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Gdt Bellinzona, è ancora tempo di emozioni

Dopo la semifinale di Coppa persa contro il Martigny, che quel trofeo l’ha poi vinto, da giovedì spazio alla magia playoff. ‘C’è il livello per salire’

‘Le capacità le abbiamo, dimostriamole con le prestazioni’, dice Nicola Pini
(Ti-Press)
7 febbraio 2023
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Prima le emozioni di Coppa, ora quelle dei playoff. In un inverno già di per sé ricco di significato per i Gdt Bellinzona, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo di fondazione, pronti a lanciarsi con trepidazione nei quarti di campionato: di fronte, da giovedì troveranno i sangallesi del Rheintal, primo ostacolo nei playoff per una formazione biancorossa che aveva sognato fino all’ultimo di arrivare sino in finale di Coppa Svizzera, al posto di quell’ambizioso Martigny che il torneo l’ha poi vinto, l’altroieri, a Lucerna, grazie al successo sui grigionesi dell’Arosa. «Eravamo partiti con due obiettivi: arrivare in buona posizione al via dei playoff e andare il più lontano possibile in Coppa – spiega il quarantasettenne tecnico ticinese –, e direi che siamo arrivati molto in alto, giungendo fino in semifinale, dove abbiamo reso la vita difficile a un Martigny che, effettivamente, lo si deve ammettere, è una bella squadra: quadrata, con molto talento e tanta esperienza, visto che nelle sue fila ci sono diversi giocatori con un passato in A e in B».

Dato che non avete mai fatto mistero di voler salire di un gradino, in quella MyHockeyLeague che è l’anticamera del professionismo, la semifinale di Coppa contro una squadra che arriva proprio da quella categoria vi sarà servita anche per capire a che punto siete.

Possiamo dire di sì. Pur se, in verità, ci sarebbe ancora un ulteriore scalino tra le formazioni che vanno per la maggiore in MyHockeyLeague, come appunto il Martigny, che del resto quest’anno ha l’ambizione di salire in B, e le restanti squadre. Infatti, per fare un esempio, nei quarti di Coppa noi avevamo già dovuto affrontare il Seewen, e l’avevamo battuto. Siamo consapevoli che la nostra squadra abbia un livello da MyHockeyLeague: non al punto da poter ambire a posizioni di primissimo piano, ma sappiamo comunque di potercela giocare. Del resto, contro lo stesso Martigny fino a sette minuti dal termine eravamo pur sempre sul 3-2, e il terzo gol ai vallesani l’avevamo regalato noi, con un errore difensivo. Avessimo trovato il pareggio, non so come sarebbe poi andata a finire.

Coppa a parte, come giudichi fin qui la stagione del Cinquantesimo?

Molto positiva. Abbiamo avuto un inizio di campionato molto buono, infatti fino a novembre non avevamo perso una sola partita entro il sessantesimo, andando a punti consecutivamente per undici volte. Poi a dicembre è subentrato un po’ un calo, e dopo aver perso quattro partite su sette ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti cosa stessimo facendo, se avessimo o no l’intenzione di prepararci adeguatamente per i playoff. Così ci siamo rimboccati le maniche, lavorando duramente sul ghiaccio per tutto il mese di gennaio, e ora ci presentiamo ai quarti contro il Rheintal dopo aver vinto quattro partite di fila.

Adesso, però, si fa davvero sul serio

Sono anni che diciamo che ci piacerebbe salire in MyHockeyLeague, ma è chiaro che prima dobbiamo pensare a superare i quarti, su su fino ad arrivare in finale, cosa che non siamo mai riusciti a fare, anche perché siamo sempre andati a cozzare addosso al Wetzikon. Per prima cosa dobbiamo porci quell’obiettivo, cioè la finale, poi se arriverà anche la promozione, ben venga.

Questo Rheintal che avversario è?

È una squadra molto più forte rispetto agli anni scorsi, dopo aver ricevuto diversi rinforzi da società di MyHockeyLeague. Parliamo di un gruppo giovane e che pattina molto, quindi è molto pericoloso. Sappiamo che dovremo partire bene e toglier loro subito l’ossigeno: non dobbiamo far sì che possano crearsi false illusioni. Le capacità le abbiamo, però dobbiamo dimostrarlo anche a livello di prestazioni. A maggior ragione sapendo che quest’anno ricorre il Cinquantesimo, vogliamo riuscire a fare qualcosa di bello per la società. Con un gruppo in cui ci sono sì tre o quattro veterani, ma che per il resto è formato da giovanissimi: tantissimi di questi ragazzi hanno ventidue o ventitré anni.

E ventidue o ventitré anni sarebbe anche l’età giusta per provare a salire di livello: tuttavia bisognerà prima capire quale volto avrà in futuro la MyHockeyLeague, dopo che finalmente sarà stato deciso il destino della Swiss League.

In questi mesi ho sentito molta gente parlare, e ognuno dice la sua. Per come la vedo io, è un gran casino: spero vivamente che i club di National e di Swiss League si mettano a un tavolo per decidere una linea che sia un po’ sensata, perché mi pare che ora si stia navigando a vista, dopo che il club di A avevano deciso di andare per la loro strada per ottenere migliori condizioni a livello di diritti tv, prima che quelli di B decidessero di fare altrettanto, facendo però male i conti. Nel frattempo in Swiss League si sta creando un buco enorme tra quelle due o tre squadre che hanno delle ambizioni, come l’Olten, che vuole fare spettacolo grazie a un budget da 5 o 6 milioni, e gli altri club che o fanno soltanto della formazione, oppure sono molto deboli perché non hanno né giocatori, né soldi a disposizione.

Quello che capiterà al piano di sopra potrebbe ovviamente avere ripercussioni per chi si trova subito sotto, in quella MyHockeyLeague che è la massima espressione dell’hockey amatoriale: secondo te, quale sarebbe lo scenario ideale per i campionati dilettantistici?

Secondo me bisognerebbe tornare a quella che era la Prima Lega di una volta, invece di un campionato a diffusione nazionale come lo è oggi la MyHockeyLeague: stiamo pur sempre parlando di dilettanti, e per questi ragazzi già confrontati con un impegno tanto grande, visto che non fanno soltanto quello nella vita, non è evidente stare cinque ore sul bus all’andata e altrettante al ritorno per giocare una partita, calcolando che ogni settimana si gioca due volte. Se lavori al 100%, una cosa del genere è semplicemente troppo onerosa.

Tornare alla vecchia Prima Lega non sarebbe fare un grande passo all’indietro?

Per carità, questa è solo una mia idea. Secondo me sarebbe ideale avere campionato di Prima Lega a due regioni invece dei tre gruppi che c’erano un tempo, con i giocatori più talentuosi dell’attuale MyHockeyLeague che potrebbero andare a rimpolpare i club di Swiss League, dove con dei budget di un paio di milioni si potrebbe fare formazione sul serio. Formazione a livello professionistico voglio dire, con i ragazzi che ogni mattina vanno sul ghiaccio e si allenano adeguatamente, tenendo anche conto dei tempi di recupero, con l’obiettivo di svilupparsi nel miglior modo possibile per riuscire un giorno a fare il grande passo verso la National League.