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Due ticinesi a Singapore: ‘Il sogno è la finale’

Gli arbitri Davide Rampoldi e Christian Crivelli si apprestano a dirigere i loro terzi Mondiali femminili. ‘Sport sempre più duro, intenso e spettacolare’

Rampoldi, impegnato in una finale del campionato svizzero
(Keystone)
30 novembre 2023
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«Se io sono il Massimo Busacca dell’unihockey, Christian ne è il Pierluigi Collina». Traspare grande serenità – mentre allude alla diversa capigliatura dei due – dalle parole di Davide Rampoldi, arbitro ticinese che con il fido collega Christian Crivelli si appresta ad arbitrare per la terza volta i Mondiali femminili, in programma a Singapore da questo sabato a domenica 10 dicembre.

Del resto questa è già la vostra terza esperienza iridata…

Sicuramente il primo Mondiale, a Neuchâtel nel 2019, è stato molto emozionante, perché la convocazione è arrivata quasi inaspettatamente e poi siamo andati avanti, fino a dirigere una semifinale e la finale per il terzo posto, mentre la Svizzera è arrivata all’ultimo atto. In Svezia nel 2021, a Uppsala, è stato un torneo tosto, perché si è svolto in un clima diverso. Quest’anno abbiamo cambiato un po’ la nostra preparazione, perché l’ultima volta eravamo arrivati un po’ scarichi, mentre stavolta abbiamo dosato maggiormente le energie. Andare a Singapore è magnifico, pur essendo dall’altra parte del mondo, ciò che comporta un volo di quattordici ore e l’adattamento a regole molto ferree. Io ci ero già stato da turista, mentre per Christian è la prima volta. Inoltre abbiamo dovuto organizzarci bene con il lavoro, io ho la fortuna di beneficiare di un congedo per anzianità di servizio, dopo oltre vent’anni alle dipendenze dello Stato, mentre Christian ha dovuto organizzarsi con la sua azienda. In ogni caso non sarà facile, nemmeno per ciò che concerne i contatti con le famiglie.

Quali aspettative avete per questa nuova avventura?

Prima di tutto puntiamo a divertirci e a fare bene il nostro lavoro e, se la Svizzera non dovesse fare un exploit, il sogno è sempre quello di disputare la finale. Ma, come si dice in questi casi, prendiamo partita dopo partita, vediamo come va e lasciamoci sorprendere.

Dovrete quindi “gufare” un po’ la nazionale rossocrociata?

L’ultima volta che siamo stati a Singapore, nel 2005, abbiamo vinto il nostro unico oro, ma devo dire che stavolta non vedo una Svizzera così forte. L’ho osservata da vicino all’Eft dove comunque è andata un po’ meglio rispetto agli appuntamenti precedenti, la speranza è quella di giocarsi il bronzo con la Repubblica Ceca.

Durante i Mondiali come si svolge la tipica giornata di un arbitro?

Sarà un po’ diversa rispetto al passato, in quanto gli orari delle partite sono stati adattati, per cercare di adeguarsi alle esigenze europee. Normalmente infatti le prime partite iniziavano verso le nove o le dieci, mentre quest’anno si inizierà non prima di mezzogiorno. Di solito dopo la sveglia ognuno svolge un allenamento, poi c’è la preparazione, la partita e ogni sera verso le dieci ci aspetta il feedback collettivo della giornata, durante il quale vengono anche assegnate le partite del giorno successivo.

Immagino dunque che sia anche una buona occasione di scambio con le coppie arbitrali di tutto il mondo…

Questo è proprio uno degli aspetti più interessanti, con alcune delle altre coppie abbiamo già condiviso diverse belle esperienze. Inoltre quest’anno ci sarà un nuovo duo indonesiano e un nuovo osservatore australiano.

Di tempo per visitare la città ne avrete?

Tutti avranno a disposizione un giorno libero, nel quale si potrà visitare e godersi Singapore. Poi dipende dall’orario delle partite, chi ha il primo turno, dopo è più rilassato, mentre chi ha gli incontri serali, praticamente vi dedica l’intera giornata.

È ormai da diversi anni che siete attivi in ambito internazionale, come si è evoluta la disciplina in questo lasso di tempo?

La velocità e l’ingaggio fisico sono aumentati almeno del 30-40%, si cerca sempre di più la prestazione atletica d’alto livello. La Federazione internazionale sta infatti puntando verso uno sport più duro – ma non sporco –, spettacolare e intenso.

Per il futuro quali sono invece i vostri obiettivi e sogni nel cassetto?

Dopo aver diretto i quarti di finale e le semifinali di Coppa campioni ci piacerebbe fare anche la finale, che sarà tra due compagini svedesi. Dopo i Mondiali sapremo se toccherà a noi o meno. Per quanto concerne invece il campionato svizzero, dopo Natale vedremo se ci concentreremo sul campionato maschile, come è nell’interesse della Federazione, o se continuare ad arbitrare uomini e donne, come stiamo facendo ora.

Proprio a livello maschile, alle nostre latitudini bisogna colmare il vuoto lasciato da una coppia femminile che ha appena concluso la sua carriera…

Siamo stati un po’ dei precursori per la presenza di arbitre nel settore maschile, con Corina Wehinger e Sandra Zurbuchen che hanno diretto due finali mondiali. Hanno fatto benissimo con gli uomini, mentre nel settore femminile non si sono mai trovate a loro agio. Ma in generale abbiamo sempre percepito grande rispetto, indipendentemente dal sesso e dalla regione linguistica di provenienza dei ‘fischietti’, al di là delle normali reclamazioni. Inoltre a differenza del calcio, non c’è un bacino sufficientemente ampio per avere un mondiale femminile arbitrato da sole donne e ovviamente anche le scelte familiari influiscono. Anche se le possibilità non mancano, per esempio un’ex arbitra, diventata mamma la scorsa primavera, sarà presente ai Mondiali in qualità di osservatrice.

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