Un gesto che, senza saperlo, ha cambiato il corso degli eventi
Crescere in un ambiente sano e costruttivo purtroppo non è un privilegio che tutti hanno. La mia infanzia e adolescenza sono state un susseguirsi di insulti e violenza psicologica, ma raramente fisica. Vivevo sola con mia madre, e, risparmiando un’infinità di dettagli, attorno ai 14 anni cominciai a rendermi conto che qualcosa non andava. Mentendo per vari anni al solo scopo di sopravvivere, un giorno, a 18 anni, venni buttata fuori casa per l’ennesima volta perché, quella settimana, non avevo studiato. Ogni giorno era estremamente stressante mentalmente, sia a casa che a scuola. Per il fatto di crescere tra molte difficoltà, concentrarsi a scuola era diventato quasi impossibile, per quanto io volessi eccellere.
Quel fatidico giorno dovetti uscire di casa lasciando il mio telefono e le chiavi, andandomene praticamente in pigiama. L’abitudine era diventata semplice: stavo fuori un’oretta e tornavo addossandomi tutte le colpe, dicendo che io sbagliavo, e ammettendo quanto fossi una terribile figlia. Purtroppo questa era solo la punta dell’iceberg, ma è meglio che non mi dilunghi troppo. Quel giorno mentre girovagavo, provai a chiamare l’unico numero che conoscevo a memoria, ossia quello del mio ragazzo del tempo, il quale mi disse che purtroppo era in Italia e non poteva aiutarmi. Così rimasi in giro a riflettere e, senza accorgermene, passarono ore. Arrivai a sera, quando delle gentilissime signore che avevano corsi di cucina accanto a dove mi trovavo mi videro e mi chiesero se fosse tutto okay. Risposi di sì, ma poco convinta. Alla loro pausa chiesi di poter usare internet dal loro telefono per cercare il numero di un docente nella mia scuola (al corrente della mia situazione a casa), ma senza successo. Dissi allora che sarei dovuta andare alla mia scuola ma che non era grave, mi ero già rassegnata a tornare indietro. Una delle signore uscì e mi diede 50 franchi chiedendomi di prometterle che sarei andata dove dovevo andare. Dopo averla rassicurata corsi in stazione. Quel giorno segnò l’inizio della mia nuova vita.
Purtroppo ne sono uscita con una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress e vivendo ancora tantissime situazioni difficili, perché non sapevo come gestire nulla del mondo degli adulti, ma ho imparato moltissimo e sono cresciuta enormemente. Questa rimarrà per sempre la decisione più grande che io abbia mai preso e non potrò mai ringraziare abbastanza quella signora sconosciuta che, senza saperlo, mi ha completamente cambiato la vita.