Inizia con la doppia sfida alla Saint Léonard la finale di campionato. Alla Spinelli Massagno mancherà un perno importante, espulso a Neuchâtel
Cominciamo dalla fine anzi, dalla brutta fine di gara 4 delle semifinali: avanti di 14 punti, 66-80, a 68 secondi dalla fine, a Marko Mladjan viene fischiato il quinto fallo. Il giocatore va in panchina e, dalla panchina, esprime insulti di vario tipo all’indirizzo di chi? L’arbitro Novakovic si sente “chiamato in causa” e lo espelle per reiterati e pesanti insulti. Prima ancora di parlare della pesante squalifica, ci si chiede perché dare in escandescenze, qualunque fossero gli indirizzi, quando sei in finale, sei il capitano e uno degli elementi più importanti della squadra, visto i 17 e i 19 punti realizzati nelle due trasferte a Neuchâtel? È questo il punto essenziale del discorso, visto che l’abbiamo ribadito più volte in stagione come il bene della squadra deve venire prima delle diatribe personali con gli arbitri. Detto ciò, opinioni certamente condivisibili o meno, è giusto anche sentire cosa dice coach Gubitosa che si ritrova a giocare certamente gara 1 senza un perno essenziale del suo gruppo, oltre ad aver perso Solcà una settimana fa: «Non voglio giustificare nessuno, però per tutta la partita c’è stata una messa sotto lente delle reazioni dei due fratelli, quasi aspettassero solo un passo falso – ci dice Gubitosa –. Moten ha preso a calci un cartellone, altri neocastellani hanno manifestato con gesti d’insofferenza dopo alcuni fischi arbitrali, ma non è successo nulla».
Le parole sono state pesanti... «Ma non erano indirizzate agli arbitri, era uno sfogo verso i giocatori avversari per il loro atteggiamento in campo. Questo è quanto mi ha detto il giocatore: però è chiaro, con i precedenti atteggiamenti e falli tecnici presi dai due fratelli anche nell’ultimo periodo, nell’occhio del ciclone ci son finiti loro. A mio modo di intendere il gioco, se dai un tecnico ti allontani dal giocatore, vai al tavolo, segnali il fallo e non stai a vedere la faccia di chi hai punito, magari in modo provocatorio».
Fatto è che son piovute tre giornate di squalifica. Destino vuole che queste finali si giochino in maniera diciamo anomala: lo scorso anno senza Williams, messo fuori combattimento da Cotture prima dei playoff e senza coach dalla terza gara, quest’anno senza Marko e senza Solcà, due pedine fondamentali nelle rotazioni massagnesi. Più in salita di così è difficile pensarlo... «In effetti, siamo in queste condizioni e avremo le prime due gare a Friborgo dove andremo per vincerne almeno una. Per Marko abbiamo inoltrato ricorso e vedremo se le motivazioni basteranno a ridurre la squalifica. In ogni caso noi cercheremo la vittoria».
Due rotazioni di peso in meno cosa significa? «Significa che ognuno dovrà dare di più, anche quelli che di minuti in campo ne hanno fatti pochi: è in questi frangenti che si vede il carattere e la determinazione di un giocatore e spero di vederli».
Ci vorrà molta disciplina tattica per non dare spazi e gioco di transizione all’Olympic, ma nemmeno spazi da perimetro con i tiratori che si ritrovano i burgundi... «Ci vorrà la partita perfetta in difesa e un gioco ragionato in attacco, senza sprecare né palloni, né tiri fuori logica. Inoltre, mi aspetto qualcosa in più da alcuni giocatori che sinora, durante i playoff, sono stati meno efficaci del loro potenziale. Ma se tutti daranno il massimo, ce la possiamo giocare anche contro una squadra di 11 professionisti».
Quello che ci auguriamo è che si giochi a basket e che ci sia un arbitraggio all’altezza della situazione perché, lo si voglia o meno, il peso della gestione del gioco e della sua coerenza non sono mai fattori indifferenti.
Tutti in campo alle 17.30 e alla Saint-Léonard ci sarà certamente il tutto esaurito.