La Spinelli ha fatto un sol boccone del Vevey, mentre i Tigers hanno patito il viaggio e l’organizzazione lacunosa del Boncourt
La Spinelli asfalta il Vevey, il Lugano viene sommerso dal Boncourt: questo l’esito di sabato sui campi di A del basket.
Una Sam decisamente concentrata non lascia scampo ai vodesi arrivati in Ticino ancora imbattuti, ma senza una delle sue pedine chiave quale è Dubas. Ma, al netto di questa assenza, è la forza difensiva di Martino e compagni che getta subito nello sconforto i ragazzi di Bavcevic, incapaci di trovare un canestro in azione dal 1’ al 7’, per un 14-4 che è già un segnale. Il primo quarto la Sam lo chiude sul 23-9 e con una statistica di 9/16 contro il 3/21 ospite. E va pur detto che Vevey prende sì 9 rimbalzi offensivi, ma non realizza alcun punto su secondo tiro! Nel secondo quarto la Spinelli non toglie il piede dall’acceleratore e dilaga sino a +31, 45-14 al 6’, prima che un parziale di 2-10 permetta al Vevey di andare in spogliatoio a -22, 52-30. In casa Sam già 9 giocatori a punti, fra gli ospiti 10 punti di Johnson e spiccioli per gli altri. Il secondo tempo è stata una passerella più che una sfida al calor bianco, con un titic e titoc da una parte e dall’altra, ma con una Sam sempre attenta a sfruttare ogni debolezza, come l’8-0 a fine quarto che ha portato il vantaggio a 33 punti, 79-46 al 28’. Ultimo quarto con un tirare a campare, tanta la differenza in campo, ma anche tale da permettere a Isaiah Williams di centrare una eccezionale tripla doppia con 16 punti, 14 rimbalzi e 10 assist, statistica rarissima nel nostro campionato. La Spinelli ha avuto ben 5 giocatori in doppia cifra, Marko Mladjan 11, Dusan 16, James 14 e Stevanovic 10, con Galloway a 9 e una caviglia da valutare, e R. Kovac a 8. Quest’ultimo forse troppo preoccupato dall’imminente nascita dell’erede, si è trovato con il braccino (1/7).
«Partire bene con una difesa attenta e aggressiva è stato essenziale per dare un indirizzo chiaro alla gara – il commento di Gubitosa –. E così abbiamo potuto anche tenere alto il ritmo e l’intensità, facendo ruotare tutti».
L’odissea del Lugano in terra giurassiana è stata complessa, come un’odissea, appunto, comanda. Una trasferta complicata dal viaggio e da un pranzo improvvisato, dagli spogliatoi concessi solo tre quarti d’ora prima a causa di pasticci gestionali e poi tabelloni capricciosi come il cronometro: l’insieme, è certo un’attenuante che non spiega tutto, ha visto i ragazzi di Montini entrare in campo spaesati e incapaci di reazioni adeguate: fatto è che a metà gara i bianconeri stavano già a 19 punti dal Boncourt. La reazione c’è stata nel terzo quarto con Ross e compagni a risalire fino a -9, 69-60 e in parziale nel quarto di 18-28. Poi, la maggiore forza fisica del Boncourt, già messa in mostra una settimana fa a Massagno, ha rifatto superficie e per i Tigers è finita 96-80, con 18 punti dell’ex Steinmann.