Giovani in pensione a oltre 70 anni: scenario non solo italiano

La pensione, per chi oggi ha meno di 35 anni, arriverà tardi e in media con un assegno decisamente basso. La stima è del Consiglio nazionale italiano dei giovani, in collaborazione con il centro di ricerca Eures. A causa dei salari bassi, e di una vita lavorativa che sarà segnata dalla discontinuità, ci vorrà parecchio tempo per accumulare i contributi necessari a lasciare il lavoro. E con il sistema contributivo "puro", che si applica a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e calcola l'assegno solo in base ai contributi versati, l'importo sarà in media attorno ai mille euro.

Uno scenario, probabilmente, che toccherà anche i giovani svizzeri, seppur con cifre diverse, ma presumibilmente non tanto lontane, soprattutto in termini di età.

Un po' di numeri dunque. Da una parte, la stima dell'Ocse di due anni fa ha previsto che in Italia chi è entrato nel mercato del lavoro nel 2020, a 22 anni, arriverà all'età pensionabile a 71 anni. Il dato più elevato nell'Unione europea. Il Consiglio dei giovani, però, è stato anche più pessimista: "La combinazione di discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 determinerà un ritiro dal lavoro solo per vecchiaia, con importi pensionistici prossimi a quello di un assegno sociale", ha detto la presidente Maria Cristina Pisani. Si parla ad oggi di 9 milioni di lavoratori.

Nel 2021, i lavoratori under 35 in media hanno preso 1’076 euro, ma più di un quarto di loro ha ricevuto meno di 5mila euro e il 16% di loro ha preso tra 5mila e 10mila euro. I lavoratori under 25, in media, hanno ottenuto 8’824 euro nell'anno. E ancora: guardando solo al settore privato, dal 2011 al 2021 gli stipendi degli under 35 sono aumentati dello 0,7%, ma tenendo conto dell'inflazione questo significa un calo dell'8,6%.