CICLISMO

In Andalusia un finale turbolento sorride a Mads Pedersen

Succede di tutto nell’epilogo di Tomares, dove Evenepoel fora negli ultimi tre chilometri e lo scatto di Roglic viene vanificato da una caduta all’arrivo

Il belga perde otto secondi, ma il padrone è sempre lui
(Keystone)
6 settembre 2022
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Un finale di tappa a dir poco assurdo, al termine di una frazione lunga poco meno di 190 chilometri interamente pianeggianti tra Sanlúcar de Barrameda e Tomares, in Andalusia, in un pomeriggio sulla carta noioso che nel suo epilogo, però, trabocca di emozioni. Succede tutto a tre chilometri dalla fine, dopo un breve strappettino che serve da trampolino di lancio a Primoz Roglic: memore del minuto e 34 secondi di ritardo in classifica su Remco Evenepoel, ventiduenne belga della QuickStep che indossa da tempo la maglia rossa di leader, lo sloveno si lancia in un attacco del tutto inatteso, a cui il solo Pascal Ackermann può rispondere, pur se alla fine altri quattro sprinter riusciranno a rientrare su Roglic. Il bello (si fa per dire) è che nello stesso istante Remco Evenepoel è costretto ad alzare il braccio per segnalare una foratura. A quel punto, lo spunto di Roglic prende ancor più importanza in ottica classifica, senonché a settantacinque metri dal traguardo, in pieno sprint, lo stesso sloveno finisce clamorosamente (e rovinosamente) a terra, probabilmente dopo aver toccato la ruota dell’inglese Fred Wright, rischiando di farsi male sul serio.

Alla fine, il vincitore di giornata è il danese della Trek Segafredo Mads Pedersen, che mette la propria ruota davanti a quelle di Ackermann e di Danny van Poppel. Nel frattempo la giuria decide di assegnare allo sfortunato Evenepoel lo stesso tempo del primo gruppetto d’inseguitori e a Roglic lo stesso tempo del vincitore: ne consegue che lo sloveno in classifica riesce a rosicchiare otto secondi alla maglia rossa, portando il suo ritardo da 1’34’’ a 1’26’’. Visti i risultati, però, c’è da chiedersi se ne valesse davvero la pena.