A dieci giorni dal via da Küsnacht, Oliver Senn lancia il conto alla rovescia di un’edizione ricca di Ticino. ‘Un bagno di folla, come dev’essere’
Dopo la cancellazione nel 2020, a causa della prima ondata della pandemia, e l’edizione ‘televisiva’ dello scorso anno, il Tour de Suisse si appresta a tornare alla normalità. Questo, almeno, è ciò che si augurano gli organizzatori, che se dodici mesi or sono chiedevano a tutti di restarsene comodamente sdraiati sul divano, stavolta sperano che la gara a tappe nazionale torni a essere una festa popolare. «Infatti avere i tifosi soltanto davanti ai televisori non è stato entusiasmante» dice Oliver Senn, direttore generale del Tds nella conferenza stampa che anticipa di dieci giorni il via dell’edizione numero 85 della storia, dalla cittadina zurighese di Küsnacht. «Sarà un ritorno alla normalità, con i tradizionali bagni di folla nelle sedi di tappa. Una festa di piazza, proprio come il Tour de Suisse dovrebbe essere».
Sono molti i pretendenti al ruolo di favorito nella corsa che scatterà domenica 12 giugno sul Forch, il passo che – appunto – sovrasta Küsnacht, a un altitudine di 682 metri: da Thomas Pidcock a Geraint Thomas, da Remco Evenepoel a Peter Sagan, anche se lo slovacco (il detentore del record del Tour de Suisse, con 17 vittorie di tappa) sta vivendo una stagione molto difficile, con appena quattordici giorni di corsa e neppure lo straccio di una vittoria. Al contrario di Evenepoel, il belga che ha già ottenuto otto vittorie a metà stagione, reduce da un Giro di Norvegia dominato quasi a piacimento. Come il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi, il 22enne britannico Pidcock è uno dei più grandi talenti del ciclismo. A loro si aggiunge pure il nome del russo Alexander Vlasov, colui che ha saputo lasciarsi tutti alle spalle al Romandia, un mese fa. Tra i grandi assenti, invece, spiccano senz’altro il vincitore dello scorso anno, Richard Carapaz, che fino a domenica scorsa era in lotta per la vittoria assoluta al Giro d’Italia, e il colombiano Egan Bernal alle prese con una convalescenza.
Quanto agli svizzeri, sulle strade del TdS tutta l’élite nazionale sarà rappresentata praticamente senza alcuna eccezione: saranno più di 20 i professionisti svizzeri al via, tra cui Stefan Bissegger, Marc Hirschi, Stefan Küng, Gino Mäder e un Mauro Schmid che ha fatto più volte parlare di sé sulle strade del Giro. «Molte tappe sembrano fatte su misura per Marc Hirschi: lui è senz’altro un protagonista da non sottovalutare. Tuttavia, per me il favorito per la vittoria è il mio compagno Remco Evenepoel, e nutro grandi speranze anche per Gino Mäder (secondo al Romandie, ndr)», dice Mauro Schmid, sulle cui reali ambizioni ci sarà un punto interrogativo fino a poco prima del via. «Per prima cosa – aggiunge il ventiduenne zurighese – dovrò assicurarmi di recuperare per bene tutte le energie spese al Giro d’Italia».
Al via domenica 12 giugno da Küsnacht, come detto, il Tour de Suisse 2022 giungerà a conclusione sette giorni più tardi nel Liechtenstein, a Vaduz, con una frazione a cronometro. Nel ricco menu figura anche la tradizionale puntata a sud delle Alpi: il 16 giugno i girini arriveranno a Novazzano dopo essere partiti da Ambrì, il giorno seguente scatteranno da Locarno in direzione di Moosalp, in Vallese, passando dalla Novena, per quello che sarà il tappone di quest’edizione, mentre il 18 la carovana ripartirà dalla Leventina in direzione di Malbun, transitando sul Lucomagno.