Fra Eros e Nike pare esserci un conflitto costante piuttosto che uno stimolo di energie e passioni, reciproche
Chissà poi come mai la vita privata e la carriera continuino a essere considerate delle facce di una stessa medaglia, condannate a essere l’una l’opposto dell’altra, stesso ‘valore’, non identico livello: se la prima funziona, la seconda è destinata a fallire, se la seconda raccoglie plausi e meriti la prima non può che risultarne sacrificata.
Lo si è detto, spesso e volentieri, in passato, soprattutto per le donne. Madri o single per scelta giudicate per un impegno familiare o professionale che veniva visto, in tutti i casi, come sbilanciato o compromettente: ottenere entrambe le cose risultava impossibile, anche per le tante lacune presenti nella società e nelle istituzioni, che avrebbero dovuto andare diversamente a sostegno.
Un cammino di realizzazione completa che negli anni si è fatto, per certi versi, più agile, ma non per questo meno caotico e senza sensi di colpa. Un vortice capace di sballottare da una scrivania a una cucina o da una scuola dell’infanzia a una sala congressi senza permettere di raccogliere le numerose soddisfazioni e gli altrettanti appagamenti che affetti e lavoro generano (giustamente anche insieme) in una persona.
Oggi, anziché evitare di puntare contro le donne queste incomprensibili ‘condanne’, sulla graticola ci hanno portato pure gli uomini. Manager di successo? Forse perché hanno rinunciato a salire su un altare. Sportivi medagliati? Forse perché all’alcova hanno preferito un campo di allenamento. Neppure gli uomini, dunque, sono più al riparo da affrettati giudizi o battute sarcastiche sulla propria intimità o su un rispettosissimo stipendio.
Come, recentemente, per il numero uno del tennis mondiale, quel giovanissimo Jannik Sinner costretto all’inaspettato forfait da una tonsillite (un malanno che per molti ha un nome ma anche un cognome, Anna Kalinskaya, la sua attuale fidanzata), lui il campione che tutti attendevano ai Giochi di Parigi. Più che le placche in gola, i baci sulla bocca…
L’amore insomma, per i ‘terrapiattisti’ moderni, toglierebbe concentrazione, comprometterebbe impegno e motivazione. Per chi concepisce batticuori e risultati professionali come due linee parallele, bisognerebbe essere tutti dei monaci (o delle suore). E forse anche no, come ha ironicamente detto il giornalista Massimo Gramellini: “Se qualcuno pensa seriamente che lo stare in coppia tolga energie, allora alle Olimpiadi dovrebbero partecipare soltanto i preti (e neanche tutti)”, appunto.
Eros e Nike, quindi, possono e devono convivere. Se poi, insieme, raggiungeranno l’oro, l’argento o il bronzo, o neppure quello, è tutto un altro discorso e tutte altre cause. In fondo, a vincere la medaglia, in queste sterili discussioni, sono soprattutto i soliti salapuzi.