Dopo la sconfitta in gara 2 (1-1 il parziale), il coach della Sam spiega come la sua squadra affronterà i prossimi match di semifinale contro Neuchâtel
Il 10 maggio del 2022, la Sam regalava a Neuchâtel gara 2 e poi andava a perdere le due gare in terra neocastellana: 71-69 nella terza, 76-73 nella quarta e fine della stagione. Non pochi hanno pensato a questi episodi alla fine di gara 2 martedì, quando la Spinelli ha regalato la partita a un Neuchâtel oramai alle corde ma graziato da due triple quasi fantasmagoriche di Caputo e Ancrum, e dagli errori dei padroni di casa, sia sulla rimessa sia con due falli con la palla in mano.
Chiediamo a Robbi Gubitosa se anche lui ha avuto questi pensieri legati a due anni fa: scontata la risposta: «Certo che ci ho pensato, e devo dire che non è stato divertente ricordare quegli episodi, proprio perché contro i neocastellani abbiamo veramente regalato di tutto e di più. Però, a parte i primi 4 minuti e gli ultimi 68 secondi, abbiamo fatto noi la partita e avremmo dovuto vincerla». Invece? «Invece non abbiamo fatto altro che far contenti gli ospiti, neanche fosse Natale. C’è un grande rammarico perché ci siamo complicati la vita e quindi ora dovremo dimostrare la nostra forza, con quel carattere che ci è mancato in troppi frangenti». Con un’assenza importante però, quella di Juri Solcà. «Non ci facciamo mancare niente, insomma: l’assenza di Juri, giocatore di sicuro affidamento, è importante sia per il suo ruolo sia per la sua crescita e la capacità di essere pericoloso dall’arco. Vedremo di trovare le alternative, ma una rotazione in meno in questi playoff non è cosa da poco».
Nelle due gare avete difeso bene per gran parte delle partite, però con dei vuoti che Neuchâtel ha saputo sfruttare bene, soprattutto con Maquisse. «Se non difendiamo forte in cinque, e l’avversaria è brava a trovare l'anello debole, è chiaro che siamo svantaggiati. Noi dobbiamo difendere e attaccare in cinque, sempre. E, l’abbiamo dimostrato più volte: se giochiamo in cinque vinciamo. Se invece ci abbandoniamo a troppe soluzioni individuali, favoriamo le difese avversarie». Certamente il 3 su 19 nel tiro da 3 non è una cifra da Massagno, considerato che avete tirato in stagione con una media del 38%. Anche in questo tipo di scelta occorre essere nelle giuste condizioni ed evitare le forzature – sottolinea Gubitosa –, ma se la palla circola bene, se ci sono i movimenti giusti, si arriva a tirare nelle migliori condizioni e senza dover forzare o fare tiri “impossibili”».
Le armi per riprendersi il fattore campo ci sono... «Certamente abbiamo il potenziale per vincere, lo abbiamo dimostrato più volte: ma nel basket, come in tutti gli sport, un conto è la carta e l’altro è il campo: dobbiamo mettere in campo tutta la nostra forza e la nostra volontà di squadra, se vogliamo vincere. Neuchâtel è un campo difficile, loro sono galvanizzati dalla vittoria insperata di martedì e vorranno chiudere la sfida nelle due partite casalinghe. Noi dovremo andare in campo con la giusta determinazione e badare solo a giocare al meglio, ma per 40 minuti, non per 36 o 38».
Sfatare la tradizione, per modo di dire. O meglio, non ripetere il recente passato deve essere il primo passo. Clanton e compagni hanno le armi per imporsi sempre: che a guidarle siano le teste giuste, focalizzate sugli avversari nel modo più concreto possibile evitando di arrivare a martedì con una gara da dentro o fuori. Certamente domenica alle 17 alla Riveraine ci sarà il clima delle grandi occasioni.