L'infortunio ad Aaron Rodgers ha riaperto il dibattito. E intanto la Nfl perde anche Nick Chubb (ginocchio ko)
“Il calcio giocato su terreno sintetico non è vero calcio”. Quante volte abbiamo sentito dichiarazioni più o meno simili uscire dalla bocca di giocatori, allenatori, addetti ai lavori? Il tema erba artificiale vs erba naturale sta tenendo banco anche oltre Oceano, più per il football che per il soccer. Una polemica scaturita dall'infortunio, dopo appena quattro snap, di Aaron Rodgers, nel primo Monday Night della stagione: per lui, lacerazione del tendine d’Achille e stagione finita. L’associazione dei giocatori (Nflpa) ne ha subito approfittato per chiedere alla Nfl il passaggio di tutti gli impianti al fondo naturale e molti giocatori si sono pubblicamente schierati a favore della richiesta. Secondo i dati in possesso della Nflpa, la maggior parte dei giocatori preferisce l’erba naturale, superficie che garantirebbe un minor numero di infortuni: anche quando il terreno artificiale è di ultima generazione, come quello posato proprio quest'estate al MetLife di New York, dove Rodgers ha spento i sogni di gloria dei tifosi dei Jets.
Dal canto suo, il commissioner della Nfl, Roger Goodell, ha assicurato che la lega è impegnata nella salvaguardia della salute dei suoi membri e sta monitorando con attenzione la situazione. Tuttavia, secondo Goodell, non bisogna nemmeno sottovalutare l’impatto economico derivante dal cambio di superficie nei 15 stadi che hanno scelto l’artificiale (le squadre sono 17, perché Jets e Giants a New York utilizzano il MetLife Stadium, mentre Chargers e Rams a Los Angeles giocano al SoFi Stadium).
Gli ha risposto a breve giro di posta Lloyd Howell, presidente della Nflpa, il quale ha ricordato come molti di questi impianti siano stati scelti per ospitare la Coppa del mondo 2026 di calcio e in quell’occasione poseranno un tappeto di erba naturale: come dire, per i giocatori di soccer sì, per coloro che rappresentano il nostro patrimonio del football no. Il dibattito, ovviamente, rimane aperto, anche perché la tesi della maggior pericolosità dell’artificiale rispetto al naturale non sarebbe sostenuta da sufficienti dati scientifici, almeno nel mondo del football. Il problema non va però sottovalutato, perché non riguarda soltanto la Nfl, ma pure i campionati universitario e liceale.
Nel frattempo, ai Jets non resta che leccarsi le ferite per la perdita del futuro Hall of Famer e per il sogno del Super Bowl che si è improvvisamente spento (forse pure quello dei playoff). Anche perché Zach Wilson, chiamato a sostituire Rodgers, a Dallas ha mostrato tutti i suoi limiti con statistiche pessime (12 su 27 per 170 yarde, un touchdown e tre intercetti). Difficile immaginare che con lui al comando, nonostante un’ottima difesa e un reparto corse di prim’ordine, i biancoverdi possano andare lontano.
Che questa sarà una stagione molto equilibrata lo dicono le classifiche, già dopo la seconda settimana. Soltanto 9 sono le squadre con due vittorie e nessuna sconfitta e altrettante sono quelle ancora alla ricerca del primo successo. Qualche conferma c’è, tuttavia al momento sono soprattutto le sorprese in negativo ad attirare l’attenzione. Come lo 0-2 di Cincinnati (semifinalista a febbraio) che dopo la disastrosa prestazione contro Cleveland non ha fatto molto meglio nell’esordio casalingo contro Baltimore. Per il secondo anno consecutivo i Bengals hanno approcciato la stagione con due sconfitte: un anno fa erano comunque arrivati a un passo dal Super Bowl, per cui la speranza non è ancora morta, per quanto le condizioni del polpaccio di Joe Burrow (infortunato in pre-season e uscito malconcio domenica) lasciano tutti i tifosi con il fiato sospeso.
Molti allenatori si stanno per contro chiedendo come fermare l’attacco di Miami. All’esordio i Dolphins avevano battuto i Chargers grazie al gioco aereo (466 yarde lanciate da Tagovailoa, 215 ricevute da Hill), per cui quella vecchia volpe di Bill Belichick ha preso nota e adottato le dovute contromisure in vista del Sunday Night della seconda giornata. Risultato: Tua è stato efficace ma niente più (21 su 30, 249 yarde, un Td e un intercetto), Hill non è andato oltre le 40 yarde ricevute. E allora coach McDaniel ha affidato la palla a Raheem Mostert che ha corso per 121 yarde (6,72 di media) e due touchdown. Tirala dalla parte che preferisci per coprire, a discrezione, il gioco aereo o quello a terra, la coperta rischia sempre di essere corta.
E a metterla sulla corsa c’è pure San Francisco, il quale ha superato i LA Rams grazie a 116 yarde di Christian McCaffrey, l’unico runner bianco titolare in tutta la lega, con Brock Purdy abile nel gestire la situazione, con 17 su 25, 206 yarde, nessuna segnatura e nessun intercetto.
Abbiamo aperto con l’infortunio ad Aaron Rodgers, chiudiamo con due k.o. pesanti e che toccano due runner. Il primo ha coinvolto Saquon Barkley nella rimonta dei New York Giants in Arizona (sotto 21-0 alla pausa si sono imposti 31-28): per lui una distorsione alla caviglia che lo terrà fuori tre o quattro settimane (molte in una stagione con appena 17 partite). Il secondo è molto più grave e ha visto quale sfortunato protagonista Nick Chubb che nel Monday Night tra Pittsburgh e Cleveland si è procurato un infortunio al ginocchio sinistro, lo stesso già andato in frantumi nel 2015, quando il runner dei Browns vestiva la maglia dell'Università della Georgia. L’entità dell’infortunio del quattro volte Pro Bowler non è ancora conosciuta, ma è certo che gli costerà l’intera stagione. Il football è uno sport spettacolare, ma di settimana in settimana richiede il suo tributo di vittime.