Lo scorso weekend si è spento a 97 anni un'autentica leggenda locale e internazionale delle bocce
Era inevitabile che anche una leggenda boccistica come Brenno Poletti, nato il 27 novembre 1926, prima o poi ci lasciasse per sempre. Nessuno è eterno, insomma. E allora qualche giorno fa, alle bella età di 97 anni, il mitico Brenno ha salutato tutti ed è partito alla volta di quell’immaginario bocciodromo celeste dove ad attenderlo vi sono già un bel numero di amici e avversari che, insieme a lui, hanno scritto fulgide pagine di storia boccistica per almeno mezzo secolo. Per elencarli tutti ci vorrebbe uno spazio ben più ampio di questo, e inoltre correremmo il serio rischio di dimenticarne più di uno. Impossibile però non ricordare le sue epiche sfide con Tarcisio Induni, il suo avversario per antonomasia, o quelle con Giuseppe Pagnini, oppure le tante vittorie conquistate con suo fratello Giuseppe, con Silvano “Tajo” Giacomini (poi diventato suo temibile rivale), con Sergio Fabbi, Armando Guggiari, Enrico Martegani e via elencando. Ci sarebbe materiale, come si usa dire, da scriverci un libro.
Impressionante, e difficilmente imitabile, il suo palmarès: campione del mondo individuale, campione europeo a squadre, due volte vicecampione del mondo individuale e a squadre, 11 volte campione svizzero individuale, 6 a coppie e 2 a terne, 5 volte vincitore della Coppa svizzera, 9 volte campione ticinese individuale punto e rigolo, 12 volte nella coppia punto e rigolo e 10 volte nella coppia punto e volo, 4 volte campione ticinese a terne, vincitore 3 volte del Vendemmia, 7 volte della Boccia d’oro, 7 volte del Gp la Chiassese, 5 volte dell’Arte e Bocce, 5 volte della Rassegna dei Campioni, e più volte primo in varie altre gare importanti come il Città di Campione, il Melisa, il torneo individuale di Novazzano, il GP Steiner e via citando, perché le sue vittorie spaziano sull’arco di un cinquantennio. Brenno annoverava pure alcuni titoli ticinesi vinti nell’individuale punto e volo, in voga negli anni 50 e 60. Impossibile quindi ricordarle ed elencarle tutte.
Poi ci sono pure i tanti primi posti conseguiti nelle classifiche cantonali (Premio Selma-GdP) e nazionali quale miglior giocatore dell’anno. Da parecchio non giocava più nelle gare, e anche le sue apparizioni sui viali per diletto si erano pian piano rarefatte, fino a cessare del tutto. Non certo per mancanza di passione, ma perché anche lui cominciava a patire qualche acciacco dovuto all’accumularsi degli anni. Di una cosa siamo però certi: fino a quando ci saranno delle bocce che scorrono su un viale, in una maniera o in un’altra il nome di Brenno Poletti verrà evocato, perché le leggende non muoiono mai. Fa' buon viaggio, mastro Brenno, e sentite condoglianze ai famigliari.