Impegnato in tantissime gare, il ticinese torna da Budapest con due finali individuali in due gare e una serie di tempi e di prestazioni straordinari
All’attivo, 12 finali, dato molto significativo che rappresenta un record assoluto in una rassegna continentale per il movimento natatorio rossocrociato. Tre, le medaglie conquistate, record della rassegna di Helsinki del 2000 eguagliato (i protagonisti di allora furono la ticinese Flavia Rigamonti, Chantal Strasser e Remo Lütolf). È decisamente positivo il bilancio che Swiss Aquatics può stilare, di ritorno dai Campionati europei di Budapest chiusi, quanto alle medaglie, dal bronzo di Roman Mityukov nel 200 dorso di sabato. Un terzo posto al quale affiancare l’argento di Jérémy Desplanches nei 200 misti e di Lisa Mamié nei 200 rana. Prestazioni di altissimo livello che sono lo specchio dell’eccellente stato di salute del nuoto svizzero a livello agonistico e che hanno partorito non meno di 18 record svizzeri.
A queste enormi soddisfazioni ha contribuito in larga misura anche il ticinese Noè Ponti, finalista - a titolo individuale - nei 100 e 200 delfino, protagonista di una rassegna tanto appagante sul piano dei risultati quanto sfiancante, su quello atletico ed emotivo. Addirittura 14 le gare del 20enne locarnese (ha fatto parte delle staffette 4x100, 4x200, 4x100 mista (poi squalificato) e 4x100 “mista mista” con Lisa Mamié e Maria Ugolkova), un solo giorno di riposo, prima dei 100 delfino del weekend, la gara nella quale, pur nuotando tre volte attorno ai 51’40 - ha pagato lo scotto alla stanchezza, fisica e psicologica, al termine di una settimana logorante.
«Motivi per festeggiare ce n’erano eccome», racconta Noè Ponti, tornato a casa dopo un'ultima notte a Budapest passata, in parte, a scaricare la tensione accumulata, pur restando in albergo, dal quale era autorizzato a uscire solo per andare in piscina. «È stato il secondo Europeo in vasca lunga al quale ho preso parte - analizza -, il primo in cui mi sono presentato a un livello tale da poter competere ai massimi livelli, nel quale ho dimostrato di essere entrato molto bene nel mondo dei “grandi”. Ho preso parte e a due gare individuali, e in entrambe ho raggiunto la finale: due finali su due gare non sono un obiettivo scontato che riesce a tutti. Parliamo pur sempre di un Campionato europeo assoluto, una competizione alla quale tanti colleghi sono arrivati molto preparati. Non tutti i più forti in assoluto, forse, ma si è comunque assistito a un campionato di altissimo livello. I 100 dorso, i 100 stile... pazzeschi, di un livello pari a un campionato del mondo. La 100 delfino è stata superiore a quella dei Mondiali di Quanzhou. Ciò significa che il nuoto sta crescendo, il livello si sta alzando tantissimo. Ho ottenuto risultati superiori alle attese. Non pensavo di riuscire a nuotare i 200 delfino in 1’55’’18, di fare un 48’’50 a stile nella staffetta. Ho nuotato tre volte attorno ai 51’40 nei 100 delfino, conquistando una finale per niente scontata, per mancare la quale sarebbe stato abbastanza sbagliare una virgola. Ribadisco, posso ritenermi molto soddisfatto. Sono arrivato un po’ stanco alla fine, anche perché era il settimo giorno di gara, e non posso certo dire di essere stato risparmiato dai responsabili di Swiss Aquatics. Ho bruciato molte energie fisiche e mentali».
La federazione svizzera, a questo si riferisce Ponti, lo ha mandato in acqua per tante staffette appesantendo molto il suo programma, a scapito delle prestazioni individuali - comunque eccellenti - e dei 100 delfino, la disciplina preferita da Noè, alla quale è giunto inevitabilmente un po’ scarico, fisicamente e mentalmente, al termine di una settimana nella quale è sceso in acque molte, troppe volte. Non si tratta di montare casi o polemiche, ma la segnalazione ci sta, anche per rispetto dell’atleta stesso e degli enormi sacrifici che fa per arrivare a uno degli appuntamenti stagionali più attesi nelle migliori condizioni possibili. «Ho avuto l’impressione che Swiss Aquatics privilegiasse le staffette a scapito delle gare individuali. Non è stato semplice da digerire. Anche perché al 90 per cento il nuoto è una disciplina individuale, le gare che più contano sono quelle. Non voglio credere che ai responsabili federativi importasse poco delle mie gare, ma l'impressione che ne ho ricavato è stata un po’ questa. Non so cosa sarebbe successo con un carico un po’ inferiore, ma forse nei 100 delfino che sono arrivati alla fine avrei avuto un po’ di energia in più. In finale stavo andando molto bene, stavo pure rientrando sui primi, ma le forze sono venute meno negli ultimi 15 metri, quando mi è “caduto” addosso tutto quanto avevo fatto lungo la settimana. Ho comunque nuotato a tre riprese attorno ai 51”40, un ottimo risultato».
Tuttavia, quella sensazione di “fastidio” un po’ resta… «Ho speso tante energie, discutendo di questa questione. Non ha inciso tanto fisicamente, bensì sul piano mentale. Ho però fatto un’esperienza molto utile per il futuro. D’ora in poi ai grandi eventi programmeremo meglio le gare che intendo fare. Ne parlerò con Massimo Meloni (l’allenatore, ndr) e poi riferiremo ai responsabili i Swiss Aquatics le nostre scelte».
Al di là di risultati straordinari che ne attestano la crescita, Noè Ponti da Budapest torna con il sorriso anche per altri motivi: «Mi sono divertito tantissimo, è bellissimo essere tornato a competere con colleghi di altri paesi, poter parlare con altre persone. Ho fatto nuove conoscenze, tra le quali James Guy (terzo della 100 delfino, ndr), ma anche tanti altri atleti inglesi, molto simpatici, e i francesi, ospiti del nostro stesso albergo. Mi ha fatto molto bene essere tornato a gareggiare all’estero con colleghi di altre nazionalità. È una cosa che mi era mancata molto, in questi ultimi mesi».
Quella di cui Noè fa parte è una Nazionale svizzera di nuoto davvero molto competitiva, con giovani talenti dalle grandi prospettive. «Nel gruppo rossocrociato c’è un bell’ambiente: chi scherza di più, chi meno, ma credo sia così in tutte le nazionali. È a squadra svizzera più forte di sempre, il livello è molto alto. Abbiamo raggiunto dodici finali, ritoccato diciotto record svizzeri , portato a casa tre medaglie. Giovani e meno giovani, stiamo tutti tenendo alti i colori del nuoto nazionale. Questi successi anche di squadra ti stimolano a ottenere ancora di più».
A tal proposito, va registrata la voglia di Noè Ponti di… ricominciare ad allenarsi. Nemmeno il tempo di tornare a casa che già si torna in acqua? «Stacco un paio di giorni, riprendo domani. Ho voglia di tornare ad allenarmi per le Olimpiadi. Una tappa di avvicinamento alla quale tengo in modo particolare è il “Sette Colli” (gara internazionale di Roma dal 25 al 27 giugno, ndr). Mi trovo benissimo con la Nazionale italiana, e a mia volta sono molto ben voluto dai colleghi azzurri».