Ci vogliono due overtime all'Elvetico per decidere il quarto tra Spinelli e Lugano. Con i generosi Tigers che alla fine sono costretti alla resa
Ci sono voluti due overtime per consegnare alla Sam Massagno il biglietto per la semifinale. Una partita molto tesa, vibrante con una marea di errori da una parte e dall’altra che però, alla fine, ha premiato la squadra con i giocatori con più esperienza: la tripla di Dusan Mladjan a 2 secondi dalla fine dei tempi regolamentari, sul 74 a 71 per i bianconeri: poi la tripla di Molteni a 24” dalla sirena che ha ricucito dal 79-77 all’79-80 ma, a 3 secondi dalla fine, Jackson ha sbagliato un libero su due, mandando tutti al secondo over time. Infine, negli ultimi 5 minuti due triple di Molteni hanno dato il la alla vittoria: 80-87 a 3’26” dalla sirena. I Tigers hanno reagito d’orgoglio, e quanto ce ne hanno messo stasera, tornando con Aw a un possesso, 86-89. Ancora Molteni a dare il +5, Jackson ha risposto con una tripla, 89-91 a 37” dalla fine. Ma in attacco la Spinelli, con due rimbalzi offensivi su altrettanti errori ha chiuso a fil di sirena con Williams. Non siamo di quelli che indicano in un tiro sbagliato la causa di una sconfitta, quando in partita ne sono stati sbagliati a decine: ma, chiaramente, quelli nei minuti finali pesano come macigni e, su tutti, i tre liberi sbagliati su 4 di Steinmann a 16-9 secondi dalla fine del secondo tempo, quando i Tigers erano sul 73-71. La sentenza è arrivata con il pareggio già descritto di Dusan, implacabile in questi frangenti. Eppure il Lugano avrebbe meritato di più, vuoi perché è una squadra tecnicamente inferiore, vuoi perché ha saputo imbrigliare i cugini per tutta la partita con difese a zona e miste che hanno mandato in crisi la Sam. Massagno ci ha messo del suo, con uno sviluppo lento delle azioni e sparando triple a raffica senza successo: 12/49 da 3 è più che eloquente. Entrambe hanno avuto percentuali basse: 24/59 da 2, 5/18 da 3 e 26/34 nei liberi per Lugano, 20/39 da 2, 12/49 da 3 e 17/24 nei liberi per gli ospiti. Cifre che la dicono lunga sulla tensione che è regnata per tutta la gara: 18-19 nel primo quarto, 20-21 nel secondo, 16-19 nel terzo e 20-15 nel quarto.
Una gara che non ha mai avuto distacchi superiori ai 7 punti per la Sam e di 5 per il Lugano: 10 i cambi dei vantaggi, 47 rimbalzi a 39 per il Lugano ma, altro macigno, 17 palle perse contro le 9 dei bianconeri. Eppure la Sam ha vinto in virtù dei suoi uomini più esperti che hanno saputo sfruttare nel momento giusto piccole sfumature, leggi errori, ma che hanno dato ai bianconeri un’immagine d’addio molto bella davanti ai suoi tifosi.
«Gli abbiamo dato una mano noi, buttando al vento, sprecando, punti fondamentali – è il commento di Cabibbo –. Ma abbiamo dato una dimostrazione di orgoglio e di grande valore per cui sono molto fiero di tutti quanti. Peccato non essere riusciti a vincere, sarebbe stato il regalo più grande, ma è finita così».
Gubitosa, sull’altro fronte, invece non è per nulla soddisfatto dal gioco della sua squadra: «Abbiamo concesso troppo e, soprattutto, abbiamo sparacchiato a canestro senza logica. Lugano ha fatto una grande gara e, l’avevo detto ieri, temevo questo campo da gioco: noi all’Elvetico facciamo sempre una fatica immane, anche quando siamo più forti». Forse è proprio questa consapevolezza che ha minato lo spirito massagnese e il Lugano l’ha costretta a sudarsi il passaggio ben oltre l’immaginabile. Il bello del basket è anche questo.