Una commissione dell'Agenzia mondiale antidoping chiede la messa al bando della Russia dalle principali competizioni. La richiesta verrà valutata a dicembre
Lo sport russo torna a tremare per lo scandalo del doping di Stato. Il comitato di controllo della conformità dell'Agenzia mondiale antidoping ha chiesto di bandire per quattro anni la Russia dalle principali competizioni sportive accusandola di aver falsificato i dati di laboratorio consegnati agli investigatori lo scorso gennaio. Per la Russia le Olimpiadi di Tokyo sono quindi a rischio, e forse lo sono anche i Giochi invernali di Pechino del 2022. La decisione è attesa per il 9 dicembre, quando il Comitato esecutivo dell'Ama si riunirà a Parigi per valutare la richiesta. La Russia potrebbe essere costretta a mandare alle Olimpiadi del prossimo anno solo gli sportivi che potranno dimostrare di essere 'puliti', e che dovranno gareggiare come atleti neutrali come già avvenuto ai Giochi invernali di Pyeongchang. Il comitato ha inoltre chiesto di vietare alla Russia di ospitare eventi internazionali e di partecipare alle gare per la loro assegnazione «a meno che questo non sia praticamente o legalmente impossibile».
Già la scorsa settimana, di fronte alle 'incongruenze' nei dati di laboratorio consegnati da Mosca agli investigatori, il comitato di controllo della conformità dell'Ama aveva raccomandato di giudicare "inadempiente" l'agenzia antidoping russa Rusada. La consegna di tutti i dati del laboratorio di Mosca era infatti una condizione chiave della controversa reintegrazione della Rusada, sancita nel settembre del 2018 dopo tre anni di sospensione per lo scandalo del doping di Stato in Russia, che pare sia andato avanti dal 2011 al 2015 con gravi ripercussioni sui Giochi di Sochi. Ecco perché lo stesso direttore dell'Agenzia russa antidoping, Iuri Ganus, appare pessimista. «È impossibile vincere in questa questione perché è stata violata la condizione della conformità condizionata, la prima condizione critica÷, ha spiegato a Radio Business Fm. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha invece criticato la conclusione del comitato di controllo della conformità dell'Agenzia mondiale antidoping facendo intendere che la ritiene una decisione politica. Il Comitato olimpico Internazionale preme però per la linea dura, e fa sapere di sostenere «le più severe sanzioni» contro la Russia, per una manipolazione dei dati sul doping che considera «evidente».