Luigi Tirapelle, mister dell’Ac Bellinzona: ‘Un periodo di adattamento è normale, ma dobbiamo essere più cinici in attacco’
È in perfetto equilibrio il bilancio dell’Ac Bellinzona relativo al primo scorcio di stagione: sei partite con risultati equamente distribuiti tra vittorie, pareggi e sconfitte (due ciascuno), per una classifica che vede i granata in ottava posizione, a otto lunghezze dal terzetto di testa Stade Losanna, Stade Nyonnais e Yverdon. Per quanto l’obiettivo stagionale non sia il vertice della graduatoria, forse all’Acb qualcosa manca, ambizioni e potenziale tecnico alla mano. Il campionato ha ancora quasi tutto da dire, ma è pur vero che forse dalla squadra di Tirapelle era lecito attendersi qualcosa in più, in termini di gioco e di punti. L’allenatore italiano: «Un periodo di adattamento a un campionato diverso da quello passato – commenta il mister granata Luigi Tirapelle – è normale che ci sia. Nella scorsa stagione avevamo qualcosa in più rispetto a tutte le avversarie, e in campo questo si è tradotto in una lunga serie di vittorie. In questo torneo affrontiamo squadre di pari valore, o di valore superiore, come l’Yverdon. Squadre organizzate, ben messe in campo, presenti a livello atletico. Ogni partita è una battaglia, ce la dobbiamo sudare. Il compitino non basta, bisogna fare qualcosa in più. Questo periodo è soprattutto servito a capire questo, sia a me come allenatore (sono anch’io alla prima esperienza in questa categoria), sia ai giocatori. Alcuni di loro hanno esperienza di categoria superiore, altri però a questi livelli non hanno mai giostrato. A differenza dello scorso anno, quando tutto era un po’ più scontato, quest’anno di scontato non c’è proprio nulla. Dobbiamo lavorare duro per riuscire a fare risultato. Sono ottimista, tutti i ragazzi hanno la capacità di disputare un buon campionato. Lo stiamo facendo, anche se possiamo fare di più».
L’Acb ha mantenuto un atteggiamento piuttosto guardingo. L’impressione è che non abbia ancora espresso del tutto il proprio notevole potenziale offensivo. «Sono dell’idea che non si debba andare allo sbaraglio, contro avversari di qualità verso i quali si deve avere il giusto rispetto. Soprattutto nel primo tempo, ci mettono molta fisicità, grande corsa, tanta aggressività. Ai ragazzi chiedo sempre di fare il nostro gioco, tuttavia ci sono dei momenti in cui non ci si deve sbilanciare, per evitare di prestare il fianco agli attacchi degli avversari. Anche perché se incassi uno o due gol, poi la partita si complica molto. Il nostro è un atteggiamento forzato dagli avversari. Sono loro che ci mettono in difficoltà. Abbiamo sempre creato le occasioni per vincerle, la partite, ma a differenza dello scorso campionato, quando eravamo più cinici, quest’anno abbiamo maggiori difficoltà, anche perché troviamo avversari più attrezzati. Più che osare di più ed essere più convinti delle nostre possibilità, dobbiamo diventare più freddi. In questa categoria, se sbagli subisci gol. L’attenzione deve essere massima. Ciò non significa essere difensivisti: significa semmai avere rispetto dell’avversario, per poi colpirlo al momento giusto, con determinazione. Nessuno ci concede più un gran numero di occasioni, come accadeva in Prima Lega. Il numero si è ridotto, per cui dobbiamo migliorare in fase di concretizzazione». L’obiettivo non è la promozione, ma la piazza è molto ambiziosa, oltre che calda e vicina alla squadra. «La società è stata molto intelligente: fin dall’inizio ha fatto capire che questa è una stagione “di transizione”. Non significa che non ambiamo alle prime posizioni. La volontà è quella di arrivare a ridosso delle prime tre o quattro squadre. Magari anche più su, chissà. Ma il club sta facendo il passo secondo la gamba: squadra e società stanno prendendo le misure a questa categoria. Più avanti, se ci sarà la possibilità e il club darà la propria disponibilità a intervenire per fare qualcosa in più, sicuramente verrà fatto. Stiamo studiando, ci stiamo preparando al salto che tutti quanti vorremmo fare. Capisco che i nostri tifosi, abituati a campionati ben diversi, abbiano voglia di tornare immediatamente in categorie più prestigiose, ma occorre fare i conti con la realtà. Intanto, li ringrazio per il sostegno che ci assicurano. È un piacere andare al Comunale a giocare, vi si respira aria di calcio vero».