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Parole che pesano. Per combattere il razzismo si può fare di più 

Serve un protocollo per i docenti. Nell’edizione di oggi spazio anche al ricordo di un grande dello sport e agli strafalcioni dei sistemi di traduzione

17 luglio 2023
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Razzismo in classe: le segnalazioni si stanno moltiplicando. Cosa si può fare per combattere queste discriminazioni? La scuola fa abbastanza? Per la presidente della Commissione federale contro il razzismo la scuola può e deve fare di più: servono protocolli per riconoscere i casi e intervenire. E tocca alla politica dare un segnale importante. Nel nostro approfondimento un’intervista a Martine Brunschwig Graf presidente della Commissione federale contro il razzismo. Dell’importanza di riconoscere i casi di xenofobia e di prendere poi provvedimenti ha parlato Simonetta Caratti nel suo commento ‘Unicorni neri, stranieri a casa loro’. Un passo talvolta difficile, perché c’è la tendenza diffusa a lasciar correre. Eppure gli atti discriminatori non sono ammissibili, perché feriscono la dignità altrui.

Di integrazione e di difficoltà legate al fatto di essere stranieri si parla anche nelle pagine di Lugano, dove si torna sul caso del giovane afghano deceduto martedì. Alcuni suoi amici lo ricordano durante un momento di raccoglimento. I sentimenti sono tristezza e rabbia. Tristezza per un giovane caduto in depressione e che, secondo alcuni conoscenti, non ha trovato altra soluzione se non il suicidio; e rabbia per come è stata gestita la situazione di un ragazzo con un passato difficile, venuto in Svizzera pochi mesi prima dell’inizio delle restrizioni dovute alla pandemia e proseguito con un ricovero alla clinica psichiatrica (Cpc) di Mendrisio. A parlarne un amico del giovane deceduto.

La città di Brindisi nella versione tedesca diventa ‘Toast’, ovvero l’atto di alzare il bicchiere e bere alla salute di qualcuno. Una traduzione maldestra ad opera dei sistemi di traduzione automatica, sempre più utilizzati anche da aziende e uffici governativi. Dei problemi legati a questi strumenti dell’evoluzione tecnologica ne parliamo con un’esperta nelle pagine di cantone.

Nelle pagine di sport invece Stefano Marelli ricorda Matti Nykänen uno dei più grandi saltatori con gli sci, morto a cinquantacinque anni, che avrebbe compiuto oggi sessant’anni. Una vita di vizi ed eccessi quella di Matti che, come Icaro, a furia di volare troppo in alto finì per bruciarsi le ali.

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