Ricoverato in fin di vita all’ospedale fiorentino di Careggi dopo l’incidente al Mugello, operato nella notte, il 19enne pilota svizzero non ce l’ha fatta
“Un brillante giovane portato andatosene troppo presto: riposa in pace Jason Dupasquier“. Così gli organi ufficiali della Moto Gp comunicano la morte pilota svizzero nemmeno vent’enne, ricoverato in fin di vita all’ospedale fiorentino di Careggi coinvolto di un drammatico incidente nelle qualifiche della Moto3 per il Gp d’Italia al Mugello. “La stella nascente svizzera”, come definita su www.motogp.com, era ricoverata in gravi condizioni al Trauma center con un politrauma cranio-toracico-addominale. A nulla è valso l’intervento chirurgico eseguito nella notte.
“Nonostante gli sforzi dell’équipe medica del circuito e di tutti coloro i quali si sono in seguito occupati del pilota svizzero, l’ospedale ha annunciato che Dupasquier si è purtroppo arreso alle sue ferite”, si afferma in un comunicato stampa.
L’ospedale toscano ha confermato “l’inizio della procedura di costatazione della morte cerebrale, a causa delle gravi lesioni incompatibili con la sua sopravvivenza”. Nel corso della notte, Dupasquier era stato sottoposto a un intervento chirurgico toracico per una lesione vascolare: “Erano pure presenti gravi lesioni cerebrali e il paziente rimaneva in cure intensive in condizioni molto gravi”, ha aggiunto un portavoce del Careggi.
Dopo una quarantina di minuti di cure prestate dai soccorritori sul luogo dell’incidente, Dupasquier, “politraumatizzato e in condizioni molto gravi”, ma “stabili”, era tato trasferito in elicottero nel reparto di traumatologia dell’ospedale Careggi.
Figlio di un ex campione di motocross, Philippe Dupasqueir, Jason aveva debuttato in Moto3 nel campionato del mondo nel 2020 con la scuderia tedesca PrüstelGP, in sella a una Ktm. Nella sua prima stagione ai massimi livelli non aveva fatto segnare nemmeno un punto, ma nei primi cinque gran premi del 2021 aveva sempre chiuso nella top 15.
Al momento del suo decesso, Jason Dupasquier era attorniato dai suoi familiari e da Thomas Lüthi, il quale ha rinunciato a scendere in pista per la gara delle Moto2 pur di rimanere al capezzale del suo pupillo. L’ultimo pilota morto durante un Gran premio era lo spagnolo Luis Salom (Moto2) nel Gp di Catalogna del 2016.
Anche il team Prüstel, con il compagno di squadra giapponese di Dupasquier, Ryusei Yamanaka, non era presente sulla griglia per la sesta gara della stagione. Le moto dei due piloti sono rimaste tutta la mattina all’interno del box. Attaccato dietro il parabrezza delle Ktm numero 50 (Dupasquier) e 6 (Yamanaka) c’era un foglio di carta con le parole “Keep Fighting”. Una lotta che, purtroppo, si è rivelata impossibile da vincere.
Le tre gare sul circuito del Mugello si sono svolte nonostante il tragico incidente di Dupasquier. Nella moto3 tra i20 al via c’era pure Ayumu Sasaki, nonostante i numerosi lividi. Sabato il giapponese era stato coinvolto nell’incidente di Dupasquier. Dopo la collisione il pilota giapponese era volato in aria per diversi, ricadendo pesantemente sull’asfalto.
Nella gara, che si è svolta sotto il motto “Siamo tutti con te”, Sasaki ha chiuso al quarto posto, a meno di tre decimi dal vincitore.
Il talento svizzero aveva attirato l’attenzione sabato mattina con il quinto tempo nelle prove. Il figlio d’arte era stato più veloce sia di Sasaki, sia del vincitore finale Dennis Foggia.
Prima della partenza della MotoGp, sulla griglia di partenza è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dello sfortunato pilota svizzero. Sulle reti sociali, la federazione internazionale (Fim), la Dorna Sports (patron del motomondiale, le scuderie e i costruttori hanno subito reso omaggio alla memoria di Dupasquier. Proprio come hanno fatto molto protagonisti del mondo dei motori, dal tre volte campione del mondo della MotoGp, lo spagnolo Jorge Lorenzo, ai piloti di Formula 1 Carlos Sainz jr. e Sergio Perez: “Le mie più sincere condoglianze alla famiglia, agli amici e alla squadra di Jason Dupasquier”, ha twittato Lorenzo.
Tra gli altri, hanno espresso il loro cordoglio Guy Parmelin, presidente della Confederazione, Viola Amherd, ministra dello sport, il Consiglio di Stato di Friborgo, Sebastien Buemi (ex pilota di Formula 1) e il motociclista Dominique Aegerter.
Dal 1969 sono ben 26 i centauri che hanno perso la vita durante dei gran permi. E, purtroppo, Dupasquier non è l’unico svizzero. Prima di lui erano deceduti Michel Frutschi nel Gran premio di Francia del 1983 nella categoria 500 cmc e, nello stesso anno, Rolf Rüttimann nel Gp della Jugoslavia (125 cmc). Per il motociclismo svizzero, il 983 era stato un anno davvero tragico, perché a Silverstone aveva trovato la morte pure Peter Huber (500 cmc), in una gara che aveva visto pure il decesso del nordirlandese Norman Brown. Dupasquier è la terza vittima negli ultimi 10 anni. Nell’ottobre 2011 era morto l’italiano Marco Simoncelli, prima del già citato spagnolo Salom.
Fabio Quartararo ha vinto la prova di MotoGp al Gran permio d’Italia, disputato nonostante il decesso di Dupasquier. Partito in “pole”, il 22.enne francese ha dedicato il suo sesto successo nella categoria regina allo sfortunato elvetico. Sul podio con lui anche lo spagnolo Joan Mir e il portoghese Miguel Oliveira.
Nella Moto2, vittoria dell’australiano Remy Gardner, davanti allo spagnolo Raul Fernandez. In classifica generale, i due occupano i primi due posti distanziati di appena 6 punti a favore di Gardner. Nella Moto3, invece, vittoria dell’italiano Dennis Foggia.