce delle difficoltà dell’ormai ex mister al Comunale, tuttavia avrebbe gradito quantomeno essere messo al corrente della sua volontà di cambiare aria. E della possibilità di farlo subito.
‘Che botta. Modalità discutibile’
«È stato un fulmine a ciel sereno – ammette Righetti in serata, preso alla sprovvista nel primo giorno di una settimana di vacanze con la famiglia –. Jacobacci mi ha telefonato perché aveva fretta di comunicarmi quanto aveva già comunque deciso di fare. La modalità scelta la ritengo ambigua e discutibile, in quanto non tradisce certo un grande attaccamento alla causa granata, da lui peraltro sposato solo qualche settimana fa, con entusiasmo. La sua decisione mi ha stordito, sono come un pugile suonato, all’angolo. Fino a poche ore fa avevo un allenatore, e ora ne sono sprovvisto. Non è il modo di fare. Preso alla sprovvista, aggiungo anche che avevo invitato il Lugano a pazientare un attimo, per poter quantomeno redigere un comunicato congiunto, ma hanno voluto fare di testa propria rendendo noto l’avvicendamento secondo i loro tempi».
Il Lugano l’allenatore ce l’ha. Il Bellinzona, invece, sostituito Tirapelle dopo tre partite con il citato Jacobacci, è costretto a ricominciare daccapo. La stagione è compromessa, visto che per le ambizioni di promozione sbandierate dai granata, in Promotion League conta solo arrivare primi, tuttavia serve una guida che prepari già la prossima... «Mancano tre partite alla sosta, non è escluso che adottiamo una soluzione interna, per avere il tempo di riflettere bene sul da farsi. Il prossimo allenatore deve essere quello che ci accompagnerà nel prossimo campionato. Deve essere quello giusto, insomma».
Jacobacci non lo era, ora è anche fin troppo facile ribadirlo.