Il baseball si piega alle proteste dei nativi americani. La squadra della Major League abbandona definitivamente il suo nickname
Svolta nel mondo del baseball: dopo oltre cento anni e oltre 17'000 partite, i Cleveland Indians non saranno più "indiani". Dopo anni di proteste dei nativi americani, la squadra della Major League ha deciso di abbandonare un soprannome criticato come razzista. L'iniziativa, in mesi di esami di coscienza e proteste in America sulla questione razziale, dà seguito a una analoga marcia indietro della blasonata squadra di football della capitale, gli ex Redskins, che in luglio, dopo mesi di pressioni da parte dei più importanti sponsor, tra cui FedEx, Pepsi e Nike, avevano abbandonato il soprannome ("pellirossa") considerato un insulto razziale per chiamarsi semplicemente Washington. In quella occasione i dirigenti dei Cleveland avevano preannunciato che ripensamento imminente sul nome sarebbe arrivato "dopo consultazioni con la nostra comunità e con le parti in causa".
Ancora non ufficiale, ma anticipato da molti giornali a partire dal New York Times, il cambio di nome ha provocato un tweet di Donald Trump che già aveva criticato la svolta dei Redskins come l'ennesima capitolazione del mondo dello sport al politicamente corretto: "Oh no! Cosa succede? Non è una buona notizia, neppure per gli 'Indiani'. Cancel culture al lavoro!", ha scritto il presidente sul sito di microblogging.