Il tedesco è l'unico candidato alla presidenza del Comitato olimpico internazionale. Succederà a se stesso, nonostante le molte critiche di autoritarismo.
Il tedesco Thomas Bach, che presiede il Comitato internazionale olimpico (Cio) dal 2013, sarà il solo candidato alla sua successione in occasione della 137a sessione del Cio in programma ad Atene dal 10 al 21 marzo 2021. Lo ha comunicato lo stesso Cio oggi, alla chiusura delle candidature.
Campione olimpico di fioretto ai Giochi di Montréal del 1976, l'avvocato oggi 66enne si presenta dunque per quello che, in ogni caso, sarà il suo ultimo mandato e che durerà quattro anni. Stando agli statuti, il presidente viene eletto, a scrutinio segreto, per una durata di otto anni dai 104 membri dell'organizzazione; ma può venire riconfermato una sola volta per un periodo dimezzato.
Sovente criticato internamente per una gestione giudicata autoritaria, Thomas Bach non ha però incontrato opposizioni dichiarate dal 2013, fatta eccezione per l'avvocato canadese Dick Pound, veterano dell'istanza nella quale siede dal 1978. La fine del suo mandato è stata scossa soprattutto dalla pandemia di coronavirus, che ha costretto il Cio a posticipare il suo raduno per la prima volta in tempo di pace.
Spostati anche i Giochi di Tokyo, che avrebbero dovuto simboleggiare la ricostruzione del Giappone dopo lo tsunami del 2011: inizialmente previsti nell'estate 2020, sono stati spostati al 2021 e la loro organizzazione resta un rompicapo finanziario e sanitario.
Nono presidente del Cio, Thomas Bach s'era a suo tempo lanciato nella politica sportiva, diventando il portavoce degli atleti della Germania Ovest per poter partecipare alle Olimpiadi di Mosca nel 1980. Giochi poi boicottati dalla stessa Germania Ovest, in segno di protesta contro l'invasione militare dell'allora Unione Sovietica in Afghanistan, nel dicembre 1979.
Una volta divenuto avvocato, aveva anche difeso gli interessi di Adidas e frequentato il suo ex proprietario Horst Dassler, figura maggiore e controversa dello sport internazionale, per il suo ruolo nel fallimento della sua società di marketing sportivo Isl.
Entrato nel Cio nel 1991, eletto vicepresidente nel 2000, Thomas Bach aveva avuto bisogno di due scrutini nel 2013 per succedere al belga Jacques Rogge, nel corso della sessione tenutasi a Buenos Aires. Tra gli altri pretendenti alla presidenza, c'era la leggenda ucraina del salto con l'asta Sergueï Bubka.
Tra i nomi sovente citati per subentrare al tedesco, figura l'inglese Sebastian Coe, doppio campione olimpico nei 1'500 metri (1980 et 1984), patron del comitato di organizzazione dei Giochi di Londra (2012) e presidente della Federazione internazionale di atletica, entrato a far parte del Cio in occasione della 136a sessione il luglio scorso.