Nella seconda riunione di comitato dell'Associazione del calcio giovanile d'élite tenutasi a Cornaredo i membri hanno lasciato da parte i temi più caldi
Continua il braccio di ferro tra Ac Bellizona ed Fc Lugano all’interno del Team Ticino, con la seconda riunione di comitato dell’Associazione che dal 2006 gestisce il calcio d’élite giovanile del nostro cantone tenutasi ieri a Cornaredo che si è chiusa in sostanza con un nulla di fatto a proposito dei temi più caldi, con i membri che a parte qualche scaramuccia iniziale hanno preferito concentrarsi sugli aspetti di gestione.
Disillusa quindi la speranza (di chi e quanto reale, è tutto da capire) di fare qualche passo avanti nel tentativo di perlomeno avvicinarsi a un’intesa che possa permettere di evitare di doversi presentare a novembre in Pretura a Bellinzona per l’istanza di conciliazione promossa dal club granata contro lo stesso Team Ticino, attraverso la quale in sostanza i bellinzonesi vogliono far annullare quanto deciso dall’assemblea dello scorso 16 luglio (il nuovo statuto, con in particolare la semplice maggioranza sufficiente anche per le decisioni importanti a non essere andata giù al club della capitale) in avanti, facendo leva sul presunto doppio ruolo – contrario al regolamento della Sfl, di fatto vincolante per il Team – nel Lugano e nel Chiasso del membro Leonid Novoselski. E a mettere ulteriore benzina sul fuoco, due ulteriori “puntate” granata davanti alla giustizia (una contro l’Fcl e una ancora nei confronti dell’Associazione giovanile) per l’ormai famoso contributo Uefa di 600mila franchi che i granata avrebbero dovuto recuperare dai bianconeri su mandato del precedente Team Ticino, incarico però poi ritirato dal nuovo comitato (decisione appunto contestata dall’Acb). Senza dimenticare la lettera con la quale l’Associazione svizzera di calcio ha minacciato l’Fcl – reo tra le altre cose secondo l’Asf proprio di scarsa collaborazione con il partenariato, l’unico riconosciuto da Berna per la formazione d’élite e imprescindible per la squadra di Super League – di toglierli le squadre Footeco 13 e 14. Missiva che ha portato la Federazione ticinese di calcio (terzo elemento dell’equazione Team Ticino assieme all’Fc Chiasso) a chiedere di discuterne in comitato e alla quale il sodalizio sottocenerino ha reagito addossando la colpa alla “situazione conflittuale venutasi a creare all’interno del Team Ticino” e puntando a sua volta il dito contro il comportamento del Bellinzona.
Come dire che le premesse per la seconda riunione del comitato presieduto a interim dal numero uno bianconero Angelo Renzetti, non erano certo le migliori... «Però è stata una serata piuttosto tranquilla – ci spiega Flavio Facchin, uno dei due rappresentanti dell’Acb in seno al Team Ticino –, anche perché abbiamo deciso di concentrarci sui classici aspetti di gestione che non si possono certo dimenticare (ad esempio quelli finanziari, o ancora diverse questione organizzative). In un certo senso abbiamo deciso di mettere da parte per una sera i temi scottanti, per quelli dovremo forse trovarci una volta con il Lugano e discuterne a quattr’occhi».
Davanti a un giudice? «Si vedrà, la speranza di riuscire a mettersi d’accordo prima c’è sempre, ma per il momento noi andiamo avanti sulla strada intrapresa, anche perché come a proposito dei temi più importanti non è cambiato niente».
È «soddisfatto» e convinto che la serata relativamente tranquilla sia un segnale positivo il presidente Renzetti… «È stata una riunione positiva – ha affermato il numero uno di Lugano e dello stesso Team –, nella quale abbiamo deciso di lasciare da parte le querelle (che faranno il loro corso separato) affrontando con un buon spirito di collaborazione gli aspetti amministrativi e gestionali del Team Ticino. Lavorando bene insieme su questi temi poi sarà più facile trovare un’intesa anche sul resto. Come dire che stiamo caricando la macchina per partire e forse lungo la strada troveremo delle risposte condivise da tutti. Io ci credo e sono a disposizione per incontrarci con i rappresentanti del Bellinzona».