L'APPROFONDIMENTO

Sospettato un minore

Sarebbe stato lui ad aver usato la bomboletta urticante nella disco di Corinaldo. S’indaga pure sul numero di avventori. Manifestazioni pubbliche e sicurezza.

10 dicembre 2018
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Ha solo 15 anni: a casa gli hanno trovato della droga, ma nulla che al momento possa collegarlo a quanto avvenuto venerdì sera. È stato individuato il ragazzino che secondo alcuni testimoni avrebbe spruzzato dello spray urticante tra le centinaia di giovani che aspettavano Sfera Ebbasta nella Lanterna Azzurra di Corinaldo, provincia di Ancona, nelle Marche, provocando il fuggifuggi che è costato la vita a 5 di loro e ad una mamma (50 feriti, 7 gravi). Il giovane – che forse ha usato lo spray per creare confusione e rubare una catenella – è in stato di fermo per la droga trovatagli ieri mattina a casa, dove gli investigatori sono arrivati dopo averlo identificato solo in base alle testimonianze degli altri ragazzi che erano nel locale: non ci sono infatti né video in cui compare né immagini del momento in cui sarebbe stata utilizzata la bomboletta. Nei suoi confronti non sono dunque stati fatti atti formali per quanto accaduto venerdì sera. Non è stato sentito e il suo nome non è ancora iscritto nel fascicolo aperto dalla Procura dei minori per omicidio preterintenzionale. Anche perché non è ancora affatto una certezza che sia davvero stata utilizzata una bomboletta spray. Le altre ipotesi: un fumogeno o la rottura dell’impianto che diffonde il ‘fumo bianco’ per creare l’effetto nebbia. Il minorenne verrà sentito nelle prossime ore. Ma gli investigatori stanno continuando a lavorare anche sull’altro filone, quello che riguarda la sicurezza del locale e il numero di persone presenti (a quanto pare 800/900). I biglietti venduti sono stati 680, quelli staccati quasi cinquecento. La capienza della sala era di 459 persone; parecchi sono entrati senza biglietto.

Da Zurigo a Riazzino

L’uso improprio dello spray al pepe, ovvero distrarre le persone con gas irritante per poi derubarle, avviene anche in Svizzera. In particolare, stando al ‘SonntagsBlick’ di ieri, da bande di ladri italiane. “Conosciamo il fenomeno dalla Street Parade”, ha dichiarato Judith Hödel, portavoce della polizia della città di Zurigo al domenicale. Nel 2016, per la prima volta, delle donne sono infatti state attaccate con lo spray al pepe, con lo scopo di rubare loro i gioielli.

Un anno fa (era il 3 dicembre 2017), alla discoteca Vanilla di Riazzino, durante il concerto del rapper italo-tunisino Ghali, un avventore aveva azionato una bomboletta simile. Un gesto che aveva spaventato la folla. Nei momenti di concitazione, ragazze e ragazzi che facevano fatica a respirare si sono coperti il volto, dirigendosi poi verso le uscite. Ma non c’erano stati momenti di panico, stando alle dichiarazioni raccolte allora presso i responsabili della discoteca: «Le uscite di sicurezza erano regolarmente utilizzabili. Il concerto è stato sospeso per un breve periodo, sono state accese le luci, la gente è uscita, si è arieggiato e nel giro di poco tempo si è potuto riprendere regolarmente il concerto». Le misure immediate in quell’occasione si erano rivelate provvidenziali: tutti hanno mantenuto la calma. Al bar è stata distribuita acqua a chi ne aveva fatto richiesta e un quarto d’ora dopo la gente è rientrata. L’utilizzatore dello spray urticante, approfittando del fuggifuggi generatosi fra il pubblico, aveva strappato a tre ragazze – di cui due minorenni – le collane che indossavano per poi dileguarsi.

Chi è Sfera Ebbasta: Sovraffollamento, quella volta dell’intervento di polizia al Choco-Late di Lugano

Gionata Boschetti – in arte Sfera Ebbasta – è il principale esponente della corrente Trap che da alcuni anni ha invaso classifiche e auricolari degli adolescenti italiani. E non è certo un nome sconosciuto neppure dalle nostre parti. Sfrontato e irriverente, il 26enne lombardo è cosciente di essere un fenomeno, capace di vendere in tre anni oltre un milione e mezzo di copie. È ascoltatissimo anche dai giovani ticinesi, che hanno potuto vederlo live in marzo agli studi Rsi di Besso e l’estate scorsa in Piazza del Sole a Bellinzona.

La tragedia italiana ripropone anche il tema del sovraffollamento, in particolare in luoghi chiusi, come appunto discoteche o bar. E basta un niente perché la calca, unita al panico, possa trasformarsi in una trappola, anche letale come è accaduto nell’Anconetano.

Nel Luganese una situazione che fece un certo scalpore fu quella della discoteca ‘Choco-Late’ in piazza Cioccaro. I fatti risalgono al settembre del 2017. Una maxi retata di polizia accertò alcune irregolarità fra cui, appunto, il sovraffollamento: 270 persone presenti in discoteca, contro una capienza massima di 200. Vennero inoltre trovati tre minorenni. In seguito il Choco-Late chiuse i battenti, motivando la decisione con la crisi di affluenza che toccava il settore delle discoteche; però i titolari lamentarono comunque un intervento di polizia definito ‘ sproporzionato’, che avrebbe contribuito ad allontanare la clientela dal locale di piazza Cioccaro.

In troppi sabato alla Valascia?

Il secondo derby stagionale alla Valascia va in scena con il tutto esaurito, e ad Ambrì è la prima volta che succede da inizio stagione. Tuttavia, ed è impressione condivisa da parecchi spettatori che erano allo stadio sabato, c’è chi sostiene che sugli spalti ci fosse anche più gente del consentito. Da noi contattata, la società biancoblù ha respinto categoricamente l’ipotesi che possano essere stati venduti più biglietti rispetto ai 6’500 posti disponibili, che è poi la capienza della Valascia decisa dalla Lega dopo la diminuzione del numero di posti a causa della realizzazione dei cosiddetti ‘Skybox’.

Gobbi: essenziale anche la formazione degli agenti privati, Bossalini: chiediamo agli organizzatori un concetto di sicurezza

E in Ticino? «Mi riferisco in particolare ai centri urbani, dato che è nelle città che si concentra il grosso degli eventi: ebbene, le rispettive polizie comunali chiedono agli organizzatori e ai gerenti dei locali, se la manifestazione in un bar richiama potenzialmente un folto pubblico, un concetto di sicurezza – spiega il presidente dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi (Apcti) Dimitri Bossalini –. Il concetto significa fra l’altro numero degli agenti di sicurezza ingaggiati per garantire l’ordine all’interno e all’esterno del sito, capienza massima, uscite di sicurezza o vie di fuga ecc. Le polizie esaminano questi piani e vi apportano se necessario dei correttivi. Ciò vale anche per i carnevali di una certa dimensione organizzati nei capannoni». Oltre che presidente dell’Apcti, Bossalini è comandante della Polizia di Locarno: «Il nostro Municipio, per esempio, non rilascia l’autorizzazione a organizzare l’evento se il concetto di sicurezza non è approvato dalla Polizia comunale». Il livello di sicurezza dipende anche dalla preparazione degli addetti alla sorveglianza, ovvero degli agenti privati impiegati da chi organizza la manifestazione. «È uno degli aspetti contemplati dalla Lapis», rileva il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. La Lapis, la legge che in Ticino disciplina le attività private di investigazione e di sorveglianza, oggetto qualche anno fa di una revisione. Nell’articolo della Lapis sui requisiti che l’aspirante agente privato di sicurezza deve possedere per ottenere dal Cantone l’autorizzazione a esercitare figura infatti quello di “un’adeguata formazione”. Sul fronte della prevenzione, per evitare quindi tragedie come quella avvenuta nell’Anconetano, «occorre proseguire con l’attività di controllo, proprio per scongiurare situazioni potenzialmente pericolose», aggiunge Gobbi: «In passato è capitato anche di trovare porte d’uscita in caso d’emergenza incatenate...». Nell’ambito di queste verifiche «un ruolo importante lo hanno i Comuni, attraverso le rispettive polizie amministrative e alla luce delle deleghe conferite agli enti locali dalla Lear (la legge sugli esercizi pubblici, ndr)». E una riflessione «andrebbe fatta sulla vendita, oggi libera, degli spray al pepe».